Le Meraviglie dell’amicizia, Luciano Panella C.Ss.R.

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Importanti furono gli amici nella vita di sant’Alfonso. Di volta in volta si ravvisano rapporti segnati da profondo affetto e da intensa amicizia. Una testimonianza su tutte è riportata dal suo biografo padre Antonio Tannoia: quando nel 1762 dovette lasciare Pagani a motivo della sua ordinazione episcopale, sant’Alfonso si rivolse ai suoi confratelli esclamando: “Non dimenticatevi di me! Ah, noi dobbiamo separarci dopo esserci amati per trent’anni!”.

Nell’esperienza di vita di Alfonso, l’amicizia si fa metafora della nostra relazione con Dio e punto di riferimento per la sua proposta spirituale. Andando oltre, Alfonso riconosce che Dio non è solamente un amico, ma anche un amante. Certamente questi termini non esprimono tutto ciò che è l’amore di Dio, ma riescono a farci avvicinare alla presenza viva di Dio attraverso la pur limitata esperienza umana.

Sembra che le parole “amico” e “amicizia” ricorrano circa 600 volte nelle opere di sant’Alfonso e quasi sempre quando si parla della preghiera e della nostra relazione con Dio.

L’idea di amicizia emerge con molta chiarezza soprattutto nella sua opera Modo di conversare alla familiare con Dio: “La Grazia divina – scrive Alfonso – è quel tesoro per il quale le piccole creature e i servi si trasformano in amici cari di Colui che ci ha creati”.

Da Alfonso apprendiamo innanzitutto che l’amicizia è fondata sulla confidenza, il solo atteggiamento dal quale si può partire per condividere con l’altro i nostri sentimenti e le nostre frustrazioni. La confidenza è il preludio ad una comunicazione totale che abbracci anche i segreti più profondi; che sia libera dalla preoccupazione che, una volta svelati ad un amico, questi stessi segreti possano essere usati contro di noi. La confidenza deve, quindi, convivere con la fedeltà e con l’autenticità (quest’ultima da intendersi come l’esatto contrario della falsità).

Inoltre, Alfonso considera l’amicizia come una relazione serena nella quale esporre senza remore le proprie miserie e speranze ed i propri punti di vista: “Domanda alle persone che amano Dio con vero amore – è l’invito che ci rivolge sant’Alfonso – e queste ti diranno che chiunque, nei problemi della sua vita, ha incontrato il maggior e più genuino conforto nella conversazione amorosa con Dio”. “Condividi con Dio tutto ciò che ti accade – ci esorta il Santo – parlagli di tutte le tue preoccupazioni come lo faresti con il tuo amico più caro”. “Chiunque ama un amico – rammenta, infine – si rallegra del suo benessere come del proprio”. Perché gli amici si rallegrano dei nostri successi così come ci confortano nelle nostre cadute. In altre parole, gli amici mostrano sempre comprensione ed empatia. Alfonso ne è certo: gli amici non giudicano, ma tendono a perdonare i nostri errori!

Nella nostra tradizione di missionari redentoristi apprendiamo e viviamo esperienze che mostrano come l’amicizia è un dono prezioso quando si basa sulla fiducia, la lealtà, l’amore e il rispetto. Per molti di noi il reciproco affetto che ci si scambia nella comunità, nasce dal proposito comune di un progetto fraterno di vita nel quale l’amicizia fa in modo di desiderare che l’altro cresca e che la speranza di ognuno sia quella di dare il meglio di se stesso all’unica missione di Gesù Cristo. Potrà essere questo un progetto realizzabile anche nelle nostre comunità cristiane?

Luciano Panella C.Ss.R.

(Da In cammino con San Gerardo, aprile 2017, il mensile della Famiglia Redentorista)