Spagna: Nuovo slancio per l’Editorial Perpetuo Socorro di Madrid

0
267
La foto: "Il piccolo giardino del Paradiso" di un anonimo pittore tedesco del XV secolo.

Il 15 aprile, l’Editorial Perpetuo Socorro di Madrid, ricordando la sua origine di portare la persona alla formazione e la formazione alle persone, ha inaugurato una nuova iniziativa chiamata “Hortus conclusus” per la profonda traiettoria del termine nella cultura, in generale, e in particolare nella Sacra Scrittura e nella tradizione monastica.

Come sappiamo, l’Hortus conclusus è la forma tipica di un giardino medievale, legato soprattutto a monasteri e conventi. Come dice il nome stesso, si tratta di uno “spazio verde”, generalmente di piccole dimensioni, circondato da alte mura, dove i monaci piantavano ogni tipo di pianta a scopo alimentare, medicinale o ornamentale.

Dal punto di vista artistico, il giardino chiuso è rappresentato in una moltitudine di dipinti, miniature e rappresentazioni scultoree. È nell’ambito dell’arte sacra europea, soprattutto nel Rinascimento, che diventa uno dei simboli identificativi della Vergine Maria ed è spesso rappresentato, anche attraverso alcuni riferimenti simbolici, in dipinti come le Annunciazioni e altre scene della vita della Vergine; particolarmente bello è il giardino chiuso che appare nell’Annunciazione del Beato Angelico al Museo del Prado. L’immagine ispiratrice meno nota che abbiamo utilizzato è un Giardino chiuso di un anonimo pittore tedesco del XV secolo, intitolato “Piccolo giardino del Paradiso”, perché anche il Giardino chiuso evoca l’Eden perduto. Del resto, questa immagine si ispira al passo biblico del Cantico dei Cantici: “O mia sorella, mia sposa, tu sei un giardino chiuso, o mio sposo, tu sei un giardino chiuso” (Cantico dei Cantici 4,12).

Ecco perché l'”Hortus conclusus” è spesso raffigurato come un giardino incontaminato e protetto, che evoca l’idea di un cuore e di una mente liberi, dedicati alla contemplazione. All’interno di questo giardino, le piante prosperano e fioriscono, così come gli uomini e le donne che lo abitano, dediti alla vita spirituale.

Molti Padri della Chiesa hanno visto in questa immagine la figura della purezza di Maria e della Chiesa stessa. “Il giardino chiuso, insieme alla sorgente sigillata, divenne un simbolo di Maria e del suo stato verginale” (Manfred Lurkerd, Diccionario de imágenes y símbolos de la Biblia, Ed. El Almendro, Córdoba 1994, p. 120).

Sant’Alfonso Liguori, il nostro fondatore, da parte sua, ha esclamato: “Vorrei che il mondo intero ti riconoscesse e acclamasse come quella bella alba sempre illuminata dalla luce divina; come l’arca eletta della salvezza, libera dal naufragio universale del peccato; per quella colomba perfetta e immacolata, come ti ha chiamato il tuo sposo divino; come quel giardino chiuso che ha fatto le delizie di Dio; per quella fontana sigillata che il nemico non ha mai potuto intorbidire; infine, per quel giglio bianco che sei, e che, nascendo tra le spine, che sono i figli di Adamo, macchiati dalla colpa e nemici di Dio, tu sola sei venuta pura e pulita, tutta bella e totalmente amica del Creatore” (Alfonso Mª de Ligorio, Le glorie di Maria, Ed. Perpetuo Socorro, Madrid 1992, pp. 253-254).

Il nostro mondo continua ad avere un “desiderio di infinito”, una costante ricerca di un “oltre”, di una trascendenza. Questa liberazione dallo spazio reale si traduce sempre in un desiderio di lontananza e di incontro, in una ricerca dell’ideale irraggiungibile e in un amore per il quotidiano… Il silenzio, la contemplazione e l’ascolto sono indispensabili per questa ricerca, a cui questo ciclo di riflessione vuole servire.

Questa è la nostra idea, piantare un giardino – un frutteto recintato – che aiuti a far rivivere l’origine, il mezzo e il fine del progetto di Dio nella sua relazione indissolubile con le persone. Un luogo di pace, riflessione, crescita, umanità e quindi divinità. Un luogo dove ci sentiamo intimamente uniti alla Parola e interpellati dalla necessità del suo annuncio e della sua proposta a questo mondo. Un luogo dove, come missionari, annunciamo la gioia dell’incontro e siamo pedagoghi del cammino cristiano con tutti, un processo di accoglienza e riflessione, di gratitudine e inclusione, di perdono e misericordia.

Pablo d’Ors, sacerdote, scrittore e fondatore della rete di meditatori “Amici del Deserto”, era presente all’inizio di questo ciclo.

La sua opera letteraria, affine a quella di Herman Hesse e Franc Jalis, è stata tradotta nelle principali lingue europee e viene ripubblicata integralmente dalla casa editrice Galaxia Gutenberg. Il suo libro “Biografía del silencio” ha già venduto oltre 300.000 copie, diventando una pietra miliare nella storia della saggistica spagnola. La sua “Biografía de la luz”, una lettura mistica del Vangelo, è stata accolta in Spagna come la migliore presentazione del cristianesimo per il mondo contemporaneo. Nella sua ultima opera, “Los contemplativos”, affronta, a partire dalla vita di personaggi anonimi, le grandi questioni della conoscenza di sé, della crescita personale e del perdono. Il titolo della sua riflessione è “Conoscenza di sé, identità, contemplazione e perdono”. Nella sua presentazione, attraverso i personaggi anonimi del suo ultimo libro “I Contemplativi”, ha svelato le chiavi della conoscenza di sé, per trovare la nostra identità di esseri creati e amati da Dio e, infine, per vivere la nostra vita nella chiave della gratitudine e del perdono.

Francisco Javier Caballero Ávila CSsR

Potete trovare la sua presentazione su YouTube: