Paradoxically, staying at home, we also experienced a singular exile. I like what a journalist recently wrote: “It is in the exiles that the biggest dreams are made. In the confinement of the domestic walls, we have rediscovered links and alternative ways to spend this suspended time. But we also felt the heaviness of rhythms to which we were completely unaccustomed, we missed the walks, the frequenting, the Sundays. In these slender ones, we began to appreciate the joy of simple things, which we once lived with disarming habit. It is precisely in deprivation that we begin to discover the beauty of things that help us to live. But the alert does not end, there is danger lurking and we have the responsibility not to let our guard down.
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Without illusion we have to accept that other dangerous viruses are lurking in the world panorama of relations between peoples, in the political vision: the efficiency model at the expense of democracy, sovereignty, and populist closures, are viruses that pollute and destabilize the peaceful coexistence of peoples. During this season we have heard statements at the limit of tolerability when, with a smugness, even some heads of state have tried to deny the scientific results in relation to the dangers we run. It is criminal to praise the “immunization of the flock”, thus remaining inoperable waiting for the virus to dissipate on its own. Thankfully, albeit belatedly, he became aware of the tragedy.
Pope Francis, in a recent interview, spoke courageous words: “I am worried about the hypocrisy of certain political figures who say they want to face the crisis, who talk about hunger in the world, and while they talk about it they manufacture weapons. It’s time to convert us from this hypocrisy to action”.
There are world leaders who have dissociated themselves from the call to heal Mother Earth. They did not want to respect the agreements, nor demand consensus and coordination for the future of the planet; they even mocked scientists who, with their knowledge, alarmed us about the sick conditions of our environment. Global warming promises the multiplication of tropical pandemics, as environmental scientists say. Pope Francis, quoting a Spanish proverb, recalls: “God always forgives us, we forgive sometimes, nature never”; and he continues: “We have not listened to partial catastrophes”. It is typical of an individualistic culture and a neo-liberal economy to affirm as truth what history, science, and the present consider to be anything but the truth. We need to rediscover the welfare state, the national public service, and access to care for every citizen because the health of everyone is linked to the health of everyone.
In some countries, the instrumentalization of the social-health emergency situation to allow the populist virus to attack the governability of a country has also begun, through the disintermediation of forms of participation and the demand for special powers. Thus the democracy of a people is dangerously suspended! The virus of political, economic, cultural, and racial fragmentation hovers over Europe, and if it took root it would only produce profit and interest for those who generate this sovereign contagion. The great achievements of the European continent on freedom, human dignity, solidarity, and acceptance, cooperation, are indispensable values. “Without a new patriotism, the decline of the Union is inevitable”, European academics recalled. Against these viruses, there is no need for weapons or armies and, perhaps, not even the incomprehensible claim of some who would demand access to rites and celebrations – the latter deprivation is precisely an act of love – instead, what is needed is the solidarity and transcendent knowledge that generates a widespread and renewed humanism. What is alive if it is not regenerated degenerates.
Msgr. Antonio de Luca, C.Ss.R., bishop of Teggiano-Policastro (SA), Italy
Non allentare la vigilanza
Paradossalmente, stando a casa, abbiamo vissuto anche un singolare esilio. Mi piace quanto ha scritto recentemente un giornalista: «È negli esili che si fanno i sogni più grandi». Nella costrizione delle mura domestica, abbiamo riscoperto legami e modalità alternative per trascorrere questo tempo sospeso. Ma abbiamo anche percepito la pesantezza di ritmi ai quali eravamo completamente disabituati, ci sono mancate le passeggiate, le frequentazioni, la domenica. In questi esili si comincia a valorizzare la gioia delle cose semplici, che un tempo abbiamo vissuto con disarmante abitudinarietà. Proprio nella privazione cominciamo a scoprire la bellezza delle cose che aiutano a vivere. Ma l’allerta non finisce, esiste il pericolo in agguato e abbiamo la responsabilità di non abbassare la guardia.
Senza illusione dobbiamo accettare che altri pericolosi virus si aggirano nel panorama mondiale delle relazioni tra i popoli, nella visione politica: il modello efficientista a discapito anche della democrazia, i sovranismi e le chiusure populiste, sono virus che inquinano e destabilizzano la convivenza pacifica dei popoli. ln questa stagione abbiamo ascoltato affermazioni al limite della sopportabilità quando con tronfia sicumera, anche qualche capo di stato ha tentato di smentire i risultati scientifici in rapporto ai pericoli che corriamo. È criminale inneggiare alla «immunizzazione di gregge», restando così inoperosi attendendo che il virus si dissipi da solo. Per fortuna, anche se con ritardo, si è preso coscienza della tragedia.
Papa Francesco, in una recente intervista, ha pronunciato parole coraggiose: «Mi preoccupa l’ipocrisia di certi personaggi politici che dicono di voler affrontare la crisi, che parlano della fame nel mondo, e mentre ne parlano fabbricano armi. È il momento di convertirci da quest’ipocrisia all’opera».
Ci sono dei leader mondiali che si sono dissociati di fronte all’appello per risanare la madre terra. Non hanno inteso rispettare gli accordi, né richiedere consensi e coordinamento per il futuro del pianeta, hanno persino irriso scienziati, che con il loro sapere, ci hanno allarmati sulle condizioni di malattia del nostro ambiente. Il riscaldamento globale promette la moltiplicazione delle pandemie tropicali, come affermano gli studiosi dei fenomeni ambientali. Papa Francesco, citando un proverbio spagnolo, ricorda: «Dio perdona sempre, noi qualche volta, la natura mai»; e continua: «Non abbiamo dato ascolto alle catastrofi parziali ». È tipico di una cultura individualista e di una economia neoliberista affermare come verità quanto invece la storia, la scienza, e il presente ritengono tutt’altro. Dobbiamo riscoprire lo stato sociale, il servizio pubblico nazionale e l’accesso alle cure per ogni cittadino, perché la salute di tutti è connessa alla salute di ciascuno.
ln alcuni paesi è cominciata anche la strumentalizzazione della situazione di emergenza socio-sanitaria per permettere al virus populista di attaccare la governabilità di un paese, attraverso la disintermediazione delle forme di partecipazione e la richiesta di poteri speciali. Così la democrazia di un popolo viene pericolosamente sospesa! Il virus della frammentazione politica, economica, culturale e razziale aleggia sull’Europa, e se attecchisse produrrebbe guadagno e interesse solo per chi genera questo contagio sovranista. Le grandi conquiste del continente europeo sulla libertà, la dignità umana, la solidarietà e l’accoglienza, la cooperazione, sono valori irrinunciabili. “Senza un nuovo patriottismo, il declino dell’Unione è inevitabile”, hanno ricordato gli accademici europei. Contro questi virus non servono né armi, né eserciti e, forse, neanche l’incomprensibile rivendicazione di alcuni che pretenderebbero l’accesso ai riti e alle celebrazioni – quest’ultima privazione è proprio un atto di amore – serve invece il sapere solidale e Trascendente che genera un diffuso e rinnovato umanesimo. Ciò che è vivo se non si rigenera degenera.
Antonio de Luca, C.Ss.R. è vescovo di Teggiano-Policastro (SA)