RIVITALIZZARE LA NOSTRA VITA APOSTOLICA:

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Priorità della Ristrutturazione per la Missione

Communicanda 1
2016-2022

TESTIMONI DEL REDENTORE:
Solidali per la missione in un mondo ferito

(Roma, 9 Novembre 2017)

SOMMARIO

Introduzione: Vivere la nostra “Vita Apostolica” come testimoni profetici in e verso un mondo ferito

Parte I: Il processo di ristrutturazione

Parte II: Priorità
Priorità missionarie
Priorità apostoliche
Priorità fondamentali

Parte III: Criteri
Criteri per il Piano Apostolico e di Ristrutturazione delle Conferenze
Criteri per il Processo di Ristrutturazione e Riconfigurazione della Congregazione

Parte IV: Commissione della Conferenza per il Piano Apostolico e di Ristrutturazione

Conclusioni: Abbracciare il futuro con speranza, come un solo corpo missionario

GESÙ APPARE AI SUOI DISCEPOLI: “Voi siete miei testimoni”

Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho”. Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.

Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto”.
(Lc 24,36-40.45-49)
INTRODUZIONE.

VIVERE LA NOSTRA “VITA APOSTOLICA” COME TESTIMONIANZA PROFETICA “IN” E “VERSO” UN MONDO FERITO.

1. Il XXV Capitolo Generale ha consegnato a ciascun confratello e all’intera Congregazione una sfida importante: siamo chiamati ad essere “Testimoni del Redentore: solidali per la missione in un mondo ferito”. Al centro di questa sfida, che rappresenta il tema del sessennio, c’è la chiamata a testimoniare in solidarietà gli uni con gli altri e con i poveri. Noi scegliamo di rispondere a questa chiamata e sfida in forza alla nostra opzione di seguire Gesù. Di conseguenza, non è possibile diventare testimoni profetici del Redentore in questo mondo ferito senza rinnovare e rivitalizzare l’intera Vita Apostolica redentorista, il nostro vero ‘essere’ e la nostra vera identità di missionari Redentoristi.

2. Il primo modo con cui rendiamo testimonianza al Redentore, in qualità di religiosi consacrati, è leggendo e assumendo la nostra storia personale come storia di abbondante redenzione. La chiamata di Dio ha reso ciascuna delle nostre vite segno profondo della divina kenosis attraverso cui Dio chiama il mondo intero ad aprirsi al suo amore. Proprio come Gesù fissò con amore il suo sguardo sull’uomo ricco, e l’ha chiamato a seguirlo (Mc 10,21), così possiamo ricordare quel giorno in cui il nostro Redentore ha fissato il suo sguardo su di noi, ci ha amati, e ci ha chiamati a lasciare ogni cosa e a seguirlo. Senza soffermarsi sul nostro passato, senza fare domande sui nostri motivi, e senza giudicare la nostra realtà presente, Gesù ci ha accolti interamente, così come siamo, con i nostri peccati e le nostre virtù. Lui ci ha invitati a diventare suoi discepoli e suoi compagni, e a testimoniare l’amore di Dio incarnato nel mondo di oggi, un amore offerto liberamente a tutti.

3. Nel momento in cui accettiamo la nostra storia personale come manifestazione concreta della Redenzione, noi iniziamo a leggere e capire la nostra vita alla luce del mistero pasquale. In ciascun missionario Redentorista e, davvero, nell’intera Congregazione, esiste una profonda esperienza e memoria dell’abbondante Redenzione. Come i discepoli sulla strada verso Emmaus, abbiamo bisogno di riscoprire tale esperienza e collocarla al centro delle nostre vite e della nostra Congregazione, cosicché i nostri cuori possano ardere in noi (Lc 24,32). Papa Francesco sottolinea che quando incontriamo Gesù come nostro Redentore, la gioia del Vangelo riempie i nostri cuori e le nostre vite (EG 1). Così, dunque, diamo testimonianza di questa gioia come religiosi consacrati nel nostro ‘mondo ferito’. Imbarchiamoci allora in un ‘nuovo capitolo dell’Evangelizzazione, contrassegnato da questa gioia’.

4. Sappiamo che il nostro mondo è profondamente ferito. Tuttavia, la nostra esperienza di redenzione personale e comunitaria ci incoraggia a vedere questo mondo ferito non come una minaccia o un pericolo, ma piuttosto come amato da Dio – “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito” (Gv 3,16) –. Nella narrazione dell’incontro tra Gesù e Nicodemo, Gesù inizia a insegnare al maestro d’Israele il vero significato di redenzione e di vita eterna, che significa rinascere da acqua e Spirito. Oggi Gesù ci invita a questo stesso rinnovamento del nostro più profondo essere, e ad ascoltare con attenzione il mondo ferito, cosicché la nostra intera Vita Apostolica sia rivitalizzata: come individui, come comunità e come Congregazione. Il Redentore ci chiama a ritornare alle fonti di questa vita nuova– che per noi sono il Vangelo e il nostro Carisma fondativo – in modo che possiamo essere guidati dallo Spirito che è Signore della storia.

5. Guidati dallo Spirito di Gesù, possiamo leggere i ‘segni dei tempi’ e vivere il nostro Carisma con fedeltà creativa per rispondere alle nuove sfide di oggi. Per essere testimoni profetici del Redentore, come Nicodemo, come S. Alfonso, così come molti nostri confratelli Beati, dobbiamo uscire a incontrare il Signore dove oggi si trova. Dobbiamo incontrarlo proprio così come siamo, con le nostre paure, con le nostre incertezze, le nostre speranze e sogni, con la fiducia che il nostro Carisma missionario, nato nello Spirito e reso concreto nella fondazione della Congregazione, continui a essere incarnato in ciascun confratello, così come è stato dalle nostre origini sino al momento attuale.

