Due martiri redentoristi di Valencia (Spagna) verso gli altari

0
934

Il 22 gennaio 2022, Valencia (Spagna) celebra il martirio del suo giovane diacono San Vincenzo, avvenuto nell’anno 304 all’interno delle mura della città. In occasione di tale commemorazione si è tenuta la Sessione di chiusura della fase diocesana dei 91 martiri del XX secolo martirizzati in quella diocesi durante la persecuzione religiosa scatenata durante la guerra civile spagnola. Il gruppo dei martiri è composto da 66 sacerdoti diocesani, 8 religiosi e religiose e 17 laici. Tra gli 8 religiosi ci sono due Redentoristi appartenenti a quella comunità di Valencia: i Fratelli Celso Alonso Rodríguez e Ángel Vesga Fernández.

Nel 2002 il Postulatore Generale P. Antonio Marrazzo ha chiesto l’apertura della causa; e l’Arcidiocesi di Valencia l’ha chiesto a sua volta alla Congregazione che, invece di elaborare autonomamente la causa, l’ha inclusa nella causa diocesana composta da sacerdoti, laici e religiosi. Così, la causa è stata avviata nel 2004 con 250 possibili martiri. Per la complessità del caso, sono stati divisi e selezionati questi 91, che oggi concludono la loro fase di indagine e raccolta delle prove in diocesi. Da questo momento proseguirà il suo iter nella Curia romana.

I Redentoristi arrivarono a Valencia nel 1917 e si stabilirono nella chiesa del Temple. Il loro compito fondamentale era predicare in tutto il Levante spagnolo. Con la rivolta militare del luglio 1936 si scatenò una violenta persecuzione religiosa dalla quale Valencia non fu esclusa. La comunità fu dispersa il 20 luglio 1936. Ciascuno dei Redentoristi visse la propria odissea: 2 anziani morirono a causa della situazione, 2 subirono il martirio, 3 furono imprigionati e gli altri 3 hanno dovuto lottare per sopravvivere in mezzo a quella situazione. Anche se la comunità si trasferì in una zona più periferica, continua a ricordare questi due confratelli martiri.

Fratello Celso Alonso Rodriguez

Nacque a Rioseras (Burgos) il 28 luglio 1896. Di famiglia semplice, umile, ma profondamente religiosa; fratello del Redentorista padre Ángel Alonso Rodríguez (1893-1969). Nel 1913, all’età di 17 anni, entrò come postulante per diventare Fratello Redentorista a El Espino (Burgos); Emise la professione temporanea il giorno di Natale del 1920 e il 25 marzo 1924 la professione perpetua. Visse la sua vita nelle comunità di Madrid, (Perpetuo Socorro e San Miguel), El Espino (Burgos), Astorga (León), La Coruña, Carmona (Siviglia) e Granada. Da Granada fu assegnato a Valencia, verso la fine del 1935, per prendersi cura dell’anziano P. Antonio Mariscal. Si dedicò principalmente come sacrestano e infermiere. Sempre fu amato per la sua semplicità, cordialità, gioia e dedizione, ma più che altro per il sacrificio di sé nell’assistenza infermieristica.

Quando scoppiò la persecuzione religiosa, stava accudendo P. Mariscal nell’Asilo delle Piccole Sorelle degli Anziani Abbandonati; Quando il vecchio morì il 26 agosto 1936, rimase come infermiere nell’Asilo, insieme ad un altro fratello gesuita, il beato José Tarrats, nella sua stessa situazione. Denunciati da un anziano, furono entrambi arrestati il ​​28 settembre 1936 e portati in macchina alla Chezka di Plaza del Horno de San Nicolás. Da lì furono portati alla periferia di Valencia e lasciandoli scappare, furono fucilati mentre correvano; Gridavano: Viva Cristo Re. Il suo corpo è stato ritrovato il 1° ottobre sulla sponda destra del vecchio letto del fiume Turia, nel cosiddetto Azud de Oro, nella delimitazione parrocchiale dell’attuale presenza redentorista in città.

Fratello Angel Vesga Fernandez

Fratel Ángel Vesga nacque a Herramelluri (La Rioja), il 1° ottobre 1886. Veniva da una famiglia molto pia, in particolare sua madre, che era un modello di pietà. Entrò come postulante nel 1902 a El Espino (Burgos); lì prese l’abito il 25 dicembre 1903. Durante il noviziato fu istruito nei tre mestieri che avrebbe svolto nella sua vita: calzolaio, falegname e muratore. Professò la professione il 16 ottobre 1910. La sua vita attraversò tutte le comunità spagnole dove c’era da lavorare: El Espino (Burgos), Astorga (León), Madrid, Cuenca (San Pablo), Nava del Rey (Valladolid) , Barcellona e infine Valencia. Il fratello Ángel era un gran lavoratore; faceva diversi mestieri, poiché era abile in tutto: era visto come un calzolaio oltre che come un muratore; sebbene la sua specialità fosse il mestiere di falegname. Di temperamento forte, in qualche occasione si scontrò con i confratelli; ma cercò di migliorare il suo temperamento e di cercare la santità a cui lo spingeva la sua vocazione.

Quando scoppiò la persecuzione religiosa e lasciò la comunità, si rifugiò in varie case di amici; nell’agosto del 1936 fu nascosto nella guardiola di un edificio ufficiale dove faceva la portinaia una signora molto vicina ai Redentoristi. Gli fu data una falsa identità in modo da farlo passare per lo zio della signora. Ma il 30 settembre 1936 fu scoperto dai miliziani, lo fecero uscire di casa e lo portarono via e di lui non si seppe più nulla finché il suo corpo non fu ritrovato in un canneto. Padre Vicente Arroyo lo ha visto passare attraverso una pattuglia di miliziani armati. La sua salma fu ritrovata il 4 ottobre successivo, insieme a quella di un giovane sacerdote diocesano di Valencia, D. Andrés Vilagrassa, in un canneto dietro la stazione di Aragona, vicino all’Acequia de Mestalla e al Camino de Algirós.

Antonio Manuel Quesada Montoro, CSSR.