(dal Blog dell’Accademia Alfonsiana)
Benvenuta estate! L’arrivo del caldo nell’emisfero Nord del mondo corrisponde con la sospensione delle attività scolastiche e il rallentamento del ritmo della vita. Sembra quasi che tutto assuma un nuovo sapore.
Un anno fa, a pochi mesi dalla pandemia, salutando tutti, scrivevo «L’estate da sempre sinonimo di libertà, ora diventa un vissuto di “libertà vigilata”. Senza commettere reato ognuno vive delle restrizioni piscologiche, relazionali e sanitarie» (17.07.2020).
A distanza di un anno qualcosa è iniziato a cambiare. In molti hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. In tanti hanno eretto delle difese per arginare il virus se non quello batteriologico almeno quello psicologico. Altri sperano in una normalità che abbiamo compreso che non ci potrà essere del tutto.
Da sempre l’estate, proprio per il suo ritmo molto particolare, è il tempo della luce, dei sogni, dei progetti. Per godere della luce dobbiamo fare l’esercizio della memoria. Avere cioè il coraggio di prendere tra le mani tutte le esperienze vissute in quest’anno accademico che si sta concludendo e leggerle con franchezza. Nulla accade per caso. Tutto è frutto della Provvidenza. Ad esempio sfogliando le pagini virtuali di questo blog ogni articolo è un’esperienza, una riflessione, che gli autori hanno voluto condividere con tutti per fare passi di crescita insieme.
Ogni passo è diverso dall’altro. Tutto dipende dall’obiettivo da raggiungere. Il tempo d’estate porta in sé il desiderio di progetti ambiziosi che prendono forma durante i lunghi pomeriggi assolati e le serate tiepide. L’estate è il tempo propizio per sperare cristianamente. La speranza dell’uomo è legata al suo esistere, alla positività della vita o, se vogliamo, alla tensione che lo spinge a realizzarsi come progetto. È la speranza che ci fa dire sì al mondo, che ci fa accettare la realtà, dell’essere. Da questa speranza nasce la storia, il progettare appunto, da parte dell’uomo, il suo destino, l’assumerne la responsabilità.
In realtà, per dirla con Gabriel Marcel, c’è una sola speranza alla quale siamo chiamati: «L’unica genuina speranza è quella che si rivolge a qualche cosa che non dipende da noi». L’esperienza dell’estate scorsa credo che abbia insegnato a noi credenti che più che dire che la speranza si rivolge a «qualche cosa che non dipende da noi» essa si rivolge a «Qualcuno che non dipende da noi».
Auguro a tutti di vivere questa estate come incontro con il Re della pace per radicarsi sempre di più nella Speranza… per riprendere le nostre attività ad ottobre: arrivederci sul blog!!!
p. Alfonso V. Amarante, CSsR