6. Oggi lo Spirito continua a guidarci. Il XXV Capitolo Generale, guidato da questo Spirito, ha esaminato attentamente lo stato della Congregazione. Abbiamo ascoltato e fatto discernimento a partire da numerose fonti, in un processo che ha incluso la partecipazione della stragrande maggioranza dei confratelli. I Capitolari hanno avuto il coraggio di confrontare le sfide che la nostra missione di evangelizzazione sta incontrando, seguendo l’esempio di Gesù Cristo il Redentore nella predicazione della parola di Dio ai poveri (Cost. 2). Il XXV Capitolo Generale è convinto che la Congregazione debba continuare tale processo di discernimento, con l’attenzione verso le ferite del mondo, così che Dio possa rinnovare e rivitalizzare la nostra Vita Apostolica consacrata (Messaggio del Capitolo alla Congregazione, 2-4).

7. Molte sono state le importanti decisioni prese dai Capitolari riuniti a Pattaya, in Tailandia. In questa Communicanda, il Consiglio Generale vuole approfondire due decisioni che riteniamo siano fondamentali per conseguire quel rinnovamento e quella rivitalizzazione così importanti oggi e per il futuro:

a. Continuare il processo di ristrutturazione con tutte le sue implicazioni (Decisione 1);
b. Produrre criteri per l’attività apostolica, così che ciascuna Conferenza sviluppi un Piano Apostolico da portare a compimento (Decisione 5).

8. Incoraggiamo ciascun confratello e ciascuna Comunità a leggere e studiare questa Communicanda implorando la guida dello Spirito e il coraggio di S. Alfonso nel seguire Gesù il Redentore.

“Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi.” (Gv 15,1-4)

Parte I: IL PROCESSO DI RISTRUTTURAZIONE

Il Governo Generale, in accordo con i Coordinatori di Conferenza e con le Unità della Congregazione, continuerà il Processo di Ristrutturazione per la Missione con tutte le sue implicazioni. Il Processo coinvolgerà tutte le Unità della Congregazione, e verrà data speciale attenzione al GS 088.
(Decisione 1, XXV Capitolo Generale, 2016)

9. Cosa significa, oggi, continuare il Processo di Ristrutturazione? Il Capitolo era consapevole del fatto che per molti confratelli lo spirito della Ristrutturazione non aveva ancora penetrato le loro coscienze. Molti credono che la ‘Ristrutturazione’ sia un processo di riconfigurazione richiesto dalla diminuzione e invecchiamento nelle Province dell’Europa e del Nord America, così come anche in alcune Province di altre Conferenze immerse in società secolarizzate. Altri ancora, intendono la ristrutturazione come un processo di ridistribuzione del personale e delle risorse di tutta la Congregazione. Sfortunatamente, molti confratelli non hanno ancora compreso che una vera ristrutturazione della Congregazione debba impegnare ciascuno di noi, ciascuna comunità, e ciascuna (V) Provincia e Regione.

10. Ciascuno di questi modi di intendere contiene una comprensione parziale del processo di ristrutturazione, ma al contempo nessuno di essi esprime il significato pieno e più profondo della ristrutturazione per la missione, così come adottata durante il XXIV Capitolo Generale del 2009. La ristrutturazione è innanzitutto una questione di conversione personale e comunitaria, in modo che possiamo più pienamente vivere la nostra Vita Apostolica per testimoniare oggi, più efficacemente, il Redentore.

11. Stiamo vivendo in un momento critico di cambiamento epocale, di cui ci sono segni ovunque, nella società civile e politica, così come nella Chiesa. Tra questi ‘segni’ nella società civile vi sono la crescita del fondamentalismo e del secolarismo, i movimenti di massa dei popoli in cifre mai viste prima, il passaggio da una società predominantemente rurale a una nuova società urbana, lo sfascio delle famiglie tradizionali, delle comunità e dei loro valori, gli indicatori di drastici cambiamenti nel clima e nell’ambiente, la minaccia di guerra e di violenza, la globalizzazione e l’accesso universale ad internet. Questi sono solo alcuni esempi, non una lista completa.

12. Nello stesso tempo, l’elezione di Papa Francesco e il suo insegnamento, i recenti Sinodi sulla Nuova Evangelizzazione e sulla Famiglia, hanno chiaramente indicato che la Chiesa deve impegnarsi con questa nuova realtà. Papa Francesco ha dato una chiara enfasi sulla misericordia e sulla gioia, sul creare e alimentare una cultura dell’incontro e del dialogo, sull’accompagnamento e il discernimento, sull’accoglienza. Papa Francesco ha, ancora una volta, messo i poveri e gli abbandonati al centro della missione della Chiesa, e ha chiamato tutti i cristiani a partecipare alla missione della Chiesa in uscita, andando nelle periferie – geografiche ma anche esistenziali –, insegnandoci che siamo inviati non solo come Apostoli, ma principalmente come discepoli-missionari. Questa è una chiamata alla conversione, una chiamata a ristrutturare la nostra comprensione dell’evangelizzazione, della missione, della comunità e della solidarietà.

13. Comprendere il processo di ristrutturazione per la missione come processo di conversione continua, sia a livello personale che comunitario, significa che dobbiamo aprirci alla novità dello Spirito. È un appello del Redentore a lasciarci guidare dallo Spirito in un processo di Esodo dai nostri mondi familiari e dalle nostre ‘zone di comfort’, cosicché il Redentore possa immergerci in quel mondo ferito che Dio ama così tanto.

