Redentoristi uniti al popolo, solidali nella missione, in un Perù ferito

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Il Perù sta vivendo una forte crisi politica dopo che il 9 novembre il Congresso peruviano ha destituito il presidente Martín Vizcarra. L’intera popolazione ha manifestato contro il Congresso con marce per le strade di molte città del Paese andino dove sono passati 3 presidenti in meno di quattro anni e la pandemia ha registrato 925.000 casi con 35.000 vittime.

Scala News ha ricevuto una lettera da padre Grimaldo Garay Zapata C.Ss.R. che pubblichiamo.

PERÙ: “Avete toccato la generazione sbagliata”

“#Merino non è il nostro presidente”, “#Questo congresso non mi rappresenta”, “#Questo presidente non mi rappresenta”, sono alcuni slogan che hanno invaso i social network da lunedì 9 novembre, quando il Congresso della Repubblica, Con un atto sproporzionato e irresponsabile che rasenta la criminalità, ha dichiarato il posto vacante del presidente costituzionale Martín Vizcarra, a causa di “incapacità morale” nel processo politico aperto contro di lui, che si svolge 5 mesi prima delle elezioni presidenziali. Il giorno successivo, il Sig. Manuel Merino de Lama, presidente del Congresso, assume la presidenza del Paese e ne elegge il Consiglio dei ministri.

Attualmente la situazione politica nel Paese è nel caos, i partiti politici e gli attori politici agiscono per interessi privati ​​e mossi da mafie che cercano i loro interessi e come si suol dire: “in un fiume agitato, pescatori a profitto”. La corruzione ha raggiunto alti livelli di gruppi politici, è un cancro che invade tutti gli ambiti politici, a prova di questo gli ultimi 5 presidenti sono con processi e processi per corruzione. Di fronte al declino dei partiti politici, emergono alcuni caudillos / gruppi, con proposte sproporzionate che minacciano l’ordine costituzionale.

Di fronte a questo panorama politico (usurpazione di poteri e chiari interessi di partito e personalità politiche), giovani, cittadini e molti gruppi civili senza connotazioni politiche sono scesi in piazza per protestare, giovani identificati con questo slogan: “Avete toccato la generazione sbagliata”, fino ad oggi, 15 novembre, sono già stati 6 giorni di proteste massicce (mai viste prima, nonostante la pandemia) nella capitale e in tutte le città del Paese. Il popolo non dà legittimità al nuovo presidente e al suo consiglio dei ministri. Si sente l’indignazione, la delusione dei giovani e dei cittadini per questo tipo di politici. La polizia in modo speciale a Lima, ha represso con eccessiva violenza le manifestazioni e le mobilitazioni civili (gas, pallottole di gomma e biglie – palline di vetro-), oggi purtroppo abbiamo tanti feriti (giovani e polizia), circa 15 manifestanti dispersi e 2 giovani uccisi dalla repressione della polizia. “Non un morto più! Merino fuori” è il grido dell’intero Paese.

La Confer (Conferenza dei Religiosi del Perù), il Cardinale Mons. Barreto e l’Arcivescovo di Lima, sono stati i primi a esprimere la loro preoccupazione per la situazione politica (hanno chiesto di riconsiderare il posto vacante presidenziale) ea fare un appello a difendere “lo stato di diritto , Indipendenza dei Poteri, Giustizia, Legalità, Libertà, Governance e Istituzionalità Democratica”, valori senza i quali si indebolisce o si distrugge la costruzione di una società, successivamente la Conferenza Episcopale in un comunicato si unisce a questa richiesta. Alcuni estratti dal comunicato dei Vescovi: “Urge anche continuare e promuovere la lotta contro tutti i volti della corruzione che ha rivelato un cancro sociale che deve essere definitivamente curato; quindi, non dobbiamo fermarci. L’impegno e la responsabilità delle autorità devono riaffermare questa lotta per ottenere un Perù più trasparente e giusto; perché “per rendere possibile lo sviluppo di una comunità, … occorre la migliore politica al servizio del bene comune”. (Fratelli Tutti 154).

“Come Chiesa, sempre e ancor di più durante questa pandemia, vogliamo essere vicini a chi soffre di più e di più vulnerabile, perché siamo convinti che la dignità della persona umana, della famiglia e del bene comune siano i pilastri di ogni società che guarda al suo futuro con responsabilità e speranza”.

Ieri, domenica 15 novembre, verso mezzogiorno, il presidente Manuel Merino de Lama, e il suo Consiglio dei ministri si sono dimessi dalle loro posizioni, il popolo non ha dato loro legittimità, perché in piena luce e guidati da gruppi e politici (corrotti), hanno usurpato il potere legislativo . I membri del Congresso si sono riuniti tutto il giorno di domenica per dare una soluzione ragionevole alla crisi che sia accettabile per la maggioranza dei peruviani. A un’ora dalla fine della giornata, i membri del Congresso devono ancora raggiungere un consenso. Speriamo che nelle prossime ore ci sarà un nuovo presidente e avrà il sostegno di tutti. Diciamo ai politici che è ora di ascoltare la popolazione e agire pensando al Perù. Onestamente non sappiamo come finirà l’intera crisi politica che trascina un intero paese.

Continuano ancora le manifestazioni e mobilitazioni cittadine in tutte le città del Paese, ci sono omaggi e veglie in ricordo dei 2 giovani morti. I nostri Vescovi ci chiamano a difendere l’istituzionalità democratica, a cercare la pace e un’invocazione alla preghiera per il nostro Paese.

Come Redentoristi rimaniamo uniti al popolo che manifesta contro l’abuso di potere e la corruzione della classe politica. Oggi più che mai dobbiamo essere: “Testimoni del Redentore, solidali per la missione, in un mondo ferito”.

Piura, Perù 15 novembre 2020

Grimaldo Garay Zapata
Missionario Redentorista – Perù