Messico-Migranti: i Redentoristi chiedono sicurezza per evitare tragedie come l’incendio di Ciudad Juarez

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“I Missionari Redentoristi in Messico si rammaricano per la morte dei nostri fratelli migranti, nell’incendio del soggiorno provvisorio dell’Istituto Nazionale per i Migranti, a Ciudad Juárez. Ci uniamo nella preghiera per il loro eterno riposo, chiediamo al Dio della vita di riempire di forza coloro che sono in salute delicata a causa di un evento così sfortunato, che i loro parenti trovino conforto e forza in Dio nostro Signore.
Chiediamo alle autorità di attuare le azioni necessarie per garantire la sicurezza dei nostri fratelli migranti in ogni momento del loro transito attraverso il nostro Paese, di procurare sempre per loro un trattamento dignitoso. Redentoristi Messico”

Così si legge nel comunicato che i nostri fratelli Redentoristi in Messico hanno pubblicato attraverso varie piattaforme social in occasione della triste tragedia che ha causato tanti morti.

Secondo le agenzie, nel pomeriggio di martedì 28, il governo messicano aveva portato a 40 il numero dei migranti uccisi da un incendio in un centro dell’Istituto Nazionale delle Migrazioni (INM) a Ciudad Juárez, al confine con gli Stati Uniti Uniti, e ha contato il numero dei feriti a 28. Ma, ore dopo, ha corretto il numero dei morti a 38, la maggioranza guatemaltechi. A causa di ciò, un gran numero di migranti ha manifestato per chiedere giustizia, martedì sera, davanti al luogo dell’incendio. La protesta è stata pacifica e si è svolta anche una veglia di preghiera per i migranti che avevano perso la vita il giorno prima.

Il governo messicano ha ricevuto forti critiche dalle organizzazioni per i diritti umani per aver accettato le politiche statunitensi e aver dispiegato più di 20.000 elementi delle forze armate alle frontiere per compiti di immigrazione. Il ministro degli Esteri messicano, Marcelo Ebrard, ha indicato che il 28 ha stabilito contatti con i governi di Colombia, Ecuador, Guatemala, Honduras, El Salvador e Venezuela “per denunciare la tragedia avvenuta a Ciudad Juárez e sostenere i loro consolati per aiutare le vittime e famiglie colpite.

I Redentoristi in Messico vivono una “Opzione per i nostri fratelli migranti”

A San Luis Potosí, dall’aprile 2021, i Redentoristi hanno aperto le porte della loro comunità per fornire sostegno ai nostri fratelli migranti, in particolare con orientamento legale, cibo, alloggio e soprattutto uno spazio sicuro dove si sentono liberi e protetti. Fratel Jesús Roberto Ávalos, CSsR ha seguito da vicino questo processo che la comunità redentorista ha assunto. Uno degli elementi chiave di questa operazione è stata la collaborazione con il PPNNA (Procuratore per la Protezione di Ragazzi, Ragazze e Adolescenti dello Stato di San Luis Potosí) e il coordinamento con i consolati di El Salvador, Honduras e Guatemala. Inoltre, c’è l’aiuto dei parrocchiani del Santuario del Perpetuo Soccorso. La nuova comunità redentorista (2023-2026) in quella città ha ribadito il suo impegno verso questi soggetti vulnerabili. Il suo progetto è quello di ampliare e migliorare le strutture di accoglienza, garantendo un supporto completo.

Scala News