Papa Francesco autorizza la promulgazione del decreto sull’eroicità delle virtù del missionario Redentorista Bernard Łubieński (1846-1933), sacerdote professo della provincia di Varsavia.
Bernard Łubieński nacque a Guzów, vicino a Varsavia, il 9 dicembre 1846, secondogenito di dodici figli dei nobili Tomasz e Adelajda Łempicka. Battezzato il 15 dicembre, manifestò fin dall’adolescenza il desiderio di diventare sacerdote. Inviato a studiare in Inghilterra nel 1858, grazie all’influenza favorevole dell’ambiente educativo del Collegio S. Cuthbert a Ushaw, ricevette la tonsura nel 1862.
Il 7 settembre 1864 entrò nella Congregazione del Santissimo Redentore. Il 7 maggio 1866 professò i voti religiosi e il 29 dicembre 1870 fu ordinato sacerdote ad Aquisgrana (Germania). Rimase in Inghilterra, per undici anni, svolgendo l’attività missionaria e aiutando il Superiore Provinciale in qualità di segretario.
Nel 1883 tornò in patria per collaborare attivamente alla rifondazione della Congregazione in Polonia. Le prime case fondate a Mosciska, a Cracovia e a Varsavia divennero subito i centri della sua intensa attività apostolica. Per quindici anni fu superiore nella casa di Mosciska, curando, al contempo, anche la formazione dei giovani missionari che frequentavano il “secondo noviziato” in preparazione alle missioni popolari.
Nonostante una seria paralisi delle gambe che lo colpì nel 1885, continuò la sua intensa attività apostolica. Nell’arco della sua vita sacerdotale predicò oltre 1000 missioni e ritiri per diverse categorie di persone. Annuncianodo la Parola di Dio, percorse tutta la Polonia, spingendosi fino in Germania, in Ucraina, in Russia e in Finlandia. Si impegnò tenacemente per l’unione della Chiesa Ortodossa con quella di Roma, tanto che, nel 1908, fu considerato un possibile candidato per la sede episcopale di Mohylew, in Russia.
Scrisse numerosi libri e articoli di contenuto religioso. Grande promotore del culto mariano, scrisse una storia dell’Icona del Perpetuo Soccorso, diffondendone il culto per tutta la Polonia, tanto da far venire da Roma oltre settanta tavole dell’Icona per la venerazione nelle chiese.
Nella sua fervente operosità apostolica fu animato da una solida fede e da una sollecita carità, perfezionate dal continuo rapporto con Dio. Lavorando costantemente e con premura sulla sua indole naturale, maturò una spiccata umiltà e una serena ubbidienza religiosa. Per queste caratteristiche, fu molto stimato dalle persone che si affidarono alla sua guida spirituale.
Logorato dall’attività apostolica e stremato dalla sua invalidità, si spense, serenamente il 10 settembre 1933 a Varsavia, dove riposano le sue spoglie nella chiesa di san Clemente.
Antonio Marrazzo