Padre Rogério Gomes: “il Bambino di Betlemne comunica la vita nuova, il sorriso di Dio”

0
360

Auguri di Natale dal Superiore Generale

I Confratelli,
Zdzislaw (Francisco) Stanula, Paul Vihn, Nicolás Ayouba,
Ivel Medanha, Jairo Díaz, Larry Lujan e Rogério Gomes,

AUGURANO

A tutti i Confratelli,
Alle Congregazioni e agli Istituti che fanno parte della Famiglia Redentorista,
Alle Monache Redentoriste,
Ai nostri fratelli Vescovi Redentoristi,
Agli Aspiranti, Postulanti e Novizi,
Ai Laici e alle Laiche associati alla nostra missione e agli Oblati Redentoristi,
Alla Gioventù Missionaria Redentorista,
E ai gruppi di Ex Seminaristi Redentoristi.

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO!

  1. L’anno 2022 sta finendo il suo corso! Un anno impegnativo a tutti i livelli, ma anche un anno di apprendimento per tutti noi. Convivere con l’insicurezza lasciata dalla pandemia, con gli orrori della guerra e della violenza diffusi in tutto il mondo e con l’incertezza del futuro sembra spaventarci. Siamo umani, desideriamo sicurezza e protezione. Tuttavia, questo non è un motivo di scoraggiamento. Ogni missionario redentorista ha cercato, a modo suo, di incoraggiare il suo gregge nelle varie opere apostoliche che ha svolto. Questo dovrebbe riempirci di gioia e orgoglio, non per la nostra autoreferenzialità, ma per la consapevolezza che possiamo fare molto di più e farlo meglio. Il Redentorista è sempre inquieto nel suo dinamismo missionario fondato sul Redentore. E quando diventiamo compiacenti è perché stiamo perdendo questa fiamma. Dobbiamo recuperarla!
  2. Nonostante le nostre incertezze, il Paraclito non ci lascia soli. Abbiamo fatto l’esperienza della Pentecoste attraverso il XXVI Capitolo Generale, che ci ha lasciato cinque temi da approfondire durante il sessennio: la nostra identità, la nostra missione, la nostra vita consacrata, la formazione e la leadership redentorista. Esso si è concluso proponendo il motto del sessennio: Missionari della Speranza, sulle orme del Redentore. Cosa significa questo per ognuno di noi individualmente e come comunità? Come comunichiamo questa Speranza che ha la sua sorgente nel Redentore e ci porta a camminare con Lui?
  3. In questo groviglio di eventi, celebriamo il Natale, una realtà che tocca profondamente il mistero della Redenzione e la nostra speranza. Paradossalmente, il Bambino di Betlemme prende su di sé tutte le fragilità del mondo e comunica la vita nuova, il sorriso di Dio per l’umanità. Egli trasmette la Speranza nell’essere umano, scegliendo per libero arbitrio e amore supremo di essere uno di noi. “O Verbo Incarnato, voi vi siete fatt’uomo per accendere ne’ nostri cuori il divino amore, e come avete potuto poi incontrare tanta sconoscenza ne’ cuori degli uomini? Voi per farvi da essi amare non avete risparmiato niente, vi siete indotto sino a dare il sangue e la vita; e come poi gli uomini vi sono così ingrati? Forse non lo sanno? Si lo sanno, e lo credono, che per essi voi siete venuto dal cielo a vestirvi di carne umana ed a caricarvi delle nostre miserie”… (Sant’Alfonso Maria de Liguori. Novena del Santo Natale. Disc. I. Colloquio). Questo profondo Mistero si confronta con la nostra fede e ci fa fare un ulteriore passo: credere nell’essere umano, nonostante le sue contraddizioni. Ci fa credere che, nonostante il male nel mondo, il bene prevale. Pertanto, l’umanità ha un futuro e spetta a noi oggi fare la nostra kenosi a partire dalla nostra consacrazione e dal Vangelo che predichiamo. Per noi Redentoristi, celebrare il Natale è ricordare (passare attraverso il cuore) la dimensione profonda della nostra spiritualità!
  4. Con la forza del Redentore, nato nella grotta di Betlemme, e con sua Madre Maria, nostro Perpetuo Soccorso, iniziamo l’anno 2023. Cosa ci aspetta? La speranza! La speranza è come una madre: tenera, ci racconta storie, ci fa sognare, sa dire di “no”, taglia il cordone ombelicale dell’illusione e ci fa camminare sulle nostre gambe. Anche quando cadiamo, non ci abbandona e ci fa sognare e preparare il futuro da adulti. La speranza non ci inganna! Per questo vorrei invitare ogni confratello, tutti i formandi e i laici che fanno parte della missione a pregare, meditare e mettere in pratica il motto del sessennio: “Missionari della speranza sulle orme del Redentore”, insieme ai temi trattati nel capitolo: la nostra identità, la nostra missione, la nostra vita consacrata, la formazione e la leadership redentorista. Con l’entusiasmo che scaturisce dallo Spirito, gettiamo le reti in acque più profonde in obbedienza alla Parola del Signore (cfr. Lc 5,4).
  5. Se vogliamo dare un volto di speranza alla Congregazione, dipende da ciascuno di noi. E tutto dipende dall’apertura personale e dal lavoro di squadra. Siamo un unico corpo missionario (cfr. Cost. 2), con le nostre differenze che ci arricchiscono, che sogna e lavora insieme per un unico obiettivo: l’annuncio della Redenzione agli abbandonati. E cosa annunceremo se non abbiamo la Speranza che viene dal Vangelo? Quale testimonianza daremo se non siamo capaci di lavorare insieme? Quali parole di Speranza pronunceremo se non crediamo in ciò che predichiamo? Il Signore ci chiama ad iniziare l’anno facendo la nostra kenosi e dando il meglio di noi stessi nel nostro lavoro, nella nostra comunità e con il popolo di Dio!
  6. Infine, con il nuovo anno il processo di ristrutturazione e riconfigurazione prende forma con l’inaugurazione di nuove province. In mezzo a tutto questo c’è lo Spirito che guida la Congregazione. Egli è fedele e seguirà ogni confratello in questo processo. Ma questo processo non è una conformazione di strutture. Se così fosse, ci sarebbero mezzi molto più efficienti, come nel mondo degli affari. Per noi è un processo spirituale: esodo, Pasqua, incarnazione, kenosi, distacco, Eucaristia, conversione del cuore e della mentalità, obbedienza allo Spirito che si manifesta nei cenacoli dei nostri capitoli generali e provinciali e, infine, sentire con la Chiesa e fare con lei, come congregazione e vita consacrata, il nostro cammino sinodale. Il Signore cammina con noi, anche se non lo vediamo. Quello che non possiamo fare è perdere la capacità di far ardere il nostro cuore… (cfr. Lc 24, 32).
  7. Che Sant’Alfonso ci aiuti a comprendere la dimensione profonda del Natale e che con Maria, Madre della Speranza, Nostro Perpetuo Soccorso, possiamo iniziare un nuovo anno e un sessennio benedetto dal Signore della Mietitura e Pastore del Gregge che cammina con noi ed è la ragione del nostro servizio ai più abbandonati.
    Buon Natale e felice Anno Nuovo a tutti!

Fraternamente, in Cristo Redentore.

Rogério Gomes, C.Ss.R.
Superiore Generale