Italia: il convegno sul redentorista p. Antonio Dressino, “giusto tra le nazioni”.

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Ogni anno la Giornata della memoria, istituita nel 2005, per commemorare tutte le vittime della Shoah e tenere viva il ricordo di quell’evento tragico, viene preparata un po’ in tutta Italia, con una serie di manifestazioni culturali che, in forme diverse, mettono al centro dell’attenzione non soltanto le milioni di vittime dell’eccidio nazista, che è doveroso commemorare, ma anche coloro che hanno rischiato la vita per sostenere gli Ebrei perseguitati. 

Tra questi giusti, vi è anche un missionario redentorista: p. Marco Antonio Dressino (1877-1969), rettore e parroco di San Gioacchino ai Prati, durante l’occupazione di Roma, e a capo di una serie di iniziative coraggiose per la salvezza di numerose vite umane. Il suo ricordo, legato al complesso della casa e chiesa pontificia dei Prati, è stato oggetto in questi anni, di commemorazioni locali, trasmissioni televisive, articoli e visite guidate ai luoghi della memoria. L’impegno e il lavoro tenace del redentorista, p. Ezio Marcelli, hanno consentito a tante persone di accostarsi ad una appassionante storia di solidarietà, avvenuta tra le mura di una chiesa e di una casa religiosa, in un intreccio di circostanze avvincenti che sono rimaste nelle pagine più umane della storia.

Quest’anno, le iniziative per ricordare p. Dressino, hanno avuto come centro il suo paese di origine: la cittadina muratadi Montagnana, in provincia e diocesi di Padova, che ha promosso il primo convegno per celebrare un illustre montagnanese, il cui nome è stato annoverato nella gloriosa schiera dei giusti tra le nazioni.

Un locale comitato, costituitosi all’ombra del monumentale Duomo, ha visto riunite in una nutrita equipe di lavoro numerose personalità, desiderose di far conoscere alla comunità cittadina la vita e l’opera di uno dei suoi più illustri figli. Gli organismi parrocchiali e la sezione locale di Italia Nostra hanno pianificato un vero e proprio Convegno, in cui approfondire in prima istanza la conoscenza del redentorista montagnanese, alla cui figura è stata affiancata la memoria di monsignor Agostino Bellato, arciprete di Montagnana nel decennio 1956-1966, anch’egli riconosciuto giusto tra le nazioni. Due personalità, in modo diverso, legate alla cittadina veneta, protagonisti di iniziative umanitarie coraggiose, durante una delle pagine più buie della storia italiana appena trascorsa. 

Il Convegno titolato P. Marco Antonio Dresseno. Un montagnanese giusto tra le nazioni, ha avuto luogo sabato 25 gennaio, a partire dalle ore 16,30 nella splendida cornice dell’elegante Cinema Teatro “Bellini” parte delle strutture parrocchiali. 

Ad inaugurare l’evento l’arciprete-parroco di Montagnana, nonché vicario foraneo zonale, monsignor Lucio Monetti,con i saluti e l’introduzione dei lavori, sottolineando l’importanza di tale momento culturale per la storia della comunità e porgendo un caloroso saluto agli illustri ospiti convenuti.

Non poteva mancare il saluto e la riflessione iniziale del primo cittadino di Montagnana, Gian Paolo Lovato che ha messo in risalto la rilevanza che tale avvenimento, appoggiato dall’amministrazione comunale, riveste per la città: un ulteriore prezioso tassello di conoscenza che richiama tutti al dovere della memoria, per contrastare un certo negazionismo in voga e trasmettere alle future generazioni la storia vera di eventi che hanno segnato la cultura italiana. 

