(dal Blog dell’Accademia Alfonsiana)
Il filosofo francese Gilles Deleuse (1925-1995) ha realizzato una registrazione – disponibile in francese su Youtube – chiamata L’Abécédaire de Gilles Deleuse in cui offre commenti filosofici su termini che iniziano con a, b, c, d ecc.
Ispirato da questa idea, intendo fare la stessa cosa con una serie di termini usati in fenomenologia. Questi brevi commenti sono pensati per coloro che sono curiosi di questo ramo del sapere relativamente nuovo ma che non ha avuto occasione di studiarlo.
Inizieremo con la “C” di Corpo. Un fenomenologo che ha concentrato una notevole attenzione sul corpo è anche il francese, Maurice Merleau-Ponty (1908-1961). Qual è la sua principale intuizione sul corpo? Forse questo si potrebbe esprimere dicendo che, per lui, il corpo non è un mero oggetto nel mondo ma un’apertura o un’apertura al mondo (il termine “apertura”, se preso come verbo, ha il pregio di far emergere la natura dinamica di questo contatto).
Quando diciamo che il corpo non è un mero oggetto riconosciamo che in un certo senso, limitato, il corpo è davvero anche un oggetto: se posto in una vasca sposterà una certa quantità di acqua proprio come fanno altri oggetti. Merleau-Ponty è, tuttavia, veemente nella sua denuncia della nostra incorreggibile tendenza a pensare al corpo come a un oggetto, anche se potremmo accettare teoricamente che questo non è un modo adeguato di capire chi siamo.
Quando diciamo che il corpo è un’apertura al mondo dobbiamo considerare molto attentamente cosa intendiamo per “mondo”. Troppo spesso pensiamo anche al mondo come un grande oggetto o come una collezione di oggetti. In fenomenologia il mondo è un avvenimento, cioè il mondo sta accadendo, non è un fatto compiuto ma ciò che si manifesta minuto per minuto (= fenomeni). Possiamo veramente comprendere il corpo come apertura al mondo solo se cogliamo l’idea del mondo in questo modo. I due concetti sono assolutamente correlati. Attraverso i cinque sensi e attraverso la coscienza (C per Consapevolezza sarà il nostro prossimo post!) il corpo che sono ha la straordinaria capacità di “uscire” nel mondo o lasciare che il mondo “entri” in se stesso. In Sein und Zeit, Martin Heidegger afferma audacemente che “L’apertura è la forma fondamentale dell’essere del Dasein” (“Erschlossenheit ist aber die Grundart des Daseins…”, 1984, p. 220). Quindi non è che ci sia un soggetto già costituito che poi decide di aprirsi al mondo, piuttosto il suo aprirsi al mondo costituisce la sua esistenza. Seguendo questa linea di pensiero, Merleau-Ponty insiste che il corpo è il nostro modo di stare al mondo, è ciò che rende possibile la nostra partecipazione all’evento del mondo. Il corpo è, insiste, un sistema di sistemi di azione nel mondo. Come spero emergerà più chiaramente man mano che esamineremo alcune altre lettere dell’alfabeto, le conseguenze per l’etica, e quindi anche per la teologia morale fondamentale, non potrebbero essere più colossali.
P. Martin McKeever, CSsR