La Porta Santa della Riconciliazione e della Speranza

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L’articolo di Rockwin Prakash Pinto, dottorando Accademia Alfonsiana, pubblicato sul Blog dell’Accademia.

Questo post continua la serie sulle parole chiave del Giubileo 2025, concepite in forma dialogica: a un primo contributo di un docente dell’Alfonsianum segue un secondo contributo scritto da uno studente. Seconda parola chiave: Porta – Post 2/2.

“Ecco: sto alla porta e busso” (Ap 3,20) sono state le parole che mi sono risuonate nel cuore mentre assistevo in TV all’apertura della Porta Santa da parte del Romano Pontefice, attraverso il gesto simbolico del bussare, che è un ‘ponte’ tra Dio e il suo popolo in quanto rappresenta Cristo come suo vicarius nonché vicarius Petri che rappresenta la ‘comunità perdonata’ di coloro che sono battezzati e lavati dal sangue di Cristo (1Cor 6,11). La lettura ecclesiologica del testo, illustrata brevemente dal prof. Belinski, lo descrive come la porta che immette in un edificio che raccoglie una comunità preparata alla “conversione morale” per partecipare al pasto offerto da Cristo. Non è altro che il nutrimento offerto dalla Chiesa attraverso i beni spirituali nei suoi sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia. Per questo, il “passaggio” attraverso le Porte Sante è un momento significativo per chi crede in Cristo risorto. L’anno giubilare comporterà l’afflusso di pellegrini dai diversi volti della Chiesa pellegrina grazie a due segni importanti: il pellegrinaggio e l’indulgenza. Infatti, questi sono gli obiettivi di tutti gli eventi importanti previsti per il Giubileo 2025, a partire dai professionisti della comunicazione alla fine di gennaio.

Come già riportato, lungo la Via della Conciliazione rinnovata per questa speciale occasione, solo nelle prime due settimane di Giubileo, mezzo milione di pellegrini guidati dalla croce giubilare hanno già varcato la porta più rappresentativa del Giubileo, quella della Basilica di San Pietro, la chiesa costruita sulla tomba di San Pietro, la “roccia” su cui Gesù ha voluto costruire la sua Chiesa. È interessante notare che il rituale di attraversare la soglia della Porta Santa non faceva parte del giubileo all’inizio, anche se, secondo le fonti, fu iniziato da Papa Martino V nel 1423 nella Basilica di San Giovanni in Laterano e nel 1499 le Porte Sante furono aperte nelle altre basiliche, compresa quella di Pietro, da Papa Alessandro VI. 

Può passare inosservata, ma la Porta Santa in bronzo di San Pietro è in grado di parlare del significato del giubileo e del suo significato per tutti coloro che ne varcano la soglia toccandola e baciandola delicatamente. Come narrano le Sacre Scritture, la porta chiusa da Dio del paradiso, quindi, la “speranza perduta” nella Genesi è ripresa dall’avvento di Cristo in carne umana, evento che il Giubileo sacro commemora, per culminare nell’“apertura di 12 porte” della Gerusalemme celeste (Ap 21,12-13). Ciò è ben rappresentato nei 16 pannelli della Porta Santa di San Pietro, dove i primi due pannelli rappresentano la “speranza perduta”, i successivi 13 pannelli la salvezza offerta dall’evento “unico” di Cristo e, infine, il sedicesimo pannello raffigura Papa Pio XII che apre la Porta Santa accompagnato dalle parole di Ap 3,20, dove Cristo bussa alla porta del cuore di ciascuno e vuole “abitare e cenare” con chi gli apre il cuore. Il 12° pannello che riporta il dialogo di Gesù con il “buon ladrone” aggiunge significato al gesto di Papa Francesco di quest’anno, aprendo una “speciale Porta Santa” al carcere romano di Rebibbia per offrire loro un messaggio di speranza. L’attuale porta del Giubileo, inaugurata nel 1950, riflette la miseria umana inflitta dalle guerre e il mondo che guarda alla Chiesa in attesa di un messaggio di speranza.

Infine, non è detto che tutte le porte guidino sempre l’uomo verso la vita. Per esempio, i portali digitali, in quanto porta d’accesso al mondo attraverso il web, possono condurci alla speranza o alla disperazione, alla vita o alla morte, alla luce o all’oscurità, poiché non tutte le porte sono sacre e conducono alla beatitudine duratura. Inoltre, questi portali guidati da algoritmi più avanzati possono tenere le persone “impegnate” a beneficio di alcuni, ma l’informazione non è verità, la facile accessibilità non è libertà e le risposte semplificate non danno vita, perché la porta della vita è “stretta” (Mt 7:13ff; Lk 13:24). La Porta Santa evoca Gesù come unica porta che conduce alla vita, in quanto è il mediatore “unico” (Gv 10,9) e chiunque entri nella Chiesa attraverso questa Porta Santa con il cuore aperto a Cristo diventa “pietra viva” del regno di Dio sulla terra per gli altri (1Pt 2,4-5).

Il testo originale in inglese

Riferimenti:

  1. V. Noè, The Holy Door in St. Peter, ATS Italia Editrice, Roma 1999. This book, authored by the French cardinal, describes all the sixteen panels of St Peter’s Holy Door.
  2. R. Fisichella, I segni del giubileo. Il pellegrinaggio, la città di Pietro e Paolo, la Porta Santa, la professione di fede, la carità, l’indulgenza, San Paolo, Cinisello Balsamo, MI 2015, 85-98.
  3. F. Merlo, «Half a million pilgrims have already crossed the threshold of St Peter’s Holy Door», www.vaticannews.va, 7 January 2025, in https://www.vaticannews.va/en/vatican-city/news/2025-01/half-a-million-pilgrims-have-crossed-the-holy-door-in-st-peter-s.html [accessed on 08-01-2025].
  4. A. Lomonaco, «Popes and Jubilees. The opening of the Holy Door in history», www.vaticannews.va, 24 December 2024, in https://www.vaticannews.va/en/pope/news/2024-12/popes-jubilees-holy-door-history.html [accessed on 09-01-2025].