14. In questa nuova situazione e in questo nuovo contesto, i tradizionali modi di pensare e i metodi di attività missionaria non sono più efficaci come prima. Di fatto, mentre ci preparavamo per il Capitolo Generale, abbiamo sentito molti confratelli dire di non percepire il ministero in cui sono impegnati come un ministero veramente ‘missionario’, esprimendo frustrazione per la difficoltà incontrata nel lasciare gli impegni tradizionali al fine di ricercare nuove iniziative missionarie che corrispondano più pienamente alle necessità del mondo odierno: in altre parole, essi vogliono oggi vivere pienamente le Costituzioni (v. in modo particolare la Cost. 15).

15. Il XXV Capitolo Generale ha deciso di “continuare il processo di ristrutturazione per la missione con tutte le sue implicazioni. Il processo coinvolgerà tutte le Unità della Congregazione” (Decisione 1). Tale Decisione afferma che questo processo non è limitato solo ad alcune Unità, principalmente quelle del nord e dell’occidente del mondo, ma deve impegnare attivamente ciascun confratello, ciascuna comunità e tutte le Unità.

16. Il processo in corso di ristrutturazione deve avere luogo a più livelli, iniziando con la conversione guidata dallo Spirito e di apertura da parte di ciascun confratello e di ciascuna comunità. Esso deve, inoltre, impegnare ciascuna Unità nella necessaria ristrutturazione interna, nella revisione e nel rinnovamento delle proprie priorità apostoliche e degli impegni ministeriali, così come la propria vita comunitaria e il processo di formazione. La ristrutturazione deve anche avere luogo tra le (V)Province e Regioni, portando ad una maggior solidarietà e collaborazione, attuando i principi adottati durante gli ultimi due Capitoli Generali. Ciò comporterà una riconfigurazione delle Province, Vice Province e Regioni della Congregazione. Tale processo di ristrutturazione deve sempre essere messo al servizio della missione e delle necessità dei confratelli.

17. Allo stesso tempo, il processo di ristrutturazione deve impegnare ciascuna Conferenza nel determinare le proprie Priorità Apostoliche e i propri Piani Apostolici, dal momento che essi sono al servizio della missione non solo nel proprio territorio geografico ma anche a livello globale. Il solo movimento di massa dei popoli richiede che la ristrutturazione abbia luogo anche tra le Conferenze. Anche la preoccupazione per la presenza e la missione redentorista in Europa e nel nord America evidenzia la necessità di una collaborazione e una ristrutturazione tra le Conferenze.

18. Tale processo richiede anche una seria riflessione su come facilitare una ristrutturazione del Governo Generale e degli Istituti della Congregazione per la quale esso è responsabile: l’Accademia Alfonsiana, l’Istituto Storico, il Collegio Maggiore, e la Casa S. Alfonso.

19. Come processo di conversione continua, la ristrutturazione si rivolge alle speranze delle nostre Costituzioni (cf. 41, 17, 107), ossia che la nostra Vita Apostolica sarà rinnovata e rivitalizzata in ciascuna generazione di missionari Redentoristi: guidati dallo Spirito “seguendo con gioia il Salvatore Gesù” (Cost. 20), proclamando l’amore di Dio Padre (Cost. 6).

20. Certamente questo processo comporterà la riconfigurazione delle (V)Province, Regioni e Missioni, sia internamente che con altre Unità. Esso richiederà inoltre la ridistribuzione del personale e delle risorse, in uno spirito di solidarietà missionaria. Il processo deve mirare alle reali preoccupazioni della diminuzione, e deve dare particolare attenzione alla cura dei nostri confratelli anziani. Ritorneremo brevemente su queste dimensioni del processo di ristrutturazione successivamente in questa Communicanda, ma prima, è importante sottolineare che la ristrutturazione è per la missione. Con questo spirito, trattiamo la questione delle nostre priorità apostoliche e dei nostri progetti apostolici.

“Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”. (At 1,8)

Parte II: PRIORITÀ

21. Con l’introduzione delle Conferenze da parte del XXIV Capitolo Generale, e seguendo i principi di ristrutturazione forniti, a ciascuna Conferenza è stato chiesto di discernere con cura su coloro ai quali siamo inviati a proclamare la “abbondante redenzione”. Dopo aver identificato a chi siamo mandati, a ciascuna Conferenza è stato chiesto di articolare le Priorità Apostoliche secondo la loro peculiare situazione. Tali impegni, da parte delle Conferenze, hanno influito profondamente sulla decisione del XXV Capitolo Generale di andare avanti con il processo di ristrutturazione.

22. Nel corso della nostra storia, nel rispetto delle diverse tradizioni, culture e lingue, abbiamo utilizzato vari termini nel discutere delle nostre Priorità Apostoliche, Pastorali o Missionarie. Al fine di sviluppare una comprensione comune nella Congregazione, è importante chiarire ciò che intendiamo con questi termini che spesso usiamo in modo intercambiabile.

23. In questa Communicanda:
• le “Priorità Missionarie” si riferiscono a coloro ai quali siamo inviati, o ai destinatari preferenziali della nostra missione – i più abbandonati e i poveri;
• le “Priorità Apostoliche” si riferiscono al nostro lavoro missionario e ai nostri ministeri – cosa noi facciamo per prestare servizio a coloro ai quali siamo inviati;
• il “Piano Apostolico” determina a quali ministeri viene data priorità e in che modo questi vengono intrapresi; indica, inoltre, dove essi vengono situati.

