Haiti vive un momento di estrema violenza, la popolazione vive nel panico mentre una situazione di miseria economica domina il Paese. Le organizzazioni internazionali stanno abbandonando i poveri che in questo momento hanno bisogno di tutto. Scala News pubblica qui la testimonianza della comunità redentorista e la richiesta del Superiore Regionale di Haiti, Padre Pétuel Gerard, C.Ss.R. dal paese più povero d’America:
Ciò che sta accadendo in questi giorni a Port-au-Prince e dintorni non ha precedenti. Sebbene ci fossero diversi segnali che potevano farci pensare che avremmo conosciuto giorni così bui, nessuno si aspettava ciò che sta accadendo a Carrefour-Feuilles, dove i Redentoristi si sono stabiliti da 94 anni. Per alcuni confratelli siamo in un sogno, ma la realtà è che siamo costretti ad evacuare dalla nostra casa madre a causa dei banditi armati che seminano il terrore nei dintorni.
In una relazione di Padre Pétuel Gerard, C.Ss.R, Superiore Regionale di Haiti, leggiamo quanto segue:
“Per noi a Port-au-Prince, soprattutto nella zona di Carrefour-Feuilles (Monastero-Parrocchia San Gerardo e Residenza Mon Rêve) è il caos totale, stiamo vivendo tempi molto difficili e senza precedenti… Banditi armati attaccano la popolazione civile , derubano e danno fuoco alle case e a tutto ciò che trovano. Hanno saccheggiato e dato fuoco alla sotto-stazione della polizia nella zona di Savane Pistache (zona montana di San Gerardo) e ucciso diversi membri della popolazione civile. In tutta la zona, comprese le nostre case, ci sono proiettili che arrivano da ogni parte e toccano i muri e i tetti delle nostre case. Gli abitanti della zona non hanno avuto altra scelta che fuggire dalle proprie case per evitare la violenza dei banditi armati.
Quanto agli archivi regionali, li abbiamo conservati per ora nella Casa San Clemente di Bois Patate, altro quartiere ancora al sicuro dalla furia dei banditi armati, ma non si sa per quanto tempo. Lì si sono rifugiati anche i confratelli che vivevano nelle due comunità di Carrefour-Feuilles. Nonostante tutto, alcuni di noi restano al Monastero di San Gerardo per solidarietà con alcuni fedeli rimasti nel quartiere, e ogni mattina vengono a messa nonostante questa situazione caotica”.
Come era noto, Haiti fin dalla sua indipendenza ha conosciuto numerose crisi che hanno reso ogni pagina della sua storia un quadro di miseria, rovina e sangue. Tuttavia, l’azione combinata delle condizioni economiche e sociali derivanti da politiche dannose, afflitte dal clientelismo politico, dalla corruzione, dai disastri naturali, dall’incapacità e dal dilettantismo di coloro che detengono il potere politico e dalla violenza delle bande criminali sono arrivate al loro culmine. Se continuiamo su questa strada, andremo dritti verso l’autodistruzione della nostra nazione.
In questa Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, denunciamo ciò che sta accadendo ad Haiti, per questo chiediamo che coloro che detengono il potere politico facciano quanto necessario per fermare questa ondata di violenza e fermare questo spargimento di sangue che semina morte e disperazione in queste terre che i nostri antenati ci hanno lasciato in eredità. Per la comunità internazionale è giunto il momento di mostrare solidarietà attiva al popolo haitiano affinché la pace possa ritornare nel Paese. Poiché molti si chiedono, come Jacques Stéphen Alexis, “vogliamo sapere se nel nostro Paese ci viene negato o meno il diritto di vivere”.
Come disse Nelson Mandela in uno dei suoi discorsi, “vogliamo che il nostro Paese prosperi e fornisca servizi di base a tutti, perché la nostra libertà non potrà mai essere completa… se non soddisfiamo i bisogni fondamentali del nostro popolo… E noi sappiano anche che la pace è l’arma più potente che una comunità o una nazione possono utilizzare per lo sviluppo”.
P. Renold Antoine, C.Ss.R.