MESSAGGIO DAL XXV CAPITOLO GENERALE

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A tutti i Redentoristi, i laici associati, le Redentoristine e i membri degli Istituti affiliati

TESTIMONI DEL REDENTORE: Solidali per la missione in un mondo ferito

Non abbiamo il diritto di proclamare Gesù come nostro Signore e nostro Dio se non tocchiamo le sue ferite (Cf. Gv 20,27).

1.    In un clima di gioiosa speranza è stato celebrato nel Centro Redentorista di Pattaya (Tailandia), per la prima volta in Asia, il XXV Capitolo Generale nella sua fase canonica, che ha visto la partecipazione di 101 Capitolari. Come membri di questo Capitolo abbiamo convissuto con i più svantaggiati e vulnerabili della città, con i quali lavorano i nostri fratelli redentoristi. Nell’apertura del Capitolo, il Superiore Generale P. Michael Brehl ci ha invitato a lasciarci toccare dalla presenza dello Spirito Santo che sfida la Congregazione ad andare nelle periferie del mondo.

2.    Siamo in un processo di discernimento. Se nella Prima Fase del Capitolo Generale abbiamo preso conoscenza delle preoccupazioni, in questa Seconda Fase abbiamo constatato che la Congregazione continua a sperimentare la stessa chiamata che hanno sentito Sant’Alfonso, i nostri santi, beati e martiri, e i nostri predecessori, a uscire dalla nostra comodità e ad eliminare tutto quanto ci impedisce di essere liberi e profetici. La Terza Fase del Capitolo sarà l’occasione di discernere le applicazioni concrete in ciascuna delle Conferenze.

Attenti alle ferite del mondo

3.    Il Cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, il quale ha predicato il ritiro del Capitolo, ci ha invitato a vivere nella solidarietà, attenti alle ferite del mondo. Siamo chiamati a rispondere davanti alle molte ferite del mondo. Molti confratelli si sentono feriti dalle difficoltà che affrontano; altri sentono la ferita dell’insoddisfazione o della propria povertà. Come Tommaso nel Vangelo (Cf. Gv 20,27) siamo invitati a toccare le ferite di Gesù Cristo nei sofferenti del nostro tempo (Cf. LG 8.3), e trovare in esse guarigione per le nostre (Cf. 1Pt 2,24).

4.    È urgente sviluppare un atteggiamento di ascolto. Ascoltiamo Dio che continua a parlare al cuore dell’uomo disponibile. Ascoltiamo i nostri fratelli di comunità che sono i nostri compagni di cammino. Ascoltiamo i più abbandonati, specialmente i poveri, ai quali siamo inviati. Viviamo in atteggiamento di dialogo costante con le culture e le religioni nelle quali sono inserite le nostre comunità.

5.    Non dobbiamo aver paura del mondo secolarizzato. Esso ci ha portato molti aspetti importanti che possiamo utilizzare nella nostra missione. Tutta la nostra riflessione teologica, specialmente la Teologia Morale, deve aprirsi al dialogo con queste realtà (Cf. Cost. 19).

La rivitalizzazione della vita consacrata

6.    La vita consacrata è uno dei tesori più belli della vita della Chiesa. Il Papa Francesco ci invita a “vivere con gioia e nella gratitudine questo ministero con la certezza che non c’è niente di più bello nella vita dell’appartenere per sempre e con tutto il cuore a Dio, e dare la vita al servizio dei fratelli” (Papa Francesco, 11 aprile 2015). E sebbene la vita consacrata stia attraversando una crisi importante, crediamo che questo sia un buon momento per testimoniare la bellezza di una vita edificata sui consigli evangelici. Dappertutto l’uomo di oggi sta cercando autenticità nei rapporti. Nella nostra vita consacrata possiamo incarnare questa amicizia evangelica (Cf. Cost. 34).

7.    Ogni confratello analizzi in profondità la sua vita consacrata e veda quali sono gli aspetti della sua vita che hanno bisogno di conversione e rivitalizzazione. È fondamentale un’intima comunione con Cristo Redentore che tocchi le nostre ferite personali e comunitarie, le guarisca, rinforzi la nostra vita spirituale e ci renda disponibili per la missione. La nostra visione della Comunità Apostolica Redentorista sarebbe incompleta senza la promozione gioiosa della vocazione. Incoraggiamo tutti i confratelli a riscoprire la bellezza della loro vocazione redentorista, e a diventare i primi agenti della pastorale vocazionale nelle loro Unità, creando una cultura vocazionale, affinché molte persone si incorporino alla nostra famiglia redentorista.

Una Congregazione in uscita

8.    Durante il Capitolo ha risuonato con forza l’appello di Papa Francesco a “uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo” (EG 20), e a valutare le nostre strutture giacché in molte occasioni “possono arrivare a condizionare un dinamismo evangelizzatore” (EG 26; Cf. Cost. 15). Così acquista un rinnovato senso e grande attualità la nostra vocazione missionaria nella Chiesa.

9.    Le nostre Costituzioni ci ricordano che la Congregazione “attua questa partecipazione col fervore missionario che la porta ad annunziare la buona novella ai popoli più privi e destituiti di spirituali soccorsi, specialmente ai poveri” (Cost. 1). Avremo il coraggio necessario per domandarci dove si trovano le periferie nelle nostre Unità? Saremo disposti a mostrare la nostra disponibilità missionaria? Ciascuna delle Unità deve essere attenta a queste urgenze, avendo in considerazione i giovani, i migranti e i più svantaggiati.

