Foto de Angel De Mesa/Baretang Bikolnon
CITTA’ di LEGAZPI, maggio 25, 2017 – La comunità redentorista e le organizzazioni di giovani offrono preghiere e candele accese nella Chiesa redentorista oggi per Marawi.
Le preghiere erano rivolte a Mindanao che di recente è sotto la legge marziale e per la città di Marawi che è stata occupata e minacciata dal presunto gruppo terrorista Maute. Gli Albayanos durante l’azione simbolica si sono uniti indipendentemente dal divario religioso e dalle questioni religiose.
Dopo la dichiarazione della legge marziale a Mindanao, le preghiere hanno per cosi dire inondato le Filippine per la salvezza delle persone colpite da quanto accaduto. Tuttavia, le preoccupazioni per le vittime e le violazioni dei diritti umani sono state anticipate per l’effetto della dichiarazione. (BaretangBikolnon.com)
Ancora sulla situazione a Marawi:
FILIPPINE – Legge marziale a Mindanao: un prete e 15 fedeli rapiti, distrutta la cattedrale di Marawi
Marawi City (Agenzia Fides) – I terroristi del gruppo islamista “Maute”, che si proclama legato allo Stato Islamico “hanno attaccato la cattedrale cattolica di Marawi city, e hanno rapito circa 15 fedeli, tra i quali un prete, delle suore e alcuni laici che stavano pregando in chiesa”: lo conferma all’Agenzia Fides il Vescovo Edwin De la Pena, che guida la Prelatura territoriale di Marawi city, città sull’isola di Mindanao, nelle Filippine del Sud. Ieri circa cento militanti del gruppo “Maute” hanno occupato la città e, in risposta a tale atto di forza, il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha imposto la legge marziale nell’isola di Mindanao.
Il Vescovo racconta a Fides: “Oggi è la festa della nostra Prelatura, la festa di ‘Maria, Aiuto dei cristiani’. I fedeli erano in chiesa per pregare Maria nell’ultimo giorno della novena. I terroristi hanno fatto irruzione in chiesa, hanno preso gli ostaggi e li hanno condotti in una località sconosciuta. Sono penetrati nella residenza del Vescovo e hanno rapito il vicario generale, p. Teresito Soganub. Poi hanno dato alle fiamme la cattedrale e l’episcopio. E’ tutto distrutto. Siamo costernati”.
Il Vescovo si è salvato perchè ieri era in visita pastorale alla parrocchia di un villaggio che si trova fuori da Marawi. “I terroristi hanno occupato la città. La gente è terrorizzata e chiusa in casa. Ora si attende la reazione dell’esercito. Per ora si pensa a riprendere la città con il minore spargimento di sangue possibile. Degli ostaggi non si parla. Abbiamo attivato i nostri canali, la Chiesa, i leader islamici e speriamo di poter presto intavolare negoziati perché siano rilasciati sani e salvi”, afferma, osservando che nei mesi scorsi la chiesa aveva ricevuto delle minacce.
“E’ avvenuto – ricorda il Vescovo – proprio alla vigilia della festa di Maria: a lei chiediamo aiuto. A lei che è l’aiuto dei cristiani, chiediamo la salvezza dei nostri fedeli. Solo lei può venire in nostro soccorso. Rivolgiamo anche un appello a Papa Francesco perché preghi per noi e possa chiedere ai terroristi di liberare gli ostaggi, in nome della nostra comune umanità. Violenza e odio portano solo distruzione: chiediamo ai fedeli in tutto il mondo di pregare insieme con noi per la pace”.
Intanto, in reazione all’attacco, il presidente Duterte ha interrotto la sua visita a Mosca per fare ritorno nelle Filippine e affrontare la crisi. Il gruppo si è asserragliato a Marawi, dando alle fiamme anche il carcere e due scuole, mentre ora l’esercito circonda la città. Il sindaco di Marawi ha chiesto ai militari di non bombardare la città dove vivono circa 200mila civili, in prevalenza musulmani. (Agenzia Fides 24/5/2017)