Un anno per approfondire Amoris Laetitia

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(dal Blog dell’Accademia Alfonsiana)

Tra il coraggio dell’applicazione e la creatività per andare oltre …

Il 19 marzo di quest’anno, in occasione del 5° anniversario della pubblicazione di Amoris Laetitia, Papa Francesco inaugurerà un anno dedicato a ciò che questo documento significa e solleva, che si concluderà il 26 giugno 2022, durante il 10 ° Incontro mondiale delle famiglie a Roma (Amore familiare: vocazione e cammino di santità).

Per questo è già stato realizzato un sito web, che consigliamo di visitare e di tenere presente: www.amorislaetitia.va. In esso siamo informati dei 5 obiettivi di questo anno commemorativo [1]. Vengono inoltre indicate alcune «Iniziative e risorse», «12 proposte e suggerimenti per la pastorale familiare», che promette «la diffusione di strumenti di spiritualità familiare, formazione e azione pastorale sulla preparazione al matrimonio, educazione all’affettività dei giovani, sulla la santità degli sposi e delle famiglie che vivono la grazia del sacramento nella loro vita quotidiana “ed è anche annunciato che” saranno organizzati simposi accademici internazionali per approfondire il contenuto e le implicazioni dell’esortazione apostolica in relazione ai temi caldi che riguardano le famiglie circostanti il mondo. Ci auguriamo che l’intero programma aiuti a compiere passi migliori per approfondire e specificare tutti gli aspetti contenuti in questo documento. E, allo stesso tempo, permetteteci di riconoscere che non è solo un punto di arrivo ma anche un punto di partenza, per poter andare oltre, con creatività, sviluppando veramente una teologia e una pastorale più olistiche e inclusive, che sappiano come superare i legami e le rigidità di certi modi di affrontare i problemi sollevati dal matrimonio e dalla famiglia.

Facciamo solo un esempio e poi tre chiavi che da AL ci sembrano necessarie per intraprendere questo sogno e questo percorso. Prendiamo l’esempio dall’argomento che forse, nel bene e nel male, ha concentrato tutta l’attenzione in quel momento, la comunione dei divorziati risposati. Non sappiamo se in pratica i pastori e gli agenti pastorali abbiano intrapreso percorsi di discernimento reale ed efficace al riguardo, sappiamo solo che non sono stati molti i pronunciamenti dei vescovi e alcuni episcopati, alcuni rilevanti, altri hanno ripetuto solo criteri generali. In questo senso, forse vale la pena citare un testo a nostro avviso molto audace e accurato, dei vescovi maltesi (14.01.2017): «Sì, a seguito del processo di discernimento, intrapreso con“ umiltà, riservatezza, amore per la Chiesa e il suo insegnamento, nella ricerca sincera della volontà di Dio e con il desiderio di ottenere una risposta più perfetta ad essa ”(AL, n. 300), una persona separata o divorziata che vive in una relazione raggiunge con chiare e informate coscienza, riconoscendo e credendo di essere in pace con Dio, non si può impedire a lei o lui di partecipare ai sacramenti della riconciliazione o dell’Eucaristia (cfr AL, note 336 e 351) ». Sarebbe bello se questo testo fosse diffuso e applicato con sufficiente coraggio evangelico.

Per quanto riguarda le chiavi, tra le altre offerte da AL, suggeriamo di considerare in modo principale il contenuto dei numeri 35, 36 e 37, che forniscono atteggiamenti e passaggi ermeneutici non solo per approfondire ciò che il testo ispira ma per andare oltre come risposta fedele e creativa alle grida della realtà e alla forza del vangelo dell’amore, del matrimonio e della famiglia. Che potremmo sintetizzare come: la convinzione della necessità di un annuncio intenzionale del matrimonio e della famiglia; la necessità di una seria autocritica per aver presentato piuttosto un ideale astratto lontano dalla vita concreta; la necessità di formare e rispettare le coscienze e non sostituirle.

Padre Antonio Gerardo Fidalgo, CSsR

[1] 1) Diffondere il contenuto di Amoris Laetitia, per “far sperimentare che il Vangelo della famiglia è una gioia che riempie il cuore e tutta la vita” (AL, n. 200); 2) Annunciare che il sacramento del matrimonio è un dono e ha in sé una forza trasformatrice dell’amore umano. Per questo è necessario che i pastori e le famiglie camminino insieme in una corresponsabilità e complementarità pastorale, tra le diverse vocazioni nella Chiesa (cfr AL, n. 203); 3) Rendere le famiglie protagoniste della pastorale familiare. Ciò richiede “uno sforzo evangelizzatore e catechetico rivolto alla famiglia” (AL, n. 200), poiché una famiglia di discepoli diventa anche famiglia missionaria; 4) Rendere i giovani consapevoli dell’importanza della formazione alla verità dell’amore e del dono di sé, con iniziative a loro dedicate; 5) Allargare lo sguardo e l’azione della pastorale familiare affinché diventi trasversale, includendo coniugi, figli, giovani, anziani e situazioni di fragilità familiare.