Il 28 giugno ricordiamo il grande sacrificio dei Redentoristi ucraini per la loro testimonianza della fede. Possa il loro martirio portare i frutti dell’amore, della speranza e pace, soprattutto in Ucraina, attualmente colpita dall’aggressione russa.
Nel settembre del 1939 (patto Molotov-Ribbentropp), l’Unione Sovietica unendo l’Ucraina Occidentale ai propri territri, scatenò una violenta persecuzione contro la Chiesa greco-cattolica. Fino alla caduta del comunismo, nel 1989, i bolscevichi rinchiusero nei lager, torturarono e uccisero migliala di fedeli, vescovi, sacerdoti e laici. Tra questi subirono il martirio anche i redentoristi Nicola Carneckyj (1884-1959), vescovo, esarca apostolico di Volyn’ e Pidljashja, morto fuori dal carcere, sotto lo stretto controllo della polizia, a seguito della salute rovinata durante i 10 anni di detenzione nei lager, Basilio Velyckovskyj (1903-1973), vescovo della Chiesa greco-cattolica ucraina «clandestina», morto in Canada per Ie torture subite nei molti anni di carcere duro, dopo essere stato espulso dal Paese in condizioni fisiche e psicologiche precarie; Zynovij Kovalyk (1903 – 1941), sacerdote, ucciso in modo violento, secondo alcuni testimoni, crocifisso alla parete di un corridoio della prigione di Brihidchy; Ivan Ziatyk (1899 – 1952), sacerdote, morto in carcere dopo una violenta bastonatura. Giovanni Paolo II li ha beatifìcati, a Leopoli, il 27 giugno 2001.
Dio onnipotente ed eterno, che hai salvato gli uomini nella croce di Cristo, per i meriti e l’intercessione dei beati Nicola, vescovo, e compagni martiri Basilio, Zenone e Ivan, concedici di perseverare con fede nelle avversità per godere con loro la beatitudine eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con tè, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
fonte: Liturgia delle ore con calendario particolare dei redentoristi