(Roma) – Il vescovo redentorista Jon Hansen parla della sua vita personale e del suo ministero con il popolo delle Prime Nazioni del Canada con Scala News il 3 settembre presso la casa Sant’Alfonso, a Roma.
Sono cresciuto a Edmonton e dopo poco tempo i miei genitori si sono trasferiti a Grande Prairie, in Alberta. Nella Grande Prairie c’era una sola chiesa in città, i Redentoristi si occupavano della parrocchia locale. Quindi, i Redentoristi facevano parte della mia famiglia, la mia educazione fin da piccolo per quanto ricordo. E così, quando ho iniziato a sentire una spinta verso la vocazione, la prima chiamata non fu al sacerdozio, ma ai Redentoristi.
Da giovane ho notato che erano molto vicini alla gente, e che spesso erano nel nostro salotto attorno al nostro tavolo da pranzo, giocavamo a carte e mangiavamo insieme … mentre pensavo alla vocazione religiosa naturalmente pensavo a ciò, alla vita comunitaria che offrivano, la vicinanza che mostravano come parte del loro carisma.
Quando lavoravo a Saskatoon con i nativi della parrocchia di St. Mary, mi sentivo davvero chiamato a lavorare con le persone delle prime nazioni in Canada, in particolare con la gente del nord. Ho avuto il privilegio di poter andare a servire come parroco e pastore. Così, quando papa Francesco mi ha nominato vescovo, ero entusiasta dell’opportunità di restare e continuare a lavorare in quell’ambiente. Lavorare nella diocesi, ha significato una continuazione della mia vocazione redentorista.
D. Come identifica il ruolo dei laici nella Chiesa?
R. Il ruolo dei laici nelle chiese di oggi è molto importante. Dove lavoro se non fosse per i laici, la Chiesa non esisterebbe più. Cerchiamo di offrire i sacramenti il più possibile. Ma per la maggior parte, i laici sono i soli che fanno il lavoro ogni giorno di insegnare alle nuove generazioni la fede e di mantenere la chiesa aperta, di fornire servizi dove spesso non ci sono sacerdoti per settimane o mesi consecutivi . Quindi, senza laici, cesseremo di esistere nella diocesi settentrionale. La diocesi in cui lavoro dal momento che contiamo tanto sui laici, abbiamo bisogno di un vero senso di collaborazione che non riguardi il sacerdote che fa tutto il lavoro o che non si tratta di sapere più sui laici. Si tratta davvero di un senso di comunità, un senso di lavorare insieme per condividere la fede.
D. Cosa ne pensa dell’influenza dei media oggi?
R. Penso che i nuovi modi di usare i media, sia che si tratti di Internet, di Facebook, di siti Web o di blog, è un modo importante di comunicare perché è così che i giovani comunicano in questi giorni. Anche se non ci sono la domenica, possono ricevere messaggi attraverso varie forme di media. La mia esperienza è che solo condividendo le mie storie sul mio sito web o sulla nostra pagina diocesana di face-book posso collegarmi con persone che eventualmente potrebbero essere in cerca di qualcosa di interessante da leggere. Potrebbero non andare volontariamente a cercarti, ma navigando potrebbero trovare qualcosa che attira la loro immaginazione o si entusiasmino riguardo alle possibilità e per ciò non si può sempre pianificare il modo con cui arrivano le persone, ma quando sei aperto a chiunque arrivi
D. Cosa vorresti dire come conclusione?
R. Dove lavoro, sono molto grato per la mia nuova vocazione di vescovo nel Canada del Nord. E se c’è qualche Redentorista là fuori che sta guardando questo video e sta cercando un’esperienza nel servire i poveri in una parte molto interessante del mondo, per favore non esitare a chiamarmi e sarò felice di incontrarvi e di parlarne.
Il video dell’intervista (in inglese):
“Never doubt that God is at work in our lives,” Bishop Jon Hansen
The Redemptorist Bishop Jon Hansen (Bishop of Mackenzie-Fort Smith Diocese, in Northern Canada) shares about his personal life and his ministry to the First Nations people of Canada with Scala News on 3rd of September at St. Alphonsus’ House, Rome.
Pubblicato da C.Ss.R – Redemptorists English su Venerdì 7 settembre 2018
Scala News