Domenica, 3 settembre, è iniziato a Roma il Sinodo dei Vescovi 2023 della Chiesa greco-cattolica ucraina, il cui tema principale è “L’assistenza pastorale delle vittime della guerra”.
Fra i redentoristi che partecipano a questo importante raduno ci sono:
Mgr Bryan Joseph Bayda CSsR – Bishop of Toronto and Eastern Canada;
Mgr Mikhaylo Bubniy CSsR – Archiepiscopal Exarch of Odessa;
Mgr Mykola Bychok CSsR – Bishop of the Eparchy of Saints Peter and Paul in Melbourne of the Ukrainian Greek Catholic Church in Australia;
Mgr Bohdan Dziurakh CSsR – Apostolic Exarch of Germany and Scandinavia;
Mgr Volodymyr Hrutsa CSsR – Auxiliary Bishop of Lviv;
Mgr Mychaylo Koltun CSsR – eparchial bishop of Sokal-Zhovkva (Sokal, Lviv);
Mgr Petro Loza CSsR – Titular Bishop of Panio and Auxiliary Bishop of Sokal-Zhovkva of the Ukrainians (Sokal, Lviv); Mgr Stephan Menjok CSsR – Archiepiscopal Exarch de Donets’k;
Mgr Yarosláv Pryríz CSsR – Bishop of Sambir-Drohobych;
Mgr Ihor Wozniak CSsR – Archbishop of Lviv.
Sua Beatitudine Sviatoslav, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, ha presieduto la Divina Liturgia nella Basilica di Santa Sofia insieme ai Vescovi ucraini provenienti da tutto il mondo. A dare il benvenuto ai Vescovi sinodali è giunto Sua Eminenza l’Arcivescovo Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese Cattoliche Orientali.
Al Sinodo prendono parte 45 vescovi su 55 provenienti dall’Ucraina, dall’Europa centrale e occidentale, dal Nord e Sud America e dall’Australia. Sua Beatitudine Sviatoslav ha definito il Sinodo di quest’anno a Roma, il secondo durante una guerra su vasta scala, il “Sinodo della speranza”.
Nella serata del 3 settembre, i vescovi si sono riuniti per la preghiera allo Spirito Santo e hanno prestato il giuramento sinodale. Il Sinodo dei Vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina di quest’anno si protrarrà fino al 13 settembre 2023.
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Omelia di Sua Beatitudine Sviatoslav, nella Divina Liturgia nella Basilica di Santa Sofia
Il primo segno di speranza è che le attività sinodali rappresentano un momento di manifestazione dello Spirito Santo: “Ogni volta che la Chiesa o il popolo hanno attraversato momenti difficili nella loro storia (paragonabili a ciò che oggi definiremmo momenti di crisi), la Chiesa ha convocato i Sinodi e perfino i Concili. L’attuale incontro degli Apostoli, dei nostri Vescovi, rappresenta un momento speciale in cui lo Spirito Santo discende sulla Chiesa e sul popolo… Riuniti in questo Sinodo, noi Vescovi ci troviamo in preghiera difronte a Dio e chiediamo al Signore: Dio, rivelaci la Tua volontà e concedici il coraggio, la forza necessaria per adempierla incondizionatamente con la fiducia in Te”.
Sua Beatitudine Sviatoslav ha espresso con tristezza il fatto che molte persone nel mondo oggi potrebbero vivere una vita più felice e pacifica se l’Ucraina, il suo popolo, il suo Stato e la nostra Chiesa non esistessero. Ha richiamato un detto argentino: “Sono un sassolino nella scarpa” e ha osservato che la Chiesa greco-cattolica ucraina è effettivamente, oggi, un “sassolino nella scarpa per coloro che vorrebbero concentrarsi sulle loro questioni terrene, trascurando la chiamata di Dio al Regno Celeste così come è”.
“Partecipiamo alla celebrazione del Regno di Dio, e oggi l’Ucraina, la nostra Chiesa e tutti coloro che difendono la verità, il diritto alla vita e all’esistenza, possono riporre la loro speranza solo in Dio”, ha affermato il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina. “In questa Chiesa di Santa Sofia, oggi ci rivolgiamo a Dio con questa preghiera: “Dio, donaci la Tua divina saggezza!… Nostro illustre Patriarca Josyf Slipyj, il fondatore di questo santuario, sii con noi e concedi alla Tua Chiesa oggi la forza del Tuo Spirito e delle Tue parole, affinché non possiamo temere di essere un popolo non solo chiamato, ma anche scelto. Un popolo che Dio ha scelto per una missione speciale nel mondo moderno”.
Il secondo segno di speranza del Sinodo di quest’anno è che, riuniti a Roma, i Vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina hanno l’opportunità di alzarsi su un piedistallo speciale per far udire la loro voce in modo potente “Urbi et Orbi”, rivolta alla città di Roma, al Santo Padre e all’intero mondo. “Nel contesto attuale, in cui i vecchi imperi si stanno risvegliando e l’aggressore russo conduce una guerra neocoloniale in Ucraina, è cruciale che il mondo ascolti la vera storia dell’Ucraina, così come quella della Russia e dell’Europa orientale, non la versione scritta dagli imperialisti colonizzatori, ma la storia raccontata e scritta con il sangue dei popoli privati della propria libertà che, oggi, lottano per il diritto all’esistenza, alla libertà, al loro Stato ucraino, integro e indipendente”, – ha sottolineato Sua Beatitudine Sviatoslav.
Il terzo segno significativo di speranza è rappresentato dall’opportunità per i vescovi ucraini di incontrare personalmente il Santo Padre e ricevere da lui un gesto di speranza. “Sappiamo che il Santo Padre è un grande maestro dell’ascolto e dei gesti. Egli desidera ascoltare il Sinodo dei vescovi ucraini. Ci ha invitati espressamente ad un incontro un’ora prima per dare la possibilità non solo al Capo della nostra Chiesa, ma anche a ciascun vescovo della nostra Chiesa di parlare a nome del suo gregge. E, in quanto maestro dell’ascolto, Egli è pronto ad ascoltarci. E come maestro dei gesti, che a volte possono essere più eloquenti delle parole scritte o lette, credo che ci donerà un gesto di speranza”, – ha detto l’Arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina.
Durante il suo saluto al Padri sinodali, il Cardinale preconizzato Claudio Gugerotti, il Prefetto del Dicastero per le Chiese Cattoliche Orientali, ha esteso ai Vescovi ucraini riuniti a Roma i saluti di Papa Francesco. Ha sottolineato con fermezza che l’affetto e l’interesse del Papa per l’Ucraina rimangono costanti e inalterati nel tempo.
“Guardando ognuno di voi, vedo nei vostri occhi le immagini di coloro che sono deceduti, che sono stati uccisi, di chi ha sofferto e continua a soffrire sia spiritualmente che fisicamente”, ha condiviso l’Arcivescovo con il pubblico. Egli ha descritto la guerra in Ucraina come “atea” e “un assassinio di Dio”, poiché “là dove si uccide la vita di un innocente, si ucide anche la presenza di Dio”.
Il prefetto del Dicastero per le Chiese cattoliche orientali ha assicurato che la Chiesa di Roma e il Papa sono incredibilmente grati alla Chiesa greco-cattolica ucraina per tutto l’aiuto e il sacrificio che ha dimostrato per il popolo ucraino: “Voi siete lavoratori instancabili delle opere di misericordia. Il vostro compito è asciugare le lacrime e confortare chi soffre. Questo è il compito del popolo di Dio e di coloro che seguono Dio e Lo imitano”.
The UGCC Department for Information