Omelia del P. Michael Brehl, CSsR, per la festa di San Matteo

Omelia del P. Michael Brehl, CSsR, per la festa di San Matteo

Care sorelle e fratelli in Cristo nostro Redentore,

oggi, nel contesto di questa seconda settimana della nostra fase canonica come Capitolo generale, celebriamo una festa straordinaria: San Matteo, Apostolo. Il Vangelo racconta la storia della sua vocazione: “Seguimi”, e Matteo si alzò e seguì Gesù.

La chiamata di Matteo fu un grande shock per gli altri discepoli. Erano onesti lavoratori, buoni religiosi e donne. Ma Matteo era un collaboratore degli oppressori, un peccatore pubblico, un esattore delle tasse!

Ma questa chiamata è solo l’inizio. Stupito di essere stato chiamato da Gesù, Matteo apre la sua casa, riunisce altri esattori delle tasse e peccatori per sedersi a tavola e mangiare con Gesù e con gli altri discepoli. Che shock deve essere stato non solo per i farisei, ma anche per Giacomo e Giovanni, per Simon Pietro e Andrea e per tutti gli altri. Ma Matteo conosceva la sua nuova missione: se Gesù può chiamare e accogliere me per seguirlo, accoglierà anche tutti gli altri che così spesso vengono “lasciati fuori”. Dio vuole misericordia, non sacrifici sacri. Dio chiama tutti: peccatori e santi, sani e malati, vecchi e giovani, uomini e donne… Al banchetto di Dio c’è posto per tutti!

Mentre Gesù cammina, vede ognuno di noi questa mattina. Come Matteo, anche oggi chiama ciascuno di noi: “Seguitemi!”. Questo è il significato di questo bellissimo dipinto di Caravaggio. Notate che, in questo dipinto, Matteo è vestito con gli abiti contemporanei del XVI secolo – non come un esattore delle tasse nella Galilea del primo secolo! Matteo sembra rispondere a Gesù con una domanda – lo vediamo nei suoi occhi: “Chi? Io? Lo dici seriamente?”. Sì, Gesù lo dice seriamente.

Questa mattina, Gesù parla a voi, a me, e chiama anche noi a seguirlo. Oggi. Professi Redentoristi e Collaboratori Laici, Sacerdoti e Fratelli, Donne e Uomini, Sorelle e Mogli… Giovani e anziani… Il momento è adesso! Gesù continua a camminare nel nostro mondo ferito. Cammineremo con lui?

Cosa significa camminare con lui oggi? Matteo sapeva istintivamente quello che abbiamo sentito questa mattina nella prima lettura: Sostenetevi a vicenda con amore, siate un solo corpo, condividete un solo Spirito. Anche se abbiamo ministeri diversi, condividiamo tutti un unico scopo: costruire l’unico corpo di Cristo.

Mentre camminiamo con Gesù questa settimana, egli ci invita a riflettere sulla nostra identità redentorista, sulla nostra missione e, oggi, sulla nostra comunità. La sua chiamata è urgente. Non indugiate, non lasciatelo passare, continuando a camminare da soli… Con Gesù, formiamo un solo corpo missionario in un solo Spirito missionario. Insieme, costruiamo l’unico Corpo di Cristo in questo nostro mondo ferito.

Maria, Madre della Misericordia, aiutaci a comprendere la chiamata di tuo Figlio: “Voglio misericordia, non sacrifici. Sono venuto a chiamare i peccatori”. Poveri peccatori quali siamo, ti chiediamo di accompagnarci nel nostro cammino di discepoli missionari, oggi e sempre.

Amen!