Missionari della gioia e della misericordia

10.  Come redentoristi di oggi siamo chiamati a raccontare storie di redenzione, la storia di un Dio che si è fatto presente in Gesù di Nazareth, la storia personale di ciascuno di noi. Siamo spinti a portare “un annuncio rinnovato che offre ai credenti, anche ai tiepidi o non praticanti, una nuova gioia nella fede e una fecondità evangelizzatrice” (EG 11). A questo fine, incoraggiamo a entrare in un processo di formazione continua come progetto di vita che ci conformi a Gesù Cristo. Invitiamo tutti i redentoristi ad essere testimonianza di prossimità ed amore con tutte le persone, come lo stesso Dio fa con loro. Non basta sperimentare la misericordia di Dio nella propria vita; è necessario anche essere strumento di misericordia per gli altri.

Come corpo missionario

11.  “Per attuare la sua missione nella Chiesa la Congregazione riunisce degli uomini che vivendo in comune […] formano un solo corpo missionario” (Cost. 2). Tutti noi redentoristi ci riconosciamo membri di un progetto comune con tutta la Congregazione. Quindi incoraggiamo tutti a prendersi cura del senso di appartenenza e a coltivare la vita comunitaria. La comunità che vogliamo è luogo di inclusione di tutti i confratelli, anziani e giovani, con le loro ferite e le loro virtù, e anche spazio per la corresponsabilità.

12.  Questa comunità legge i segni dei tempi, mantiene la sua fedeltà creativa al Vangelo e promuove sempre nuove iniziative per animare la vita spirituale e comunitaria dei confratelli. Poiché la legge fondamentale per la vita dei congregati è vivere nella comunità e, per mezzo della comunità, svolgere l’attività apostolica, incoraggiamo che si prenda in considerazione l’aspetto comunitario ogni volta che si accetta un lavoro missionario (Cf. Cost. 21).

In una missione condivisa

13.  Cinque Laici Redentoristi, rappresentando le Conferenze, sono stati presenti nel nostro Capitolo. In loro abbiamo riconosciuto la ricchezza del nostro carisma, che anche ai laici il Signore concede e che ci consente una presenza e una parola profetica nel mezzo del mondo. Inoltre ci sentiamo chiamati a costruire il Regno con la grande famiglia redentorista, formata da tante congregazioni e associazioni con le quali condividiamo il carisma.

Una nuova leadership per la missione (Cf. Gv 10,11ss)

14.  Per rispondere meglio a questa nuova presenza missionaria in mezzo al mondo, il Capitolo Generale ha scommesso sulla continuazione del processo di ristrutturazione per la missione. Le Conferenze, sulle quali il Capitolo continua a puntare, sono uno strumento valido per rendere effettiva questa nuova presenza.

15.  La Congregazione ha bisogno di leader sullo stile di Gesù Cristo, di comunità e persone che esercitino la leadership nella missione, che abbiano una visione del futuro e ci mostrino la direzione da seguire, integre e autentiche, capaci di lavorare in gruppo, e obbedienti alla missione.

Costruire il Regno di Dio a partire dalla solidarietà

16.  Lanciamo una chiamata urgente a tutti i redentoristi, specialmente a coloro che si trovano nella formazione iniziale e ai confratelli giovani, ad abbracciare con speranza il presente e a mettersi in cammino verso le periferie, in modo che la novità del Regno raggiunga tutti, specialmente i più vulnerabili e abbandonati. Incoraggiamo i nostri fratelli anziani, che hanno dedicato con grande generosità la loro vita all’annuncio del Vangelo, che sostengano con il loro appoggio, la loro preghiera e il loro sforzo tutte le iniziative che lo Spirito metterà in movimento nei prossimi anni (Cf. Cost. 55).

17.  Assumiamo la sfida di vivere e costruire la solidarietà: solidarietà con il nostro mondo e con gli uomini e le donne del nostro tempo, solidarietà con i nostri confratelli, solidarietà con i più svantaggiati della nostra società.

18.  Estendiamo la pratica della solidarietà a tutte le aree della nostra vita:

–         solidarietà con il Governo Generale condividendo personale e risorse;

–         solidarietà delle Unità tra di loro, assumendo dei progetti di collaborazione con altre Unità più bisognose;

–         solidarietà nelle comunità, promovendo la corresponsabilità nei lavori e servizi comuni, e assumendo impegni concreti di opzione per i più abbandonati nel loro ambiente di vita;

–         solidarietà a livello personale: analizzando ciascuno se il proprio stile di vita è conforme alla propria opzione di vita e assumendo dei gesti concreti di opzione per i poveri (Cf. Cost. 92-96).

19.  Facciamo sì d’essere profezia per il nostro mondo con il nostro stile di vita, con la nostra denuncia delle strutture di peccato e con l’annuncio dell’abbondante redenzione che ci arriva in Gesù Cristo e che libera e rende degno l’essere umano.

20.  Condividiamo questo messaggio a partire dallo spirito missionario di Sant’Alfonso e dalla sua proposta morale della benignità pastorale e della misericordia. La Madonna del Perpetuo Soccorso, Madre di misericordia, ci accompagni nell’annuncio della redenzione e della vita nuova.

(Il testo originale è in spagnolo).

Pattaya, 23 Novembre 2016