La comunità delle Monache Redentoriste ha celebrato la prima professione di suor Maria Faridah Vaozandry che l’ha emessa il 25 aprile 2024 nel Duomo di Sant’Agata de’ Goti. L’Eucaristia è stata presieduta da Mons. Giuseppe Mazzafaro, Vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, e concelebrata da numerosi sacerdoti. Alla celebrazione hanno partecipato suore redentoriste della comunità locale ed alcune dei monasteri di Scala e Foggia. Era presente Madre Imma Di Stefano OSsR, la Presidente Federale della Federazione “Beata Maria Celeste Crostarosa”.
Nel suo racconto, suor Anna Maria Ceneri OSsR, superiora del monastero di Sant’Agata de’ Goti, fornisce dettagli sull’evento e sul significato dei voti religiosi.
A TE VOGLIO CANTARE, A TE VOGLIO DANZARE, DIO DELLA MIA GIOIA
Quando nel 2017 ho incontrato per la prima volta Faridah, avvolta dalla testa ai piedi nel suo coloratissimo pareo, non potevo mai immaginare il progetto di Dio su questa ragazza. Lei, mi aveva atteso tutto il pomeriggio davanti alla Parrocchia dei Missionari Redentoristi, a Vohémar, al Nord del Madagascar, perché sentiva la vocazione di diventare monaca e desiderava parlarmi.
Quel progetto si è realizzato oggi, 25 aprile 2024. Nel Duomo di S. Agata de’ Goti, suor Maria Faridah Vaozandry, ha coronato il suo sogno, ha emesso la Professione Temporanea a Cristo Redentore, nella Celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Pastore Mons. Giuseppe Mazzafaro, diventando monaca redentorista della Comunità di S. Agata de’ Goti.
Abbiamo scelto questa data perché il 25 aprile nel 1725 la nostra fondatrice, Beata Maria Celeste Crostarosa ha ricevuto misticamente da Cristo stesso la rivelazione dell’Istituto e la Regola. Grate a Dio per tanta grazia che si è diffusa su tutto l’Ordine del SS. Redentore in questi 299 anni, desideriamo prepararci al Giubileo dei 300 anni a partire da oggi, con un anno di preghiera e iniziative. La partecipazione della Presidente Federale, Madre Imma Di Stefano, della nostra Federazione “Beata Maria Celeste Crostarosa”, a cui appartengono i monasteri dell’Europa, America latina e Africa, ha voluto dare inizio a questo particolare anno, con l’evento della Professione della nostra giovane sorella Maria Faridah. Alla celebrazione erano presenti anche le Superiori e alcune suore delle Comunità redentoriste di Scala e di Foggia. Abbiamo trasmesso tramite live streaming attraverso la Pagina della Federazione il video dell’evento, in modo che le nostre sorelle collegate da varie parti del mondo potessero partecipare.
Il Monastero del SS. Redentore di S. Agata, deve la sua nascita a S. Alfonso M. De’ Liguori e rappresenta tuttora una reliquia vivente della sua memoria storica e spirituale in questo Paese. Quando nel 1762, Egli, come vescovo fece il suo ingresso nella diocesi di S. Agata dei Goti, volle subito un centro di preghiera e un monastero per l’educazione umana e cristiana delle giovani. Trovata una fabbrica già iniziata, si interessò per completare la Chiesa e costruire l’attuale Monastero. Invitò le monache dell’Ordine del SS. Redentore, fondate nel 1731, a Scala (SA) dalla Beata Madre Maria Celeste Crostarosa, con la sua illuminata collaborazione. Nel 1766 giunsero le fondatrici: Sr M. Raffaella De Vito, scelta dallo stesso S. Alfonso come Superiora, e altre tre suore e così il Monastero cominciò la sua storia. Da qui, nel 1831, l’Ordine si propagò, prima in Austria, a Vienna, con due nobildonne, Eugenie Dijon e Antonia Welsersheimb, che dopo un soggiorno a S. Agata per attingervi lo Spirito autentico dell’Ordine, fondarono il primo Monastero al di là delle Alpi, e da Vienna le fondazioni si moltiplicarono in Europa nel mondo.
Ritorniamo con il riflettore sulla Professione di Sr M. Faridah, che ha visto la nostra sorella di fronte alla Comunità monastica e a tutta la Chiesa offrire la sua giovane vita a Gesù Redentore.
La Celebrazione ha avuto inizio con il Rito della Vestizione durante il quale Faridah ha indossato l’abito religioso, dal particolare colore rosso scuro, che vuol significare l’immenso amore di Dio per l’umanità, indicando già la sua volontà di seguire Cristo con una vita nuova. Dopo c’è stato l’appello della Maestra, dove la giovane emoziona ma convinta ha risposto con il suo assenso e la sua prontezza: Mi hai chiamata, eccomi, Signore!
Il Rito della Professione Temporanea è avvenuto dopo l’omelia, quando il Vescovo l’ha interrogata circa la volontà. Ella ha pronunciato una formula di accettazione dicendo: “lo voglio”. Suor Maria Faridah si è impegnata a custodire la castità, abbracciare la povertà e offrire l’obbedienza. Sono i voti che esprimono le tre forme mediante le quali d’ora in avanti seguirà Cristo “più da vicino” per essere in Lui una “creatura nuova”. Sappiamo bene, che oggi, per il nostro mondo questo rappresenta una sfida che lanciamo in ogni direzione e che con la grazia e l’amore di Dio abbracciamo: all’egoismo e arrivismo rispondiamo con l’obbedienza; all’attaccamento e sfruttamento ai beni della terra rispondiamo con la povertà; alla ricerca sfrenata del piacere a tutti i costi noi rispondiamo con la castità. Tutto questo Faridah lo ha esposto nella Professione che ha emesso nelle mani della Superiora la quale ha accolto la sua volontà di vivere la vita religiosa redentorista. La Professione è stata firmata pubblicamente essendo un atto formale e ufficiale che resterà per i posteri negli archivi del Monastero. Infine le sono stati affidati dei segni: Il velo che ha coperto il suo capo, segno esteriore di cambiamento e di un’appartenenza radicale a Dio, il libro della Liturgia delle ore, cioè il libro con cui la neoprofessa è delegata dalla Chiesa a pregare per essere una sentinella che annuncia l’alba del nuovo giorno, che indica il Signore, unico Salvatore. Infine ha ricevuto il Crocifisso e la Regola del nostro Ordine che è come un riconoscere ufficialmente la sua vocazione e impegnarsi a crescere sempre più nell’amore. Una ghirlanda di fiori poi ha abbellito e coronato la sua giovane fronte, lieta e orgogliosa di essere diventata sposa di Cristo.
La bellezza e la solennità della funzione è stata arricchita dal tocco della cultura malagasy che gioiosa e festosa, manifesta la sua fede con canti e danze espressive. Nelle loro liturgie il tempo si ferma e tutto diventa bellezza e incanto, i malgasy pregano gioiosi e felici e tutti sono protagonisti nella celebrazione. Le sorelle malagasy della Comunità di S. Agata e tanti confratelli e religiose malagasy che hanno partecipato, hanno espresso la fede e la gioia nella danza dell’offertorio, del canto allo scambio della pace, nella danza di ringraziamento dopo la comunione. Insomma Sr M. Faridah ha coinvolto tutti elevando il suo “sì” a Cristo Gesù cantando e danzando.
Sr Anna Maria Ceneri, redentorista