Fraternità universale e amicizia sociale: Utopia o Realpolitik? Una lettura della Fratelli Tutti in ottica politica (parte 1/2)

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 (dal Blog dell’Accademia Alfonsiana)

Per felice coincidenza o forse per divina provvidenza in Accademia Alfonsiana abbiamo avuto recentemente nel corso sul socialismo una bella discussione sull’Utopia di Tommaso Moro.  Abbiamo riflettuto sulla forma di vita idillica che si conduce su questa famosa isola.  Se avete letto le prime reazioni alla Fratelli tutti, avrete notato che l’enciclica è spesso accusata d’essere utopistica.  Così nasce il titolo di questo breve intervento: Fraternità universale e amicizia sociale: Utopia o Realpolitik?  Nella seconda parte di questo post darò la mia risposta a questa domanda. Prima vorrei fare una breve lettura dell’enciclica in ottica politica.

L’ermeneutica ci insegna, e non da ieri, che la prima cosa da fare nell’interpretazione di un nuovo testo è di individuarne il genere letterario: non si può leggere una poesia come fosse un trattato di fisica.  Il genere letterario “enciclica sociale” è abbastanza conosciuto nelle specificità del suo scopo, del suo stile, dei suoi contenuti e dei suoi destinatari. Spesso una tale enciclica tratta di una questione sociale specifica: la situazione degli operai nella Rerum Novarum, l’auspicabile modello economico post-sovietico nella Centesimus Annus o l’ecologia nella Laudato si’. Naturalmente, mentre trattano la questione specifica queste encicliche toccano vari altri argomenti.

Orbene, qual è il genere letterario della Fratelli tutti e qual è la sua questione sociale specifica? Una risposta adeguata a queste domande deve includere due considerazioni un po’ particolari. È vero che Fratelli tutti è un’enciclica sociale, lo dice anche il testo.  Ma si potrebbe chiamarla un’enciclica/compendio sociale, anche questo è spiegato nell’introduzione al testo. Il Papa Francesco presenta l’enciclica come un tipo di revisione generale del suo magistero, anche in vista di lettori non-credenti. Cogliere questi due punti ci aiuta a capire la lunghezza dell’enciclica e la scelta di usare spesso un linguaggio universale e non specificatamente cristiano.  Per quanto riguarda la domanda sulla questione sociale specifica, la risposta non è facile.  Essendo una revisione generale il testo parla di tantissimi argomenti. Molti di essi sono stati già trattati in altre encicliche, in modo particolare nella Laudato si’.  Se volessimo individuare due temi relativamente nuovi che sono centrali nell’enciclica potrebbero essere il populismo e la migrazione. In questo intervento vorrei notare che cosa dice il testo su questi temi e poi suggerire che le idee centrali della fraternità universale e dell’amicizia sociale sono la base della risposta del Papa a queste due gravi questioni sociali.

Come tema, il populismo è presente soprattutto in due sezioni dell’enciclica: nel primo capitolo che è un tipo di fotografia dell’attualità sociale mondiale e nel quinto capitolo che è dedicato direttamente alla politica. Presi insieme questi testi costituiscono una denuncia severa della tendenza in molti Paesi del mondo di fare un uso abusivamente ideologico della stessa idea di “popolo”, capito come un gruppo chiuso e  autoreferenziale. Peggio ancora, secondo il Papa, è la tendenza nel populismo di manipolare le paure e le emozioni del popolo per assicurare il proprio successo alle urne.

La trattazione del tema della migrazione è più diffusa nell’enciclica, ma è il tema centrale del quarto capitolo. Anche qui è facile percepire una chiara denuncia di certe scelte politiche nazionali e internazionali. Si insiste sulle condizioni di sicurezza e di povertà nei Paesi d’origine, sugli abusi del traffico umano, sulla mancanza di accoglienza nei Paesi d’arrivo e sulla mancanza di una politica coordinata a livello internazionale. Nel quarto capitolo si passa a un discorso più propositivo che include una lunga lista di misure che potrebbero facilitare l’integrazione dei migranti nei Paesi d’arrivo.

È chiaro che queste due questioni sociali del nostro tempo sono intimamente legate: il tema della migrazione, presentata come un’invasione pericolosa, è centrale nel discorso politico populista.

Padre Martin McKeever, CSsR