Nuovi orizzonti per la morale

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(Un plan para resucitar la moral, per Marciano Vidal, sulla rivista Vida Nueva 19/04/2020)

Sono nel campo della teologia morale, alla cui coltura ho dedicato le mie forze per molti anni, e mi chiedo quali ripercussioni può avere o portarci l’esperienza di questa pandemia globale. Formulo queste ripercussioni da una riflessione guidata dalla sinergia del desiderio e della prognosi.

Forse a causa degli affetti anomali verso i codici morali, sintetizzo i miei pronostici -desideri in un decalogo.

1.     Essere consapevoli della vulnerabilità.

Negli ultimi 50 anni abbiamo lavorato per incorporare il principio dell’autonomia del soggetto nella Teologia morale. Senza abbandonare questo orientamento di base, è necessario arricchirlo con la consapevolezza esplicita della condizione vulnerabile del soggetto autonomo. So che questo orientamento sta guadagnando spazio nel campo della bioetica. È necessario estenderlo a tutta la teologia morale.

2.     Pensa e agisci con una responsabilità condivisa con tutti i soggetti umani.

La consapevolezza della responsabilità individuale è stata un progresso umano. Ma dobbiamo progredire: la responsabilità deve essere condivisa da tutti i soggetti umani, perché tutti si preoccupano della stessa cosa.

3.     Una Governance su scala mondiale.

Strutture e istituzioni su scala globale devono emergere dalla responsabilità condivisa a livello globale. Viene imposta la necessità di costruire una governance mondiale equa ed efficiente, come richiesto dalla dottrina sociale della Chiesa cattolica.

4.   Il principio di precauzione.

Non avviare qualcosa se non si dispone di conoscenza e controllo sui suoi possibili effetti. Questo principio postula le politiche di sorveglianza e controllo in tutto il mondo. La crescita per la crescita (scienza per la scienza) è una pendenza scivolosa verso l’abisso dell’annientamento.

5.     L’emergenza è già un orizzonte inevitabile per la responsabilità umana.

Ciò implica l’obbligo di essere collettivamente preparati a rispondere adeguatamente a emergenze specifiche. Finora, l’unica emergenza che ha una risposta preparata è la guerra. Facciamo sparire questa preparazione e prepariamoci per altre possibili emergenze.

6.     Scienza e tecnologia devono essere valutate dall’ethos del servizio.

Superati i miti dello scientificismo e tecnicismo  la scienza e la tecnologia devono riguadagnare il loro ruolo salvifico: invece di “forgiare spade” devono sostenere ed elevare la salute dell’umanità nel pieno senso della “salute”.

7.     Nuova aritmetica etica dei beni umani.

Senza eliminare la proprietà privata, è necessario costruire beni pubblici forti ed efficaci (sanità, istruzione, cultura, ecc.). D’altra parte, nelle decisioni politiche il valore di ogni persona (qualunque sia la sua condizione ed età) deve prevalere su altre considerazioni, comprese quelle di natura economica.

8.     Nuova alleanza con la natura.

L’affermazione che la prossima, se si verificherà, sarà un’emergenza ecologica non è senza fondamento. La conversione ecologica, seguendo l’insegnamento di Papa Francesco, è un imperativo etico di primaria importanza.

9.     L’ êthos umanista e l’opzione preferenziale verso i poveri.

Senza queste due opzioni, non è possibile costruire un mondo abitabile. Ricorda che l’etimologia di êthos si riferisce a un luogo abitabile.

10.    Declino e persino scomparsa dei precetti religiosi.

La pandemia ci ha fatto vedere la follia della religione quando diventa una spiegazione scientifica e un obbligo morale. Ho suggerito per molto tempo che le azioni religiose non dovrebbero essere considerate precetti morali.

Marciano Vidal, C. SS. R.
Teologo morale