Quaresima tempo di conversione in una duplice dimensione

0
313

(dal Blog dell’Accademia Alfonsiana)

La conversione cristiana chiede di essere attenti alla chiamata del Dio di Gesù, di fissare lo sguardo su un duplice movimento, che può aiutare a riorientare il proprio percorso di vita in una duplice dimensione. Si tratta di guardare in profondità e di vedere come agire nel cuore della realtà. Guardare più dentro e più fuori allo stesso tempo. Senza dualismi, ma non senza tensioni complesse e paradossali. 

Guardare dentro, in profondità, per riscoprire chi siamo e chi possiamo diventare. Puntare a riabilitare le dinamiche comunitarie della nostra realtà relazionale. Siamo opera di Dio-Trinità-comunionale. La sua stessa dinamica ci plasma e ci muove dal profondo per superare tutte le tendenze individualistiche, egocentriche ed egoistiche, per espanderci come esseri umani relazionali attraverso rapporti umanizzanti e liberatori. Siamo stati creati, redenti e santificati da e attraverso questa dinamica comunionale. Dal profondo dell’identità comunionale, l’essere umano si apre alla sua epifania come alterità. Questo gli permette di riconoscersi nei diversi tipi e livelli di relazionalità con gli altri e con l’intera realtà ecosistemica.

Guardare all’esterno per vedere come agire nel cuore della realtà personale, sociale, strutturale e sistemica. Essendo un’esperienza cristiana, la conversione deve sempre incarnarsi nel qui e ora della realtà storica. Uno sguardo sapienziale e profetico che scopre la chiamata del Dio della Vita sia nelle grandi e piccole cose che sanno della presenza del Regno, sia nelle grida profonde che ci ricordano quanto il peccato debba essere rimosso dal nostro mondo. Siamo chiamati a essere generatori di speranza, di utopie evangeliche, di spazi che ospitano e curano la vita nella sua integralità. Detto questo, i nostri passi di conversione personale e comunitaria devono essere accompagnati da questa duplice dimensione, in modo da poter discernere e decidere quali saranno i gesti profondi e impegnati, che ci permetteranno non solo di realizzare questa conversione, ma di manifestarla e celebrarla come segno che ci apriamo al dono della Redenzione, che non è altro che la comunione liberatrice.

Verso l’interno, intraprendere il cammino di liberazione dai pregiudizi e dalle imposture mentali e affettive, che non ci permettono di aprirci all’integrazione di stili di vita e forme di teologia veramente più evangelici, più olistici, sapienziali e profetici, impegnati nella liberazione integrale della nostra umanità e del nostro ecosistema. All’esterno, compiere gesti concreti di inclusione, di rispetto della dignità umana, di accoglienza, di cura delle fragilità, di salvaguardia ecologica integrale. 

Le seguenti parole di una sorella teologa (brasiliana, laica, sposata, madre di cinque figli) possano servire da sostegno e ispirazione per il nostro cammino quaresimale:
“All’interno o all’esterno della Chiesa e delle istituzioni religiose; in esse radicalmente impegnati o ai margini dei loro confini, i mistici e i testimoni ci insegnano che sperimentare il Mistero di Dio in mezzo al mondo porta a una passione ardente per questo stesso mondo e per l’umanità che lo abita, e a lavorare incessantemente per la sua redenzione e trasformazione e santificazione. Qualunque sia il loro stato di vita, la loro condizione sociale, le loro capacità intellettuali, essi sono riuniti nella Camera degli Sposi dove l’esperienza dell’amore si svolge con pienezza e delizia per entrare pienamente nella realtà sfigurata del mondo in cui vivono, cercando di plasmarlo secondo il desiderio del Dio che ha misericordiosamente rivelato loro il suo volto e li ha resi partecipi della sua vita” (Maria Clara LUCCHETTI BINGEMER (1949), “Essere umani. Essere creati, redenti e santificati”, in CELAM, Antropología trinitaria para nuestros pueblos, Multi-Impresos SA, Bogotá 2015, 153-183; 183).

p. Antonio Gerardo Fidalgo, CSsR