Dal 21 al 24 febbraio di un anno fa si svolgeva in Vaticano l’Incontro “La protezione dei minori nella Chiesa”: con Papa Francesco, i responsabili delle Conferenze episcopali di tutto il mondo. Intervista a padre Hans Zollner
Una riunione di Pastori, non un convegno di studi; quattro giorni di preghiera e discernimento, catechetici e operativi. Con queste parole un anno fa veniva presentato l’Incontro “La protezione dei minori nella Chiesa”, convocato da Papa Francesco dal 21 al 24 febbraio 2019 nell’Aula nuova del Sinodo in Vaticano, alla presenza dei responsabili delle Chiese di tutto il mondo. All’Incontro, anche persone di diversi continenti che raccontarono la loro esperienza di abusi. Padre Hans Zollner, membro della Pontificia Commissione per la protezione dei minori e presidente del Centro della protezione dei minori della Pontificia Università Gregoriana, parla dei risultati di quella riunione al microfono di Gudrun Sailer, della redazione tedesca di Radio Vaticana – Vatican News.
Un anno fa si è tenuto in Vaticano il vertice sulla protezione dei minori. Da allora, quali azioni e decisioni concrete sono state prese e cosa è cambiato nel modo di affrontare la questione da parte della Chiesa?
R. – Abbiamo avuto 9 leggi, soprattutto “Vos estis lux mundi – Voi siete la luce del mondo”, in cui sono state introdotte alcune norme che riguardano per esempio l’obbligo di erigere un ufficio per le denunce di accuse in ciascuna diocesi, che implica anche l’obbligo di denunciare da parte di sacerdoti o di religiosi quando sanno di abuso o sospettano abuso presso l’autorità ecclesiastica competente, e anche l’inizio di alcuni passi da svilupparsi per la cosiddetta accountability, cioè il rendere conto riguardo il modo in cui un vescovo, un provinciale eseguono le loro competenze, i loro compiti, rispetto a queste domande.