Se la Natura e l’Islandese si incontrassero circa due secoli dopo?

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L’articolo di Prof.ssa Sacco F. e St. Pastina F. publicato sul Blog dell’Accademia Alfonsiana

Il 17 luglio 2024 Papa Francesco ha pubblicato una lettera sul ruolo della letteratura nella formazione. Il Papa esorta a un maggiore utilizzo della letteratura nella formazione sacerdotale e, più in generale, nella crescita spirituale dei cristiani. Sottolinea il ruolo attivo del lettore nell’interpretazione del testo letterario, contrastando l’impoverimento intellettuale causato da un eccessivo consumo di media superficiali. La letteratura, secondo il Papa, promuove l’empatia, il discernimento spirituale e una più profonda comprensione della condizione umana, favorendo un dialogo autentico con la cultura e la fede. Più precisamente, Egli indica la letteratura come strumento per “toccare il cuore” degli altri e come “palestra di discernimento”, utilizzando esempi di autori classici e moderni. Il Pontefice dichiara, dunque, l’importanza della letteratura per un annuncio evangelico efficace e incarnato.

Leggendo questa lettera mi è venuto in mente il Dialogo della Natura e dell’Islandese di Giacomo Leopardi[1], e mi sono chiesta se fosse scritto oggi, come suonerebbe? Ho lanciato la sfida agli studenti del V anno di Teologia della PFTIM Sez. San Luigi – Napoli. Uno di loro Francesco Pastina l’ha accolta. Il testo che ha prodotto mi sembra interessante e credo valga la pensa condividerlo. È partito dalla descrizione breve di Leopardi e dell’opera in questione; successivamente ha operato una reinterpretazione ambientata nel contesto contemporaneo. A differenza dell’originale, in cui la Natura è matrigna e insensibile, qui assume il ruolo di accusa nei confronti dell’uomo contemporaneo, responsabile di catastrofi ambientali, perdita di biodiversità e alterazioni climatiche. Questa scelta non intende alterare il pensiero di Leopardi, ma adattarne i temi alle urgenze ecologiche del nostro tempo, seguendo un percorso che integra dati scientifici, filosofia, magistero e diritti dell’ambiente.

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[1] Giacomo Leopardi (1798-1837) è considerato uno dei più grandi poeti e pensatori italiani. Tra le sue opere principali ricordiamo le Operette morali (1824-1832), una raccolta di dialoghi e prose filosofiche che esplorano temi dell’esistenza umana come: sofferenza, desiderio di felicità e l’indifferenza della natura verso gli esseri umani. Sicuramente, tra i brani più noti, troviamo il Dialogo della Natura e di un Islandese. In questa opera la Natura è rappresentata come una figura impersonale e indifferente, lontana dalla concezione romantica che l’ha idealizzata come buona e armoniosa. Nel dialogo, un viaggiatore islandese si confronta con la natura accusandola di essere crudele, matrigna e responsabile della sofferenza dell’uomo. La natura risponde con totale indifferenza: il mondo, dice, non è stato creato per l’uomo, ma segue le proprie leggi autonome.