Collaborazione nella missione
Altri ancora vedono il loro contributo alla Chiesa e al mondo attraverso “occhiali” Redentoristi.
… essi diventano Missionari Laici del Santissimo Redentore.
Questo è un momento emozionante per essere un Redentorista, e per essere collegato con i Redentoristi! E’ difficile non notare i segni che il nostro mondo mostra per un rinnovato annuncio della Buona Novella. Così tante persone alle nostre porte, nelle nostre palestre, nelle nostre strade, nei luoghi in cui facciamo la spesa, e nelle nostre parrocchie e comunità, hanno bisogno di sperimentare la speranza: ascoltare e sentire la possibilità di redenzione, c’è qualcosa di più per loro, sapere che Dio li ama così come sono, e poi che li porta a un qualcosa di più grande.
Spesso si dice che i Redentoristi sono “vicini alla gente.” Questo viene usato per riferirsi alle persone tra i quali i Redentoristi professi lavorano. Oggi, potremmo assistere alla nascita di un nuovo significato per questa bella frase ormai vecchia. Non dovrebbe essere nessuna sorpresa che alcuni di coloro che sono vicini ai Redentoristi cercano di mantenere la loro connessione. Essi comprendono amici o familiari, benefattori, membri di confraternita, e dipendenti o collaboratori.
Altri ancora vogliono intensificare la loro connessione, e riescono a configurarsi più specificamente al carisma redentorista e alla loro spiritualità. Volendo saperne di più, fanno domande, cercano materiale di lettura, e possono riconoscere amici nei santi e beati redentoristi, e trovare una casa spirituale. Se si formalizza la loro connessione redentorista, diventano Redentoristi Associati. Gli Associati di solito si riuniscono attorno le parrocchie Redentoristi, santuari o case di ritiro. Gli Associati non sono alla ricerca di più cose da fare, ma vogliono alimento spirituale solido che permette loro di fare meglio quello che stanno già facendo.
Altri ancora vedono il loro contributo alla Chiesa e al mondo attraverso “occhiali” Redentoristi. Sono profondamente e intimamente connessi, e rispondono “sì” a quasi qualsiasi richiesta fatta dagli impegni nella missione redentorista. Essi sono collegati alla Congregazione, piuttosto che ad un tipo di ministero o servizio pastorale. E’ evidente, nei loro luoghi di lavoro e nelle scelte di vita che fanno, condividono il carisma di annunciare la Buona Novella ai più abbandonati. Quando fanno un impegno formale che viene ricevuto e accolto dai Redentoristi, diventano Missionari Laici del Santissimo Redentore. Essi possono o non essere impiegati dai Redentoristi.
Tutti questi sono diversi aspetti della “Collaborazione nella Missione”, un “termine ombrello” alla quale una grande varietà di persone sono connesse ai Redentoristi in molti modi diversi. Collaborazione nella missione è essenzialmente sinonimo di collaborazione dei laici. Ma il linguaggio è sempre inadeguato. La “collaborazione nella missione,” questa frase potrebbe trasmettere che il partenariato in sé è l’obiettivo. Ma non è così. Collaborazione nella missione deve essere proprio una collaborazione per la missione. Non è fine a se stessa. L’obiettivo della collaborazione è sempre più efficace, la missione condivisa dell’evangelizzazione dei più abbandonati, in particolare i poveri materialmente.
(Si può leggere l’articolo completo nella versione inglese, per Anne Walsh – denverlink, 3 marzo 2017)