Il 14 gennaio celebriamo la festa del Beato Pietro Donders. Egli fu proclamato Beato da Giovanni Paolo II il 23 maggio 1982. Come possiamo immaginare, ci sono molti elementi tecnici nel processo di canonizzazione. Oltre ai miracoli approvati, un elemento importante nel processo di canonizzazione è quello della devozione popolare verso la persona. Credo che questo programma di promozione della devozione popolare sia uno di quelli che tutti noi, come Famiglia Redentorista, dovremmo intraprendere, non solo per promuovere uno dei nostri, ma anche per il prezioso contributo e l’ispirazione che la vita di Pietro Donders offre alla società e alla Chiesa.
Mentre leggevo il volume di Redemptorist Spirituality (n. 9, in spagnolo) su Peter Donders, mi ha colpito una dimensione che possiamo usare, ed è quella anche accennata dal coordinatore di questo volume, Padre, ora vescovo, Noel Londoño, C .Ss.R., è la chiamata cristiana dal battesimo di essere profeti in mezzo alle realtà umane.
Nel corso dei decenni e degli anni successivi al contatto europeo, l’America latina ha subito ampi cambiamenti culturali e politici che avrebbero portato ai movimenti indipendentisti del XIX secolo e agli sconvolgimenti sociali del XX secolo.
Pietro Donders è nato nel 1809, all’inizio del XIX secolo. Arrivò come missionario nella colonia olandese del Suriname nel 1842 e portò con sé l’attuale pensiero politico, sociale, morale ed ecclesiale de quei tempi in Europa, in cui la giustizia e la liberazione erano certamente temi centrali.
Popolarmente, di solito limitiamo i nostri riferimenti a Pietro Donders come apostolo dei lebbrosi, il che è giustificato visto che ha lavorato per 28 anni, con alcune interruzioni, nel luogo chiamato Batavia, creato appositamente per ricevere i lebbrosi nella regione. Morì tra i lebbrosi il 14 gennaio 1887.
Ma Pietro Donders era anche in contatto con diversi gruppi umani di persone sfruttate e schiavizzate, tra cui circa 40.000 schiavi concentrati in 400 stabilimenti coloniali. Nei suoi sforzi di evangelizzazione, è stato spesso confrontato con la resistenza da parte dei colonizzatori “cristiani” che hanno resistito alla sua entrata nelle piantagioni, anche per amministrare i sacramenti. In effetti, prima della sua morte (1887), nel 1863 fu abolita la schiavitù nel Suriname.
Pietro Donders si dedicò anche all’evangelizzazione delle popolazioni indigene che erano marcatamente affette da alcol e altre malattie, ad esempio il vaiolo importato dagli europei. Questi popoli erano delle tribù Araucas, Warros e Guarní. Come altri evangelizzatori, Pietro Donders incontrò innumerevoli difficoltà con i Carib, noti anche come “le pelli rosse del sud”. È interessante notare che il Vicario apostolico durante la sua visita in Suriname durante il periodo di Pietro Donders commentò che in quel momento la maggior parte la popolazione indigena del Suriname era cattolica a causa dell’instancabile e pionieristico lavoro di Pietro Donders, “l’Apostolo degli indigeni”.
Ciò che questi fatti storici missionari e ministeriali sottolineano è l’importanza della liberazione e della giustizia umana nell’opera di evangelizzazione. Pietro Donders era spesso il portavoce della comunità redentorista in favore di tutti coloro che erano sfruttati, ridotti in schiavitù ed emarginati. Questi includevano, oltre ai lebbrosi abbandonati ed emarginati, gli indigeni nativi e gli schiavi.
Mi sembra che un forte interesse promozionale per la devozione e il riconoscimento di Pietro Donders sia quello di collocarlo tra le figure dei movimenti storici di giustizia e liberazione in America Latina, cioè come pioniere accanto alla lista delle figure profetiche canonizzate che culminano nel XX secolo con il vescovo Oscar Arnulfo Romero (canonizzato il 15 ottobre 2018).
Un esempio della voce profetica di Pietro Donders sono le sue lettere, che il coordinatore del volume di Spiritualità Redentorista dedicato a Donders, indica può essere collocato tra le antologie delle testimonianze profetiche della Chiesa in America Latina. Nelle sue lettere, Pietro Donders riflette i seguenti elementi profetici tradizionali: una visione profetica della realtà del Suriname, la denuncia di quei responsabili, la reazione profetica a queste ingiustizie, la speranza di liberazione e l’impossibilità di un’autentica evangelizzazione senza questa precedente liberazione.
Per citare solo un esempio di ciò abbiamo una lettera scritta nel 1846 in difesa degli schiavi. Dopo aver menzionato se c’erano almeno altrettante cure in Suriname per gli oppressi e gli sfruttati come in Europa per gli animali domestici, le cose andrebbero molto meglio, scrive Pietro Donders, e cito:
“Guai! Guai al Suriname nel grande giorno del giudizio! Guai! Guai! Sì, mille volte guai! degli europei, dei proprietari degli schiavi nelle piantagioni, degli amministratori, dei responsabili e delle guardie (di tutti quelli che dominano gli schiavi) !!! Guai a coloro che si arricchiscono con il sudore e il sangue dei poveri schiavi, che non hanno più difensore che Dio! “
Queste erano parole forti nel suo tempo come lo sarebbe per oggi.
Possa Pietro Donders essere la nostra ispirazione in modo da essere pieni del suo spirito profetico e rompere le barriere della paura e dell’ansia che ci impediscono di vivere la dimensione profetica alla quale il nostro carisma ci chiama seguaci del Redentore.
Manuel Rodríguez Delgado, C.Ss.R.