24. Stiamo vivendo questo momento di cambiamento epocale, come membri della famiglia umana, come discepoli-missionari di Gesù, e come missionari Redentoristi che continuano nello spirito di S. Alfonso a seguire il Redentore “quali collaboratori, soci e ministri di Gesù Cristo nella grande opera della Redenzione” (Cost. 2). Oggi, forse più che mai, è necessario che prendiamo decisioni e scelte concrete sul come siamo chiamati dal Redentore nella forza dello Spirito Santo a dedicare la nostra energia missionaria. È proprio per questa ragione che le Costituzioni e gli Statuti ci parlano di priorità e di criteri nella valutazione della nostra fedeltà missionaria (Cost. 17-19; 107-108).

25. Il XIX Capitolo Generale, nel 1979, ha esortato ciascuna (V) Provincia e Regione a iniziare un processo di discernimento per stabilire le priorità apostoliche che avrebbero guidato i propri piani apostolici. I Capitoli Generali che si sono susseguiti sono tornati frequentemente sul problema, trattando sulla priorità di una proclamazione esplicita e sulla chiamata a evangelizzare e ad essere evangelizzati dai poveri. Le “priorità apostoliche” di ciascuna (V) Provincia e Regione richiedevano l’approvazione del Governo Generale, e diventavano il punto focale delle Visite del Governo Generale alle Unità. I Capitoli Generali hanno ricordato alla Congregazione che tali priorità devono essere riviste periodicamente dai Capitoli (V) Provinciali, e devono essere adattate/aggiornate a seconda delle necessità, per andare incontro alle circostanze che cambiano (Cost. 17).

26. Sfortunatamente, c’è stata una mancanza generale di chiarezza all’interno della Congregazione circa la natura e la funzione di tali priorità. Molte Unità hanno elaborato una lista dei loro più importanti ministeri ed hanno indicato questi ultimi come ‘priorità apostoliche’. Alcune Unità hanno compreso ogni impegno provinciale nelle proprie priorità apostoliche – includendo la formazione e la promozione delle vocazioni! –. Quando tutto viene indicato come priorità, non esistono reali priorità che forniscono criteri per le decisioni difficili e per le scelte che siamo chiamati a fare! Molti di noi ricordano anche i dibattiti, fonti di contrasti, sul nostro impegno a livello di Congregazione per i poveri a livello materiale e gli abbandonati a livello spirituale. Altre discussioni si sono concentrate sulla priorità di predicare missioni popolari come “il” Carisma e l’unica vera priorità apostolica della Congregazione.

27. Il XXV Capitolo Generale è tornato, ancora una volta, su questa questione e ha incaricato il Consiglio Generale di offrire criteri per l’attività apostolica e il lavoro missionario della Congregazione. La discussione, sia durante il processo di preparazione del XXV Capitolo Generale, sia durante la Fase Canonica, ha suggerito che tali criteri rispecchino:
a. i temi principali dell’insegnamento di Papa Francesco incorporati in Evangelii Gaudium, Laudato si’, e Amoris Laetitiae;
b. i criteri contenuti nelle nostre Costituzioni e nei nostri Statuti;
c. le priorità proposte dai recenti Capitoli Generali;
d. i ‘segni dei tempi’ rivelatici dallo Spirito nel mondo odierno.

Priorità Missionarie

28. Il ruolo delle priorità missionarie – coloro ai quali siamo inviati o i destinatari preferenziali della nostra missione – è fondamentale per il nostro processo di discernimento e di ristrutturazione. Priorità chiare approfondiranno e rafforzeranno l’identità missionaria della Congregazione, di ciascuna comunità e di ogni confratello. Esse sono fondamentali per il rinnovamento e la rivitalizzazione dell’intera Vita Apostolica e dell’identità redentorista; ci offrono una base per tutte le attività apostoliche e per la costruzione di vere comunità apostoliche, in cui esista una condivisione genuina a livello umano e spirituale (Cost. 21). Priorità missionarie chiare (a chi siamo inviati) aiutano a chiarificare le nostre priorità apostoliche e le nostre attività (cosa facciamo), e diventano la struttura portante di ciascun piano apostolico e di ciascun piano di vita comunitaria.

29. Una volta messe in chiaro, le priorità missionarie ci offrono i criteri per le decisioni e per i processi decisionali che riguardano tutti i membri della Famiglia Redentorista. Esse ci aiuteranno a discernere come decidere sui ministeri per mezzo dei quali viviamo il nostro Carisma missionario. Esse ci forniranno i criteri per il riassetto della nostra Congregazione e per la ristrutturazione interna, così necessaria in ogni Unità. Esse ci offriranno una maggiore chiarezza nella promozione della vocazione missionaria Redentorista, e nel discernimento di coloro che sono chiamati a svolgere il ministero con noi, compresi i collaboratori laici. Inoltre, ci aiuteranno a plasmare il nostro processo e i programmi di formazione iniziale e continua.

30. Leggendo nuovamente le Costituzioni e gli Statuti, alla luce del Vangelo, dell’insegnamento di Papa Francesco e dei ‘segni dei tempi’, sembra chiaro al Consiglio Generale che la scelta delle priorità debba iniziare con un discernimento per determinare coloro ai quali oggi veniamo inviati (le nostre priorità missionarie). Lo Statuto Generale 09 descrive in modo chiaro che un criterio fondamentale, per noi, rimane la ricerca di coloro che “sono gli uomini più bisognosi di aiuti spirituali, specialmente se poveri, deboli e oppressi”. I Redentoristi “non possono lasciare inascoltato il grido dei poveri e degli oppressi”. Tale preferenza verso situazioni in cui c’è una necessità pastorale, insieme con “l’opzione a favore dei poveri rappresentano la stessa ragione d’essere della Congregazione nella Chiesa e il distintivo della sua fedeltà” al Carisma (Cost. 5).

