Durante il mese di maggio, abbiamo dedicato spazi per la preghiera e chiesto l’intercessione di nostra Madre la Vergine Maria, è un tempo che la nostra Chiesa le dedica per ricordare le sue virtù e azioni durante la sua vita terrena. Recentemente, in uno dei suoi incontri con i giovani, Papa Francesco ci ha invitato ad essere come Maria, “la influencer di Dio”[1]. Ma prima di guardare le virtù che doveva influenzare, è necessario contestualizzare, poiché nell’ultimo decennio abbiamo sentito abbastanza questo termine, e ci dice che si tratta di una persona con la capacità di influenzare gli altri, principalmente attraverso le reti sociali[2].
Ora, “la giovane donna di Nazareth non appariva nelle “reti sociali” dell’epoca, non era un’influencer, ma senza volerlo o cercarlo è diventata la donna più influente della storia”[3], tanto che troviamo nelle Sacre Scritture chiari esempi della sua azione palpabile nella sua vita, per esempio, la visita che fece a sua cugina Elisabetta, che fu un chiaro esempio di come la sua presenza fu percepita non solo da sua cugina, ma dal bambino che portava in grembo. Inoltre, si può sottolineare che questo fatto non rimane una semplice visita, ma che Maria si mette al servizio. Un altro esempio si trova nelle nozze di Cana, un altro luogo in cui la sua parola fu eccezionale, sia per i responsabili dell’evento che per suo figlio, perché la sua preoccupazione di portare sempre il meglio affinché la gente si sentisse aiutata è un chiaro riflesso della sua vita e della sua bontà verso l’umanità.
Visto quanto detto sopra, è importante evidenziare il lavoro di Maria come donna del suo popolo, della sua cultura, di un contesto politico e religioso, dove è evidente l’ermetismo ideologico e sessista, dove una donna valeva più per il fatto di essere madre che di essere moglie, figlia o semplicemente donna. Tuttavia, Maria è la donna innovativa, la giovane donna che reindirizza il corso della storia con un Fiat, un sì, che segna uno spartiacque storico, ideologico e teologico; perché Maria è la ragazza che si interroga, che ragiona, che medita e contempla e poi agisce; chiaramente, con un grande compito, portare al mondo il Redentore, l’uomo più influente della storia e che anche dopo più di duemila anni, continua a fare molto chiasso nella vita, nelle realtà e nei contesti di molte persone.
Date queste premesse, è importante considerare l’idea di Maria come rivoluzionaria, citando la stessa Sacra Scrittura, perché in Luca 1, 28-38, appare l’incontro della Vergine di Nazareth con il messaggero divino. Questo incontro è quello che rompe la storia, perché rivela l’annuncio e la promessa che il Dio d’Israele fece al suo popolo fin dai tempi antichi e che attendeva l’arrivo dell’Emmanuele, il Dio con noi, il Messia. Quindi, in questo dialogo di Maria con l’angelo, troviamo la rottura totale delle ideologie culturali, dove non era permesso che una donna fosse sola con un uomo, dove non era permesso mettere in discussione e tanto meno se era un messaggio divino, e proprio questo è quello che fa la giovane Maria, parla con Gabriele e gli chiede: “Come può essere, visto che non conosco un uomo? (Lc. 1,34) e l’unica risposta è chiara, lei è l’eletta, lei è la predestinata ad assumere questa grande missione, essere la Madre di Dio.
Tuttavia, parlare di predestinazione significa essere consapevoli di ciò che implica, perché spesso viene confusa con la predeterminazione, che è opposta alla prima. Quando si parla di predestinazione, l’enfasi è sul libero arbitrio, sul prendere decisioni in libertà e piena volontà. Alla luce di ciò, possiamo dire che Maria è la giovane donna che ha detto liberamente “SI” al progetto divino, assumendo con esso la diversità delle realtà e delle implicazioni che questa risposta comportava. Per questo la giovane di Nazareth è una donna innovativa, rischiosa e avventurosa, che si immerge nell’immensità della fede e della fiducia nel suo Creatore e Signore, che osa rompere gli stereotipi culturali e fa un salto coraggioso per essere portatrice di buone notizie per l’umanità.
