Il Capitolo Generale comincia la giornata del 2 novembre- Commemorazione dei Fedeli Defunti – con la preghiera del mattino alle 8,30. Segue la riflessione proposta dal Cardinal Luis Antonio “Chito” Tagle, arcivescovo di Manila, sul tema “Solidarietà con i poveri”.
Questa si radica nel battesimo e per i religiosi deve diventare esperienza trasformante di comunione col Cristo.
Per i battezzati è stata una grazia riscoprire questo fatto per via del giubileo della misericordia: su questo punto il Cardinale si è soffermato in un primo momento.
La bontà e la tenerezza di Dio nascono dalle viscere di Dio. La comunione nasce dal rendere stabile e non emozionale la relazione con lui, cosa che solo il rapporto tra un bambino e la sua mamma riesce ad esprimere. Mai siamo dimenticati da Dio, anche e soprattutto quando lui è irato con noi.
La missione intesa come solidarietà con i poveri perciò è terribilmente esigente se vuole riprodurre questo rapporto. Il quale trova il suo paradigma in Lc 15: si cerca la pecora, la moneta, si attende il figlio perché è mio.
Il secondo punto della riflessione riguarda ciò che significa essere “feriti” oggi nei vari contesti, che siano quelli della migrazione, dell’abuso, della povertà e della guerra. Persino quello dell’individualismo che spesso affligge la vita di comunità.
L’apparizione del Risorto che invita Tommaso a mettere le dita nelle sue ferite è richiamo a non poter dire “mio Signore e mio Dio” se non abbiamo il coraggio di guardare alle ferite altrui. E questa è una sfida in una cultura che ci induce a pensare che staremo sempre bene se abbiamo una assicurazione sulla salute , se andiamo in palestra ecc.
E’ seguito un confronto in plenaria col Cardinale, durante il quale egli ha narrato anche esperienze vissute come presidente dì Caritas internazionale.
Dopo un break i Capitolari si sono recati per l’eucarestia presieduta dal Cardinale nella cappella Thai, con omelia che si è soffermata sul mistero della morte e sulla memoria dei defunti, in particolare dei più dimenticati: mistero dal quale ci redime la resurrezione di Cristo, efficace già dal momento in cui ci riscatta dalla solitudine e dalla pretesa individualistica di bastare a se stessi.
P. Serafino Fiore, CSsR