31. Per questa ragione, lo scambio tra il Cardinal Bergoglio e il Cardinal Hummes durante il Conclave del 2013 parla così fortemente al cuore dei Redentoristi. Quando è divenuto chiaro che il Cardinal Bergoglio sarebbe stato eletto come successore di Papa Benedetto XVI, il Cardinal Hummes lo ha abbracciato sussurrandogli: “Non dimenticare i poveri”. Papa Francesco ha spiegato che tale incontro con il Cardinal Hummes lo ha portato a scegliere il nome ‘Francesco’, proprio come “l’uomo della povertà”. Nello spiegare questo ai rappresentanti dei media, riuniti a Roma per il Conclave, Francesco ha poi aggiunto: “Come vorrei una Chiesa povera per i poveri!”. Questo messaggio è al cuore del suo pontificato, ma è anche al cuore del nostro Carisma missionario e della nostra vocazione.

32. Negli Statuti Generali 09-015, la Congregazione ha stabilito i criteri generali per determinare coloro ai quali siamo inviati dal Redentore. Fondamentale per questa Communicanda è il nostro impegno verso i più abbandonati, e in particolare coloro che sono materialmente poveri (Cost. 1). È inoltre importante prendere in considerazione le dichiarazioni dei Capitoli Generali che hanno dato particolare attenzione:
a. a coloro che sono materialmente poveri;
b. ai giovani e ai giovani adulti;
c. ai migranti, e a coloro che sono colpiti dai movimenti di massa dei popoli, compresi coloro che sono stati lasciati indietro;
d. alle vittime dei traffici umani;
e. alle vittime di violenza, razzismo e intolleranza;
f. a coloro che sono esclusi, nelle periferie della società, e spesso ai margini della Chiesa;
g. all’Africa e al Madagascar.

Priorità Apostoliche

33. Una volta messe in chiaro le priorità missionarie che determinano coloro ai quali veniamo inviati, possiamo discernere le nostre priorità apostoliche che ci rendono in grado di fare scelte concrete sul lavoro missionario e sulle attività apostoliche da offrire a coloro ai quali siamo inviati. Le nostre priorità apostoliche ci offrono criteri per fare scelte sui nostri ministeri specifici e concreti – cosa offriamo e in che modo raggiungiamo coloro ai quali veniamo inviati –, nonché le misure per valutare l’efficacia del nostro ministero.

34. Il XIX Capitolo Generale (1979) ha identificato la proclamazione esplicita della Parola come una priorità apostolica della Congregazione. La tradizione Redentorista delle missioni popolari, così come la predicazione straordinaria nei nostri Santuari e nelle nostre case per ritiri, sono ministeri attraverso i quali tale priorità apostolica viene portata a compimento. È importate ricordare che ciò è stato compreso dai Capitoli Generali come modo privilegiato per evangelizzare gli abbandonati, specialmente i poveri. Tale priorità apostolica va sempre valutata mediante le lenti di coloro ai quali siamo inviati e a cui è diretta la nostra predicazione.

35. Il XX Capitolo Generale (1985) ha ricordato ai missionari Redentoristi che un elemento costitutivo del nostro ministero di evangelizzazione sia la vicinanza e la solidarietà verso coloro ai quali veniamo inviati. Essi diventano ‘interlocutori’ (‘partner di dialogo’) con noi nel ministero di evangelizzazione. In questo modo, i missionari Redentoristi sono essi stessi evangelizzati da coloro ai quali sono inviati – “Evangelizzare ed essere evangelizzati dai poveri” –. Il XXV Capitolo Generale ha messo, ancora una volta, un’enfasi su questa dimensione, richiamandoci ad ascoltare attentamente il ‘mondo ferito’. Questo ‘ascoltare’ ed ‘essere evangelizzati’ deve essere una dimensione costitutiva di tutte le nostre priorità apostoliche.

36. Sia il XXIV che il XXV Capitolo Generale hanno indicato come priorità anche la nostra tradizione di teologia morale, che, nello spirito di S. Alfonso, è al servizio della nostra missione agli abbandonati e ai poveri. In questo senso, la teologia morale deve essere posta tra le nostre priorità apostoliche che determinano il modo con cui serviamo coloro ai quali veniamo inviati. Tale tradizione, specialmente per la formazione della coscienza, è oggi rilevante come mai prima d’ora. Il bene comune, la responsabilità sociale e la solidarietà rappresentano preoccupazioni morali che hanno una forte risonanza sui missionari Redentoristi. Queste preoccupazioni sono anch’esse sottolineate in modo chiaro nel messaggio e nell’insegnamento di Papa Francesco.

37. Questo processo di discernimento ci aiuterà a concentrare le nostre risorse e la nostra energia, nonché a rafforzare la nostra identità missionaria. Proprio come ciascuna Conferenza deve impegnarsi in questo processo, così questo discernimento deve essere svolto in ciascuna (V) Provincia, Regione, Missione, e quindi, in ciascuna comunità locale. Esso guiderà il nostro processo decisionale nel momento di determinare quali ministeri abbiamo bisogno di rafforzare e quali dobbiamo lasciare andare. Questi criteri guideranno, inoltre, le nostre decisioni sulle nuove iniziative, sia a livello di Conferenza sia nelle Unità. Poiché questo è un processo di discernimento, deve essere guidato dallo Spirito del Redentore che continua oggi a chiamarci e a mandarci in missione.

“Attingi forza dalla grazia che è in Cristo Gesù: le cose che hai udito da me davanti a molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali a loro volta siano in grado di insegnare agli altri.” (2 Tim 2,1)

Priorità Fondamentali: essenziali per il sostegno e l’adempimento della missione: missione condivisa, formazione, comunità, governance, leadership e amministrazione.

