Voi siete l’adesso di Dio

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Foto: Jeffrey Bruno, CC BY-SA 2.0 , via Wikimedia Commons

voi siete l’adesso di Dio (ChV, n. 178)

Nel divenire del nostro percorso abbiamo già avuto modo di evidenziare che Christus vivit è un documento scritto “per” i giovani e “con” i giovani. Ad affermarlo – lo ricordiamo ancora una volta – è stato lo stesso papa Francesco, il quale, proprio all’inizio della sua Esortazione (cf. ChV, n. 4), “confida” a tutti noi che per la stesura di questo testo magisteriale si è «lasciato ispirare dalla ricchezza delle riflessioni e dei dialoghi del Sinodo» che hanno visto protagonisti tanti giovani credenti, ma anche dalle domande «di giovani non credenti» che in diversi modi hanno voluto partecipare alla riflessione sinodale.

Come nel Sinodo, il Papa continua a «guardare i giovani con l’atteggiamento di Gesù, per discernere nella loro vita i segni dell’azione dello Spirito» (DF, n. 64). Anche oggi, si legge nel Documento finale dell’assise sinodale, «Dio parla alla Chiesa e al mondo attraverso i giovani, la loro creatività e il loro impegno, come pure le loro sofferenze e le loro richieste di aiuto. Con loro possiamo leggere più profeticamente la nostra epoca e riconoscere i segni dei tempi; per questo i giovani sono uno dei “luoghi teologici” in cui il Signore ci fa conoscere alcune delle sue attese e sfide per costruire il domani» (Ibid.).

il vero centro di gravità

Ai giovani si rivolge il Pontefice, nel “cuore” dell’Esortazione, il IV capitolo, per annunciare loro «la cosa più importante, la prima cosa, quella che non dovrebbe mai essere taciuta» (ChV., n. 111), ovvero (1) che Dio Padre è Amore e che ama infinitamente e senza condizioni ogni sua creatura (cf. Ibid., nn. 112-117); e, ancora, (2) che Gesù Cristo, per amore, ha dato se stesso sulla croce così da ricondurre al Padre tutti i suoi figli (cf. Ibid., nn. 118-123); e (3) che Egli, il Cristo Risorto, vive, non è un ricordo chiuso nel passato, ma “presenza” che continuamente invita a camminare nello Spirito (cf. Ibid., nn. 130-133) verso un orizzonte sempre nuovo (cf. Ibid., nn. 124-129).

Queste «tre grandi verità che tutti abbiamo bisogno di ascoltare sempre» (Ibid., n. 111) costituiscono il «grande annuncio del Vangelo» (Ibid., n. 134) ricorda il Papa, e non a caso sono poste da lui in quello che a nostro avviso rappresenta il “vero centro” dell’Esortazione. «Come si vive la giovinezza quando ci si lascia illuminare e trasformare dal grande annuncio del Vangelo? È importante porsi questa domanda, – esclama Francesco – perché la giovinezza, più che un vanto, è un dono di Dio: “Essere giovani è una grazia, una fortuna”. È un dono che possiamo sprecare inutilmente, oppure possiamo riceverlo con gratitudine e viverlo in pienezza» (Ibid., n. 134)

Giovane chi sei?

La gioventù, continua il Santo Padre, «non è un oggetto che può essere analizzato in termini astratti. In realtà, “la gioventù” non esiste, esistono i giovani con le loro vite concrete» (Ibid., n. 71). La stessa Sacra Scrittura ci parla di giovani concreti: Giuseppe, Gedeone, Samuele, Saul, Davide, Salomone, Geremia, Rut (cf. Ibid., nn. 6-21), come anche di Maria (cf. Ibid., nn. 43-48) e del giovane Gesù (cf. Ibid., nn. 23-33). L’incontro con “questi giovani concreti” e quello con i “giovani Santi” che sono stati, nel loro tempo, veri “profeti di cambiamento” (cf. Ibid., nn. 49-63), ci aiuta a comprendere che agli occhi di Dio ogni giovane è “speciale” (Is 34,4), non è «un materiale “usa e getta”» da scartare, ma il Suo «adesso» (cf. Ibid., n. 64 ss). Un “adesso” capace di sognare, perché i sogni ispirano le decisioni e proiettano verso il futuro vincendo l’ansia, la rassegnazione, e ogni forma di paralisi e immobilismo (cf. Ibid., nn. 136-143). Un “adesso” capace di vivere pienamente anche il presente, di sfruttare al massimo le possibilità che la vita offre usando delle proprie energie per cose buone (cf. Ibid., nn. 144-149; nn. 158-178). E, infine, un “adesso” capace di «mettere radici», ovvero in grado di «scoprire la ricchezza viva del passato, facendone memoria e servendosene per le proprie scelte e possibilità» (cf. Ibid., nn. 179-121).

Se giovani, adulti, e anziani, camminano insieme, allora, il presente è ben radicato, e da questa posizione è possibile frequentare il passato e il futuro (cf. Ibid., n. 199).

Antonio Donato, C.Ss.R.