Nei sobborghi vi è carenza di parrocchie e chiese. Tra il 2016 ed il 2019, la Chiesa ha costruito 22 punti missionari; l’obiettivo è realizzarne 50 in tutto. Questi luoghi rivestono un ruolo centrale per l’evangelizzazione. Ad An Thới Đông e Doi Lầu, dove non vi erano cattolici, ora vi sono comunità vivaci. L’impegno rinnovato nel Mese missionario straordinario.
(Ho Chi Minh City) – In preparazione al Mese missionario straordinario di ottobre 2019, voluto da papa Francesco, la Chiesa di Hồ Chí Minh City rilancia il suo impegno sociale nelle “Vùng Ngoại Biên” – le periferie della città. L’amministratore apostolico, mons. Joseph Đỗ Mạnh Hùng, ha di recente annunciato alla comunità che l’arcidiocesi sta provvedendo all’acquisto e alla costruzione di 50 “punti missionari” nei sobborghi, dove vi è carenza di parrocchie e chiese.
La città ha ormai raggiunto una popolazione di 14 milioni di persone: 9 milioni di residenti (compresi oltre 700mila cattolici) e 5 milioni di lavoratori migranti. Ciascuno dei punti missionari è destinato ad accogliere 6mila di questi ultimi. Una volta che tutti i centri saranno ultimati, nei prossimi anni l’arcidiocesi potrà prendersi cura di circa 300mila migranti, cattolici e non. Tra il 2016 ed il 2019, la Chiesa ha costruito 22 punti missionari. Tra questi, otto possono contare su celebrazioni eucaristiche giornaliere, attività pastorali ed opere missionarie.
Nell’annuncio del Vangelo in Vietnam, rivestono un ruolo centrale le eroiche testimonianze di fede rese da alcuni sacerdoti e le attività svolte nei loro punti missionari. Solo 25 anni fa, ad An Thới Đông (nel distretto di Cần Giờ, alla periferia di Ho Chi Minh City) non vi erano cattolici. A piantare i semi della Buona Novella è stato p. Stephano Chân Tín, sacerdote della Congregazione del Santissimo Redentore (i padri redentoristi). Arrestato dalle autorità comuniste, tra il 1993 ed il 1996 p. Chân Tín è confinato nel comune; decide dunque di avviare la sua opera missionaria in questo lembo di terra e acqua salata. Nel tempo, il sacerdote riceve l’aiuto di diversi confratelli: p. JB. Nguyễn Văn Đông (defunto), p. Peter Đinh Ngọc Lâm, p. JB. Nguyễn Bình Định, p. Atxidi Hoàng Minh Đức ed altri religiosi. Nel 2000, il punto missionario di An Thới Đông diventa una parrocchia. Dodici anni dopo, p. Chân Tín muore all’età di 92 anni. Oggi, a portare avanti il suo lavoro è il vicario p. Martin Trần Quang Vinh. La parrocchia è animata da 650 fedeli.
In tutta l’arcidiocesi, è possibile scoprire storie simili. In principio, il centro missionario di Doi Lầu, nel comune di Lý Nhơn (sempre distretto di Cần Giờ) era una piccola casa con appesa una croce dipinta di rosso. Ora, vi sono oltre 100 famiglie battezzate e circa 40 bambini frequentano i corsi di catechismo. Ogni anno, un centinaio di persone decidono di prepararsi al battesimo. Nel 2018 sono terminati i lavori per la costruzione di una chiesa che ha sostituito una cappella provvisoria. Mons. Joseph Đỗ Mạnh Hùng racconta: “Lo scorso anno, quando ho celebrato la messa nel terzo giorno del Capodanno lunare (Tết), più della metà della chiesa era occupata da non cattolici, molti dei quali bambini. Quando ho impartito il sacramento dell’eucaristia ai fedeli, questi si sono avvicinati per chiedere una benedizione”.
L’amministratore apostolico di Hồ Chí Minh City ha chiesto al clero locale di sostenere l’opera apostolica in alcuni dei 22 punti missionari dell’arcidiocesi. Tra le prime a rispondere sono state le comunità delle suore Amanti della Santa Croce di Chợ Quán e Thủ Thiêm. Le religiose hanno scelto otto giovani suore per servire nelle strutture. Negli ultimi mesi, anche i laici hanno offerto il proprio contributo. In particolare, i ragazzi e le ragazze del ministero diocesano per i Giovani. Essi hanno svolto attività sociali e caritatevoli.
(per Thanh Thuy – AsiaNews)