38. Nonostante esse non rappresentino la principale preoccupazione di questa Communicanda, è molto importante prendere in considerazione brevemente le altre priorità fondamentali, necessarie per svolgere oggi la nostra missione in modo efficiente.

39. È molto importante ricordare che le priorità missionarie e apostoliche non costituiscono le uniche priorità per la Congregazione. Per appoggiare e sostenere la nostra missione nel mondo di oggi è necessario che la missione condivisa con i laici e che la promozione della nostra vocazione missionaria siano delle priorità in ciascuna Unità e in ciascuna comunità. È fondamentale, inoltre, avere le risorse necessarie – sia umane che finanziarie – nonché le strutture per garantire di poter non solo compiere la missione, ma anche sostenerla. Queste priorità fondamentali devono far parte di ciascun piano apostolico.

Missione condivisa con i laici

40. La missione condivisa con i laici (sia uomini che donne) è essenziale per l’attuale missione e per il piano apostolico della Congregazione. Tuttavia, questa non è una ‘priorità apostolica’ come tale, ma è, piuttosto, un mezzo per compiere in modo più efficiente le priorità apostoliche. Cominciando con il XXI Capitolo Generale (1991), la Congregazione del SS. Redentore ha riconosciuto ufficialmente l’importanza di una genuina collaborazione con i laici (sia uomini che donne) nella missione tramite l’associazione. Il medesimo Capitolo ha istituito la categoria dei “Missionari Laici del SS. Redentore” come una delle vie formali di associazione tra la Congregazione e i collaboratori laici.

41. Nella Communicanda 4 (1995), P. Lasso ha elaborato alcune Linee Guida Generali per la collaborazione con i laici, così come pure alcune Norme Generali per i Missionari Laici del SS. Redentore. Sulla base di queste linee guida e di queste norme, e incoraggiati dai successivi documenti, la Famiglia Redentorista ha continuato a sviluppare una missione condivisa verso gli abbandonati e i poveri.

42. Il XXV Capitolo Generale ha confermato tale indirizzo, e ha incaricato il Consiglio Generale e ciascuna Conferenza di integrare, in maniera più completa, la nostra missione condivisa con i laici in tutti i nostri progetti apostolici. Il Consiglio Generale afferma che questa è ora una priorità fondamentale per la Congregazione, una priorità che ciascuna Conferenza e ciascuna Unità deve abbracciare e incoraggiare. Il Segretariato Generale per l’Evangelizzazione, in stretta collaborazione con le Commissioni per la Missione Condivisa con i Laici, a livello sia Generale che di Conferenza, offrirà ulteriori guide e incoraggiamenti su come integrare pienamente tale priorità nei nostri progetti apostolici.

Vocazione e Formazione dei Missionari

43. Il XXV Capitolo Generale ha insistito sul fatto che la promozione della vocazione missionaria Redentorista debba essere una priorità nel progetto apostolico di tutte le Unità e di ogni comunità locale (Decisione 29). Nella promozione della nostra vocazione missionaria una particolare attenzione deve essere data alla promozione della vocazione dei fratelli Redentoristi. Durante la Fase Canonica, tenutasi a Pattaya, si è anche messo in chiaro che tale promozione deve includere quella della vocazione dei partner laici per la missione condivisa con la Congregazione (Decisione 11).

44. Non possiamo preparare piani apostolici e di ristrutturazione fattibili per l’implementazione delle nostre priorità missionarie e per l’esplicazione dei nostri ministeri prioritari senza promuovere la nostra vocazione a tutti i livelli. Inoltre, chiaramente, ciò richiede di impegnarci in una formazione inziale e continua che formino per la missione (Decisioni 30-36). La Promozione della nostra vocazione missionaria richiede, inoltre, programmi di formazione iniziale e continua in grado di preparare tutti i missionari Redentoristi e laici associati per la missione a cui siamo chiamati. La priorità di questo ministero è stata chiaramente confermata dal XXV Capitolo Generale (Decisioni 30, 31, 11).

45. Questa priorità fondamentale sarà il punto focale principale del Segretariato Generale per la Formazione, in collaborazione con l’Ufficio e la Commissione per la Missione Condivisa con i nostri laici associati. Sebbene ciò non possa essere trattato per esteso in questa Communicanda deve rimanere un punto focale di rinnovamento e di rivitalizzazione della nostra Congregazione.

Vita Comunitaria Apostolica consacrata a Cristo il Redentore

46. Un’altra priorità fondamentale per la nostra pianificazione apostolica, è la nostra vita nella Comunità Apostolica. La vita comunitaria Redentorista e la nostra consacrazione al Redentore rappresentano importanti preoccupazioni per l’intera Congregazione, e hanno provocato tanta discussione al XXV Capitolo Generale. Sebbene il Capitolo non abbia preso molte decisioni su questa importante area di preoccupazione, quest’ultima si è riflettuta sia nel Messaggio che nelle Decisioni 20-21. Non è più possibile ‘fare norme’ su una Comunità Apostolica autentica. Tuttavia, il rinnovamento della nostra vita comunitaria è fondamentale per la rivitalizzazione della nostra Vita Apostolica.

47. Il nostro piano apostolico e di ristrutturazione richiede che queste preoccupazioni siano indirizzate a tutte le Conferenze, a ciascuna comunità locale, (V)Provincia e Regione. Il piano apostolico e di ristrutturazione devono, quantomeno, tenere in considerazione la necessità di fornire personale e strutture adeguate per una sana vita comunitaria.

