UN SOLO CORPO: Annuncio di gioia

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UN SOLO CORPO– 05

GIOIA
Suggeriamo di preparare uno spazio accogliente per la preghiera comunitaria. Oltre all’Icona di NS del Perpetuo Soccorso, si possono allestire dei fiori, il cero pasquale acceso, altri elementi che accennano alla gioia e alla speranza…
ANNUNCIO DI GIOIA
Fa senso parlare di gioia in un mondo abitato dalla violenza, il terrore, la globalizzazione dell’indifferenza, la dimenticanza dei poveri…?
Si può annunciare la gioia nel contesto di una Chiesa ‘stanca’, che fa fatica a riformarsi; nel contesto di un cristianesimo che si va scoprendo minoranza, anche in occidente?
Si può proclamare la gioia nell’ambito di una Congregazione che invecchia in certe regioni del globo (Nord America, Europa), o che conosce una frenata nelle vocazioni in regioni di crescita (Asia, America latina, Africa)?
joySì, la gioia fa senso e deve essere proclamata. Perché la gioia autentica è quella che nasce dalla certezza che siamo stati redenti; dalla certezza che Dio ci ama in modo incondizionato, che ci precede, ci accompagna, ci aspetta, ci accoglie…
Essa non è una gioia frutto di conquiste, che ci inebria; o una maschera che ci aliena dalla realtà. È la gioia dei piccoli, dei semplici di cuore, il cui presagio ci assicura che, nonostante i segni negativi della vita, Dio è presente per sostenerci e sollevarci. È la gioia che scaturisce dalla convinzione che l’ultima parola della storia non appartiene al Maligno, ma a Dio, Padre Amorevole della Vita.
La gioia è un elemento intrinseco del messaggio che proclamiamo: il Vangelo, la Buona Notizia di un Dio “pazzo di amore” (sant’Alfonso) per l’umanità, soprattutto per i poveri e i piccoli: «Lo Spirito del Signore è sopra di me: mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, (…) a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19).
La certezza di quest’amore è in grado di trasformare il dolore, come la luce pasquale si proietta sulla passione e la croce. I redentoristi, “mentre annunziano la vita nuova ed eterna”, sono chiamati ad essere “davanti agli uomini segni e testimoni della potenza della risurrezione di Cristo” (C. 51). La “vita nuova” che annunziamo contiene in se un potente germoglio di risurrezione. Il Vangelo è Buona Notizia perché, in Gesù di Nazareth, Dio si mette dalla parte dei piccoli, degli oppressi, degli esclusi… per ridonare speranza, dignità, vita. E perché – seguitando i passi del Redentore – noi ci mettiamo dalla loro parte, cercando di essere per loro segni della Compassione divina, servendoli, lottando con loro per i loro diritti.
Per noi redentoristi la gioia ha due dimensioni fondamentali, come due facce della stessa medaglia. La prima è la gioia di una vita trasfigurata da un Incontro: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia” (EG 1).
La seconda faccia della gioia è quella di una vita fattasi Dono, seguendo le orme del Redentore. Due facce della stessa “Vita apostolica, che fonde insieme la vita di speciale dedicazione a Dio e l’attività missionaria dei Redentoristi” (C. 1). Discepoli e missionari, chiamati ed inviati, che vivono la gioia di essere stati amati e perdonati, la gioia di amare e perdonare.
Vite trasfigurate dall’Incontro e rese Dono per tutti, “seguitando l’esempio del nostro Salvatore Gesù Cristo” (C. 1), fanno sì che la gioia rinasca ogni giorno tra i fanciulli della scuola St. Alphonse, a Tanjonandriana (Madagascar), o tra quelli della scuola, recente ricostruita, St. Gérard, a Port-au-Prince (Haiti), dopo il terremoto. Vite redentoriste – di consacrati e laici – fanno sì che gli adolescenti del centro per bambini di strada a Pattaya (Tailandia) guardino al futuro con speranza; o che donne violentate trovino nei workshop psicospirituali di Casa Cristo Redentore, a Aguas Buenas (Porto Rico), la forza per sollevarsi con dignità.
Molte vite redentoriste – trasfigurate e donate – fanno sì che i pellegrini di Baclaran (Filipine), di Aparecida (Brasile) o di qualsiasi altro santuario redentorista nel mondo trovino accoglienza, ascolto, misericordia. O che cristiani di una parrocchia urbana, di una comunità suburbana o di una lontana cappella rurale – delle migliaia servite dai redentoristi – facciano esperienza di redenzione, condivisione fraterna, umanità rinnovata, e trovino lo stimolo per edificare la pace, la giustizia, la solidarietà.
Significativo è vedere nel volto di tanti confratelli sparsi nel mondo il gaudio di essere redenti e di servire la Redenzione, anche trovandosi in situazioni difficili, di malattia, o di vecchiaia. Volti luminosi, di una gioiosa serenità, contenti di continuare ad essere seminatori di speranza…
La tua Parola è luce ai miei passi
E adesso ci mettiamo in ascolto della Parola. Leggiamo il teso di Isaia 40,9-11:
«Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: “Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. (…) Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna;

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