Nell’ambito della celebrazione del 203° anniversario dell’indipendenza dei Paesi dell’America Centrale il 15 settebre, gli juniores della Provincia Madre del Perpetuo Soccorso, America Centrale e Caraibi, hanno svolto un ritiro spirituale, come di consueto ogni mese. Con la forza e la presenza dello Spirito Santo siamo stati accompagnati dal p. Juan Pablo Roldán, della provincia di Pedro Donders, in Argentina.
In questo spazio di preghiera e riflessione sono stati pronunciati nuovamente i voti religiosi. Padre Juan Pablo ha iniziato con un’introduzione invitando a tenere presente che Gesù è la ragione ultima dell’esistenza della vita consacrata ed è Lui che fa l’invito a questa Congregazione. L’incontro con Gesù segna, ed è il motivo della sequela, che diventa un processo di configurazione a Cristo. Pertanto, i consigli evangelici devono essere vissuti in una prospettiva teologica, integrando la dimensione umana e spirituale, per arrivare a un’autentica identità cristologica.
Cristo è colui che prende l’iniziativa, generando un certo impatto che porta a rispondergli con libertà e, quindi, a seguirlo con uno spirito di accettazione, sapendo di dover assumere le condizioni che questa chiamata comporta. Questa scelta che viene fatta è vista come un’alleanza, come la storia della salvezza; l’alleanza di Dio con il suo popolo nell’Antico Testamento e un’alleanza definitiva nel Nuovo Testamento. Il dinamismo di questa alleanza è l’amore.
I tre voti sono uno nella prospettiva dell’amore: amare Dio e il prossimo con tutto il cuore (castità); amare Dio con tutta l’anima (obbedienza); amare Dio con tutte le forze (povertà). Il primo incontro si è concluso sottolineando che la vita consacrata non ha una missione, ma è una missione, mentre il secondo incontro si è concentrato sul discepolato e sulla castità sostenuta dalla grazia. Si è parlato di una castità vissuta in fraternità con relazioni di amicizia reciproca, gratuita e amorevole, libera dalla dipendenza, dalla violenza e dall’oppressione e di una sessualità integrata.
Nello spazio personale di meditazione ci è stata data la possibilità di riflettere sull’indifferenza che esiste oggi nei confronti del sacro e siamo stati sfidati ad essere capaci di vivere la nostra consacrazione in modo proattivo di fronte all’indifferenza religiosa: per conoscerla meglio, per essere vicini ad essa, per promuovere il risveglio della fede e della preghiera, in modo che dica qualcosa al mondo di oggi.
Ringraziamo Dio per averci permesso di incontrarci e condividere tra le due province, affrontando un tema che non dobbiamo dimenticare: i voti religiosi, sui quali è sempre bene riflettere, rafforzandoli e prendendo forza per viverli con gioia, amore e fedeltà.
Fr. Ervin Danny Calero Álvarez CSsR