48. Fedeli al nostro Carisma e al ruolo centrale della comunità apostolica dedicata a Cristo il Redentore nelle Costituzioni (Cost. 21,22), ci rendiamo conto che la testimonianza della nostra vita comunitaria (Cost. 7-11) è essenziale per la nostra proclamazione dell’abbondante redenzione. Come Papa Paolo VI aveva affermato nella sua Evangelii Nuntiandi:

«L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, – dicevamo lo scorso anno a un gruppo di laici – o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni». S. Pietro esprimeva bene ciò quando descriveva lo spettacolo di una vita casta e rispettosa che «conquista senza bisogno di parole quelli che si rifiutano di credere alla Parola». È dunque mediante la sua condotta, mediante la sua vita, che la Chiesa evangelizzerà innanzitutto il mondo, vale a dire mediante la sua testimonianza vissuta di fedeltà al Signore Gesù, di povertà e di distacco, di libertà di fronte ai poteri di questo mondo, in una parola, di santità.
(Evangelii Nuntiandi, 41)

49. Nel mondo di oggi, la testimonianza della nostra vita comunitaria è, forse, più significativa che mai, e richiede la testimonianza di uno stile di vita semplice; uno stile di vita che vada contro il materialismo eccessivo e il consumismo che ci troviamo di fronte; uno stile di vita sensibile al creato che ci è stato donato e del quale siamo chiamati a prenderci cura.

50. La comunità apostolica Redentorista, e il ruolo essenziale della comunità nell’accettazione e nell’attuazione del nostro lavoro missionario (Cost. 21), è un criterio fondamentale della nostra progettazione apostolica, in ciascuna Conferenza. Come aveva scritto P. Lasso, Superiore Generale, nella Communicanda 11 (1988), al numero 20: “la comunità apostolica redentorista, nella quale viviamo e lavoriamo insieme, è per sé stessa parte dell’autentico contenuto della nostra proclamazione profetica e liberatrice della Parola di Dio agli abbandonati e specialmente ai poveri”.

51. La nostra progettazione apostolica deve anche tenere in considerazione l’attuale realtà della diminuzione in molte Unità e Conferenze della Congregazione. La vita comunitaria Redentorista richiede un numero minimo di confratelli, normalmente, almeno tre – e si ricordi che questo è un numero minimo –. L’esperienza mostra che anche tre membri sono spesso insufficienti per una sana vita comunitaria. In alcune Unità, questo è diventato molto più difficile da realizzare. Per essere realmente efficace, ciascun piano apostolico deve considerare seriamente la necessità di ridistribuire il personale attraverso i confini delle nostre (V)Province e Regioni, così come attraverso i confini delle nostre Conferenze. Tale ridistribuzione richiederà un’attenta preparazione delle comunità internazionali e interculturali.

52. Come affermato chiaramente dal Capitolo Generale, la ridistribuzione e la riconfigurazione devono essere a favore della nostra presenza missionaria, specialmente per includere nuove iniziative missionarie, e non per mantenere vecchie strutture e case, alcune delle quali non sono più efficaci, oggi, per la missione. Allo stesso tempo, ciascun piano apostolico deve tenere conto dei nostri confratelli anziani e malati.

53. In virtù della loro professione missionaria, i nostri confratelli anziani e malati sono parte integrale della nostra comunità apostolica e del nostro lavoro missionario (Cost. 55). Come ci ha ricordato P. Tobin, Superiore Generale, nella Communicanda 3 (2000) al punto 4: “la più profonda sfida per i Redentoristi più anziani non è come affrontare i problemi di salute, ma piuttosto come vivere la loro consacrazione religiosa, in particolare quando sono costretti a limitare o, a volte, a sospendere le loro normali attività pastorali. In questa fase della vita, ridefinire o rimodellare la propria identità concreta come missionario può minacciare la propria autostima.”

Governo, Leadership e Amministrazione

54. La missione della Congregazione non può neanche essere sostenuta senza un buon governo, una leadership e un’amministrazione responsabile delle nostre risorse, in modo da prestare servizio al nostro piano apostolico e di ristrutturazione come Congregazione, come Conferenze, e in ciascuna Unità. Ciò è particolarmente importante in un periodo di diminuzione delle risorse umane. Da come è riportato nelle Decisioni del XXV Capitolo Generale, durante il corso del sessennio il Governo Generale, le Conferenze e i Superiori (V)Provinciali si confronteranno anche con queste questioni di particolare interesse.

Parte III: CRITERI

Criteri per il Piano Apostolico e di Ristrutturazione delle Conferenze

55. Per rivitalizzare la vita apostolica della Congregazione e approfondire la nostra attuale identità missionaria, il XXV Capitolo Generale ha incaricato il Governo Generale di continuare il processo di ristrutturazione con tutte le implicazioni, guidate dai Principi per la Ristrutturazione e per la Solidarietà Missionaria (Decisioni 1,2,3). Al Governo Generale è stato inoltre richiesto di produrre criteri sulla base dei quali ciascuna Conferenza svilupperà un Piano Apostolico per l’attuazione (Decisioni 5,6). Per portare a termine questo incarico del Capitolo Generale, il Governo Generale ha dato istruzioni a ciascuna Conferenza di istituire una Commissione speciale per questo compito. A questo scopo, il Governo Generale offre il seguente processo e i seguenti criteri per sostenere tali Commissioni e l’intera Congregazione in questo compito cruciale.

Criteri per le Priorità Missionarie: A CHI SIAMO INVIATI?

56. Come riportato precedentemente in questa Communicanda (v. paragrafo 23), le Priorità Missionarie, rispondono alla domanda: a chi siamo inviati? Esse designano gli “Uomini da evangelizzare” (SG, Art. 1). Nei paragrafi seguenti prenderemo in considerazione le principali fonti della nostra tradizione Redentorista per la determinazione di coloro ai quali siamo inviati dal Redentore.

