Da otto anni la parrocchia di Schiavonea col titolo “Santa Maria Ad Nives” è stata affidata ai missionari Redentoristi. Una parrocchia vasta per territorio e abitanti, con la presenza di molti extra-comunitari. Sei anni fa è stata aperta una mensa per i poveri, dove viene distribuito un pasto quotidiano a tante persone che vivono in difficoltà sia italiani che extra-comunitari.
Da due anni la nostra comunità oltre ad avere ad una mensa per i poveri e un dormitorio è stata chiamata ad occuparsi della prima accoglienza per gli immigrati che arrivano nelle nostre coste.
Questa scelta fatta dalla Comunità dei Missionari Redentoristi all’inizio non è stata condivisa dalla gente. Nelle catechesi abbiamo portato a capire alla gente, che: bisogna partire, “proprio da quel principio che l’uomo è fatto per essere in relazione con tutti e se l’uomo è creato da Dio a sua immagine, è creato per vivere la fraternità e per stare bene con l’altro”.
La popolazione che all’inizio si era dimostrata non accogliente pian piano ha risposto in massa capendo che l’accoglienza è una delle cose fondamentali della vita. Si accoglie e si è accolti; mentre si è accolti si è anche accoglienti. L’accoglienza non è tale se non è reciproca.
Quindi nella nostra parrocchia anche se non ci sono tanti spazi dedicati all’accoglienza, grazie ora alla collaborazione di tanti laici si cerca sempre di dare il massimo senza distinzioni per far sentire a casa tanti nostri fratelli.
Certo siamo caduti in quella critica che si fa nell’accoglienza, che aiutano di più gli stranieri che non gli italiani…. Viviamo in una società che stigmatizza anche gli immigrati. Secondo il vociferare banale si dice: “Vengono perché non hanno soldi e non perché perseguitati”… si accoglie indipendentemente dal vissuto che una persona ha alle spalle. Noi accogliamo persone che desiderano riuscire nella propria vita. Noi non accogliamo persone che non hanno voglia e che stanno sciupando la loro vita. E in più accogliamo famiglie con bambini che sono in grosse difficoltà. Tanti sono motivati specialmente nella ricerca di un lavoro. Il tutto la nostra comunità parrocchiale lo svolge in maniera gratuita abbiamo previsto per i minori l’attuazione di percorsi formativi e di integrazione.
Certo qualcuno potrebbe pensare e chiedersi se esiste un problema di religiosità, anche se con enorme difficoltà abbiamo cercato di creare un punto d’incontro. Cristiani e musulmani che camminano insieme nel rispetto reciproco. La nostra è un’accoglienza nella massima libertà. Abbiamo cercato di vivere momenti di festa in comune come la Festa del Ramadan, la Festa del Sacrificio, sperando ora di far vivere loro insieme a noi la Festa di Natale e di Pasqua.
Oggi la nostra comunità grazie alla presenza di questi nostri fratelli è una comunità che cammina unita alla ricerca del bene.
Lorenzo Fortugno CSsR
Un po’ d storia
Frazione di Corigliano Calabro (CS) è sorta nel XII secolo come borgo di pescatori e porto per il commercio agricolo. Nel 1601 vi fu eretta la “Torre del cupo” a protezione dell’approdo. Nel 1649 in seguito ad un’apparizione miracolosa si iniziò la costruzione del Santuario della Madonna di Schiavonea, al posto della chiesetta precedente, che venne consacrato nel 1665.
Dopo i lavori per il nuovo porto di Corigliano, iniziati nel 1968, si ebbe un’intensa crescita edilizia negli anni settanta. Nel tempo, diverse famiglie religiose hanno avuto la cura pastorale del territorio, fra cui gli Ardorini e i Francescani Minori della Provincia Veneta. In seguito all’insistente invito del Vescovo di Rossano-Cariati Mons. Santo Marcianò, i Redentoristi arrivano il 25 agosto 2008 prendendosi cura della parrocchia che conta 12.000 abitanti stabili e circa 20.000 durante il periodo estivo. La comunità redentorista si presenta come stazione missionaria, l’impegno pastorale è soprattutto di irradiazione sull’intero territorio della diocesi con missioni popolari e percorsi formativi. Inoltre si è aperta una mensa per i migrantes.