L’icona della Madonna del Perpetuo Soccorso ha un lungo legame con l’Irlanda

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Secondo il P. Enright, l’icona della Madonna del Perpetuo Soccorso ha un lungo legame con l’Irlanda.
Era stata sotto la cura degli Agostiniani Irlandesi fin dal  1656, dapprima nella Chiesa di San Matteo e poi nelle loro Chiese di Sant’Eusebio e di Santa Maria in Posterula.
Fu disponibile per la venerazione pubblica fino al 1819, quando fu collocata nell’oratorio della comunità degli Agostiniani. Questo ha rotto una tradizione della venerazione pubblica che risaliva al 1499 quando l’Icona veniva dapprima venerata a San Matteo.
Il legame irlandese venne ristabilito a dicembre del 1867 quando una delle prime copie dell’icona venne ricevuta a Mount St Alphonsus, l’unica Chiesa redentorista nel paese a quel tempo.
Fu da Limerick che la devozione per la Madonna del Perpetuo Soccorso si diffuse nel tempo tra le nuove comunità redentoriste, dapprima a Dundalk e poi a Belfast, così come nelle chiese e nelle case attraverso tutta l’Irlanda.
I Redentoristi Irlandesi che risiedevano fuori di Limerick presero copie dell’Icona per portarle in Australia e Nuova Zelanda (1882), nelle Filippine (1906), nello Sri Lanka (1939) e in India (1940).
La devozione per la Madonna del Perpetuo Soccorso era già ben consolidata a Teresina (Brasile) quando i Redentoristi Irlandesi sostituirono i loro fratelli americani qui nel 1964.
“La diffusione della devozione da Limerick mostra come I Redentoristi Irlandesi avessero fedelmente preso il mandato del Beato Papa Pio IX,” ha detto P. Enright.
Nel suo discorso in occasione del Pellegrinaggio giubilare, l’Arcivescovo Martin ha detto che, “Nonostante una crescita dell’interesse qui in Irlanda nelle icone, vi è ancora una mancanza di una diffusa comprensione di ciò che è un’icona nell’arte religiosa. Le icone non sono fotografie.”
“Non sono tentativi da parte di artisti di raffigurare le loro idee personali su come Gesù o la Beata Vergine o un Santo avrebbero potuto essere. Sono piuttosto un ritratto impressionista di una fotografia: il loro compito è quello di introdurci alla contemplazione del mistero di Dio.”
Un’icona parla al cuore e evoca la riflessione di preghiera, spiega l’Arcivescovo.

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