La professoressa Antonia Scappin, esperta di arte e conduttrice della serata, ha accolto gli ospiti d’onore: i pronipoti di p. Dressino, presenti con le loro famiglie, e p. Vincenzo La Mendola, redentorista, archivista e storico della Chiesa, nonché membro dell’Istituto Storico della sua Congregazione. La sua presenza è un ponte di collegamento tra Montagnana e la Congregazione dei Redentoristi, istituto missionario nel quale padre Dressino ha realizzato la propria vocazione religiosa, con la quale si è aperta ufficialmente una collaborazione fattiva.

Dai saluti iniziali si è passati al cuore dell’evento, ossia le relazioni sul tema, accompagnate da PowerPoint preparati da Gian Antonio Lucca, che hanno permesso ai presenti di compiere un vero e proprio viaggio virtuale, attraverso suggestive immagini e foto d’epoca, alcune anche inedite.

Il primo intervento dal titolo La persecuzione degli ebrei e l’occupazione nazista di Roma (1943-1944). Il rifugio per ebrei e ricercati messo in atto a San Gioacchino a Roma, Parrocchia dei Missionari Redentoristi, e il ruolo di P. Marco Antonio Dresseno, è stato presentato dal prof. Alberto Costantini, insigne storico locale, scrittore e conferenziere. Con la sua nota abilità narrativa, egli ha messo in luce le dinamiche di un momento storico difficile e pieno di contraddizioni, accendendo i riflettori sull’operato dei Redentoristi, capeggiati da p. Dresseno, con la regia di un laico di Azione Cattolica e di una suora della Carità di San Vincenzo de’ Paoli. 

La seconda relazione è stata affidata a Gian Antonio Lucca, attuale presidente di Italia Nostra e appassionato ricercatore di storia, il quale ha tracciato per grandi linee le biografie di p. Dressino e di monsignor Bellato, mettendone in luce la straordinaria sensibilità umanitaria e le opere realizzate in un periodo complesso. Accostare le due figure così gigantesche ha comportato una abilità di comparazione non comune, espletata con linearità dal relatore.

p. La Mendola, è stato affidato un tema assolutamente inedito: un profilo spirituale di p. Antonio Dressino, religioso e sacerdote redentorista. Con evidente commozione, ha preso la parola, ringraziando per l’invito, e portando i saluti di tutti i Redentoristi di Europa Sud e del loro superiore provinciale. Egli ha trattato il proprio argomento, a partire da fonti autografe inedite, che hanno portato alla luce la interessante personalità e la vita interiore del redentorista di Montagnana, non soltanto giusto tra le nazioni, ma uomo di profonda fede e grande tra i miti e gli umili di cuore. Con grande interesse e coinvolgimento, i presenti hanno seguito l’intervento di p. Vincenzo, che ha tracciato le coordinate della spiritualità del religioso montagnanese, a cui si è data voce, attraverso le numerose citazioni dai suoi diari spirituali e le riflessioni proposte dal relatore. Pur essendo stata la relazione più lunga, ha consentito agli intervenuti di conoscere in profondità l’itinerario spirituale di un uomo, che ha lasciato il segno nella storia della solidarietà umana e in quella della Congregazione del Santissimo Redentore. Finalmente abbiamo avuto modo di accostare la figura di p. Dressino da una prospettiva più personale e con la possibilità di esplorare il suo ricco mondo interiore.

Alla coordinatrice l’ultima parola per la conclusione dei lavori, il ringraziamento da parte di tutta la comunità cittadina ai relatori, e il saluto affettuoso agli intervenuti. 

A Marco Brancati e Marco Pirondini la gratitudine del comitato per aver assicurato con competenza, una perfetta regia, nella cura dell’aspetto tecnico.

Un’altra pietra fondamentale è stata posta nella storia di Montagnana, augurandoci che sia soltanto la prima di tante iniziative che seguiranno, per far conoscere personaggi e storie vissute che rimangano memoria viva e nutrimento della coscienza collettiva. E perché no? Modelli che insegnino il valore sacro della vita e il coraggio di lottare per la sua salvaguardia, nel rispetto della dignità di ogni uomo.

Caterina Faggion