7 parole di San Giovanni Paolo II sulla Beata Celeste Crostarosa

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Oggi, 11 settembre, Memoria della Beata Maria Celeste Crostarosa O.Ss.R. offriamo un articolo sulla Beata dal portale a12.com

San Giovanni Paolo II ha lasciato in eredità alle Monache Redentoriste un messaggio affettuoso sulla vita della Beata Maria Celeste Crostarosa.

In quell’occasione, il 31 ottobre 1996, si è celebrato il terzo centenario della nascita della religiosa, fondatrice dell’Ordine del Santissimo Redentore (1696 – 1996). Fino ad allora la suora non era stata beatificata e chi avrebbe mai immaginato che il Papa sarebbe diventato un santo per la Chiesa.

Nel suo discorso San Giovanni Paolo II ha lasciato 7 messaggi per le religiose, che possono essere utili anche per la vita cristiana. In alcuni di essi il santo papa indica caratteristiche della spiritualità della beata, che ha accuratamente rimosso dai suoi scritti. Ecco i messaggi:

CRISTO AL CENTRO

La proposta spirituale di Madre Celeste è profondamente cristocentrica.

«Esso si articola attorno al mistero del Verbo incarnato che lo Spirito incessantemente attualizza in noi, trasformando la nostra vita nella sua: Cristo può così rinascere nel mondo nelle anime dei suoi cari» (cfr Autobiografia).

TRASFORMAZIONE NELL’EUCARISTIA

Fa costante riferimento all’Eucaristia come fonte di trasfigurazione.

«Infatti, indica la piena trasformazione eucaristica come punto di arrivo di ogni cammino spirituale: ‘Mi sono accostato alla Santa Comunione e tu mi hai cambiato in te, perché sono entrato nell’umanità del tuo Verbo divino e ho cominciato a sacrificarmi per il Padre per tutti gli uomini” e di assaporare “meriti e grazie” che, attraverso la sua passione, Cristo ha diffuso a “tutte le anime dei fedeli”, unendole e glorificandole nella loro “umanità unita al Verbo”» (cfr. Suor Maria Celeste Crostarosa, Ritenzione dell’anima presso lo Sposo Gesù [manoscritto inedito], 147).

SOMIGLIANZA AL REDENTORE

Suor Celeste aggiunge un’altra caratteristica altrettanto importante: la memoria viva scaturisce necessariamente dall’imitazione.

“I Redentoristi devono imprimere in loro ‘la vita e la vera somiglianza’ del Redentore, divenendone ‘un ritratto vivo e vivace’ (cfr Spicilegium Historicum). Non va mai dimenticato, però, che si tratta di un’imitazione partecipativa operata dallo Spirito, il quale non si stanca di tracciare in noi la pienezza della somiglianza di Cristo”.

CONTEMPLAZIONE

La contemplazione deve essere il centro della vita comunitaria.

“Lo sguardo deve restare fisso su Cristo per lasciarsi irradiare e trasformare in Lui dallo Spirito, così da diventare segno trasparente per i fratelli per la gloria del Padre. Tutto ciò richiede un incessante e amorevole impegno di approfondimento del Vangelo, anche secondo la raccomandazione della sua Fondatrice, che vedeva come base dell’intera giornata il brano evangelico proposto quotidianamente dalla liturgia”.

CARITÀ FRATERNA

La carità fraterna che nasce dalla contemplazione è grazia.

«Dovete saper condividere con i vostri fratelli quell’accoglienza evangelica, costantemente ricordata dalle vostre Costituzioni. La preghiera così vissuta rende i vostri monasteri centri di accoglienza cristiana per quanti cercano una vita semplice e trasparente per trovare il senso pieno della vita in Cristo. Questo vale per tutti, ma soprattutto per i giovani, oggi più bisognosi che in passato di esperienze potenti e più esposti al fascino di manipolazioni alienanti. Sappiate però sviluppare tutto questo nella fedeltà all’eredità alfonsiana, che ha sempre privilegiato i poveri”.

LEALTÀ

La fedeltà richiede il coraggio di un rinnovamento incessante.

«Occorre “riproporre con coraggio l’iniziativa, l’inventiva e la santità dei Fondatori come risposta ai segni dei tempi che emergono nel mondo di oggi” (cfr Giovanni Paolo II, Vita consecrata, 37). È una sfida che la vita claustrale femminile deve essere vissuta oggi con particolare coraggio di fronte alla rapida evoluzione del mondo femminile: la vostra presenza e la vostra testimonianza siano un contributo prezioso, affinché il cammino delle donne di oggi sia ricco di spunti autenticamente evangelici profondità spirituale. La “fedeltà creativa” invita anche a cercare modalità che permettano all’intero Ordine di prendersi cura delle necessità di ciascun monastero”.

PIETÀ MARIANA

È necessario contemplare l’azione di Dio in Maria.

“La contemplazione delle “meraviglie operate dal Signore in Maria” e lo sforzo costante per “maturare una pietà mariana sempre più vera e profonda”, come affermano le vostre Costituzioni, contribuiscono a darvi slancio e fiducia”.

( a12.com )

Biografia delle Beata Maria Celeste Crostarosa O.Ss.R.

Dal sito redentoriste sant’agata Madre Maria Celeste Crostarosa