Come indicato in un precedente post, lo scopo di questa riflessione è tentare di comprendere lo straordinario successo politico del populismo negli ultimi dieci anni (un successo che ora è seriamente mitigato da risposte inadeguate alla pandemia). Esamineremo qui solo due aspetti di questo complesso fenomeno: le basi teoriche del populismo e le sue strategie pratiche.
Forse la caratteristica più sorprendente del populismo è la povertà manifesta della sua base teorica. Alcune idee (ad esempio il popolo, la sovranità nazionale, l'identità nazionale), che sono tutte di per sé temi politici seri, sono predicate con grande superficialità e semplice ignoranza, nel perseguimento degli obiettivi ideologici che abbiamo considerato nell'ultimo post. La questione teorica sostanziale chiave, di solito non chiaramente articolata, è la rappresentanza. Coloro che votano per posizioni politiche populiste sono generalmente disillusi dall'attuale sistema di rappresentanza (di solito attraverso i partiti politici) e credono che una qualche forma di democrazia diretta sia un'alternativa praticabile. Quelli di noi che non sono convinti della fattibilità delle alternative proposte, farebbero bene a prendere sul serio questa frustrazione - che è vecchia come la democrazia stessa ma è stata accentuata da molteplici fattori nella cultura contemporanea.
Se il populismo è debole sul piano teorico, si è visto essere molto più vigoroso sul piano pratico. Il populismo funziona politicamente in quanto gioca sulle frustrazioni e le paure delle masse disilluse di cui sopra. Queste includono la gente povera ma più in generale sono persone della classe media che sono state negativamente colpite dal cambiamento economico, sociale e politico. Il politico populista, il cosiddetto "leader carismatico", affronta questa frustrazione e rabbia denunciando, spesso con una retorica violenta e insensata, coloro che sono ritenuti responsabili di questa situazione negativa (i partiti politici tradizionali, l'élite economica e politica, l'establishment). L'efficacia di questo processo è enormemente facilitata dall'uso dei social media che tendono a offrire soluzioni telegrafiche e polemiche a problemi politici complessi, fino a propagare fake news.
Il populismo funziona in quanto divide e polarizza. L'esperienza ha dimostrato e continua a dimostrare che mentre questa forma di politica può essere efficace per raggiungere il potere, è del tutto inadeguata per mantenerlo, un dilemma che Machiavelli capì circa 500 anni fa.
p. Martin McKeever, CSsR