Per questo, in Maria possiamo vedere la figura del missionario in uscita, che fa il primo passo per intraprendere un diverso cammino evangelizzatore, che invita e motiva tutti noi consacrati ad uscire dalla nostra zona di comfort e vivere pienamente le realtà che il nostro mondo ci presenta, in poche parole, “è giunto il momento di utilizzare gli spazi per la proposta, la formazione e l’informazione… ognuno può essere o mostrarsi come consacrati in rete [4], ma tutti noi che abbiamo il titolo di cristiani e che abbiamo assunto nella nostra vita l’azione vivificante dello Spirito Santo, che ci spinge affinché ogni passo o azione che facciamo sulle piattaforme sia per l’annuncio reale e di vita della Parola di Dio.
Questa era virtuale non deve soffocarci o asfissiarci nelle nostre strutture, al contrario, deve insegnarci ad andare avanti e cercare gli strumenti necessari per formarci come esseri umani alla ricerca dell’attualizzazione del mistero salvifico.
Ora, in questi tempi in cui tutti vogliono essere influenti in una società sempre più individualizzata, secolarista, edonista e materialista, dobbiamo confrontarci e pensare a che tipo di influencer vogliamo essere. Oggi più che mai abbiamo bisogno di voci coraggiose e profetiche che annuncino speranza e amore, che gridino nel sesto continente, in questi nuovi areopaghi, che non tutto è perduto, che i sogni e le mete, che la giustizia e la pace sono possibili, che un mondo migliore può ancora esistere, che Cristo è vivo. Maria è un chiaro esempio di influencer impegnata in un Regno senza frontiere e ideologie; Maria di Nazareth è la giovane donna che scommette su una vita inondata da Dio e piena di significato, che lascia da parte le apparenze ed è la donna trasparente associata al progetto dell’influencer di Dio, Gesù Cristo.
In breve, possiamo affermare che un influencer con spiritualità mariana deve essere sempre:
1. caritatevole: che in ogni parola e azione che fa, è per edificare e costruire e non per distruggere; sempre cercando un proposito fermo per salvaguardare la dignità delle persone e sempre a favore dei più deboli e fragili.
2. amorevole: che i loro movimenti e i loro sguardi riflettano la vita amorosa di una madre che sempre li assiste ed è attenta a portare le loro suppliche al Padre. Questo, evitando di manifestare e realizzare azioni che promuovono l’odio e la discriminazione, ma piuttosto quelle che cercano l’unità e la pace, ma soprattutto la riconciliazione.
3. persone socievoli: non devono essere influencer egocentrici, perché la Vergine Maria non stava a casa a pensare e vedere per sé. Esce e condivide l’annuncio delle meraviglie che ha ricevuto da Dio (Lc.1,49).
4. conoscitori della parola di Dio: questo implica non solo essere studiosi, ma seguaci fedeli dei suoi comandi, delle sue azioni; come possiamo parlare di qualcosa che non abbiamo sperimentato nella nostra vita, si tratta di collegare l’intelletto con l’esperienza di fede.
5. Creativi: avere iniziativa e audacia per trasmettere per mezzo di immagini, video, note, podcast, ecc. la Buona Novella, rendendo attuale il messaggio salvifico della Parola di Dio. Non dobbiamo mai rimanere in panchina, al contrario, entrare nel campo della tecnologia che ci rafforza e aiuta gli altri ad avere una piena conoscenza di Dio.
Solo con coraggio, audacia, impegno e passione possiamo accettare le grazie che Dio ci dà ed essere veri influencers del Redentore sull’esempio di Maria.
Novizi:
Jhonny William Vargas Vargas CSsR, Vice-Provincia di Caracas.
Juan Luis Rivera Arellano CSsR, Provincia di Messico
[1] Discurso de la vigilia en la JMJ 2019, 26 de enero de 2019
[2] RAE Recuperado de: https://www.rae.es/observatorio-de-palabras/influencer
[3] Discurso de la vigilia en la JMJ 2019, 26 de enero de 2019
[4] Alday Jesús María, Conectados. Vida consagrada y cultura digital. Publicaciones Claretianas. Madrid. 2011. pag. 75.