57. Radicate nella visione del nostro Fondatore, S. Alfonso, queste Priorità Missionarie sono già articolate nelle nostre Costituzioni (cf. 3-6) e negli Statuti (009-015). Chiaramente, questi testi meritano da parte nostra un’accurata attenzione, dal momento che la Congregazione si sta impegnando in questo processo. Ciascun confratello dovrebbe, ancora una volta, leggerli e studiarli, poiché sono fondamentali. È chiaro che il criterio principale è la nostra chiamata a cercare attentamente i poveri e gli abbandonati (SG 009). Questo è la vera cifra della fedeltà al nostro Carisma (Cost. 5), che ci invita ad abbracciare “tutta la persona umana che deve essere liberata e salvata” e a “promuovere i loro diritti fondamentali alla giustizia e alla libertà”.

58. Sin dal rinnovamento delle nostre Costituzioni e Statuti, richiesto dal Concilio Vaticano II, i Capitoli Generali hanno articolato, in modo consistente, particolari gruppi designati come ‘priorità’ per la nostra attività missionaria:
a. coloro che sono materialmente poveri;
b. i giovani e i giovani adulti;
c. i migranti, e coloro che sono colpiti dai movimenti di massa dei popoli, compresi coloro che sono stati lasciati indietro;
d. le vittime dei traffici umani;
e. le vittime di violenza, razzismo e intolleranza;
f. coloro che sono esclusi, nelle periferie della società, e spesso ai margini della Chiesa;
g. l’Africa e al Madagascar.

59. Quanto affermato dai Capitoli Generali mette in rilievo alcuni gruppi che oggigiorno hanno una maggiore necessità della nostra missione di evangelizzazione. In questo momento della nostra storia essi ci offrono criteri importanti per la determinazione delle nostre Priorità Missionarie a livello di Congregazione e in ciascuna Conferenza.

60. Allo stesso tempo, le nostre Costituzioni e i Capitoli Generali ci chiamano a discernere i ‘segni dei tempi’ e ad ascoltare con attenzione il grido del mondo, sotto la guida dello Spirito Santo. In particolare, il XXV Capitolo Generale ci sfida ad approfondire la nostra solidarietà verso il ‘mondo ferito’ in cui oggi siamo immersi.

61. Fedeli al nostro Carisma, ciascuna generazione deve discernere le Priorità Missionarie a cui siamo chiamati a rispondere, scrupolosamente attenti ai criteri offerti dalle Costituzioni e dagli Statuti, dai Capitoli Generali e dai ‘segni dei tempi’. In questo modo, la nostra missione si fa carne in solidarietà con il mondo ferito in cui, in ciascuna Conferenza, siamo chiamati a servire e a esercitare un ministero.

Criteri per le Priorità Apostoliche: COSA SIAMO INVIATI A FARE? IN CHE MODO LO FACCIAMO?

62. Le nostre Priorità Apostoliche guideranno il processo per il Piano Apostolico e di Ristrutturazione, rispondendo ai quesiti: cosa oggi siamo inviati a fare? Come – qui e ora – lo facciamo in modo efficace? Non possiamo rispondere a ogni necessità, e non siamo chiamati ad esercitare ogni possibile ministero. Dobbiamo fare scelte e prendere decisioni. I criteri per queste scelte sono stati attinti da fonti che già conosciamo molto bene.

63. Prima di tutto, torniamo ancora una volta alle nostre Costituzioni (cf. 7-17a) e agli Statuti (cf. 016-024). Il criterio principale offerto per aiutarci a discernere le nostre priorità apostoliche è la vicinanza alle persone a cui siamo inviati, diventando una testimonianza vivente attraverso la vita e la carità, così che il Signore possa aprire la porta alla predicazione esplicita ed efficace del Vangelo. Siamo benedetti con il ministero della riconciliazione e con il rafforzamento e lo sviluppo di comunità Eucaristiche. Tali criteri devono diventare efficaci nelle nuove iniziative, nelle missioni popolari, nelle parrocchie, negli esercizi spirituali e nei ritiri, nella promozione della giustizia e del progresso umano, nelle comunicazioni, nella teologia morale e in ogni ministero affidatoci, così che diventi realmente missionario.

64. I Capitoli Generali più recenti ci hanno anche offerto indicazioni importanti per guidare i criteri di scelta delle nostre priorità apostoliche. Tra le altre cose, essi ci offrono i seguenti criteri per il nostro lavoro missionario:
a. la proclamazione straordinaria ed esplicita della Parola;
b. i santuari e le chiese come luoghi di accoglienza e d’incontro;
c. la teologia morale e la formazione della coscienza;
d. la piena ed equa partnership con i laici (sia uomini che donne);
e. le comunicazioni e i media;
f. il ministero sociale e di sviluppo umano;
g. la giustizia, la pace e l’integrità del creato;
h. la pastorale giovanile vocazionale redentorista.

65. Sebbene a colpo d’occhio potrebbe sembrare che con questi criteri possiamo legittimare o razionalizzare ogni ministero in cui siamo impegnati, è importante che essi siano applicati nel loro insieme – nello spirito del Vangelo e delle Costituzioni – e tenendo sempre a mente coloro ai quali siamo inviati. Le Priorità Apostoliche devono essere al servizio delle nostre Priorità Missionarie, cioè di coloro ai quali siamo inviati.

66. Ancora una volta, il discernimento dei ‘segni dei tempi’ è essenziale per il discernimento delle nostre priorità apostoliche. In un mondo ferito che sembra crescere sempre più polarizzato e diviso, la nostra Congregazione ha individuato nel discernimento un’urgente chiamata alla solidarietà. Oggi, forse più che mai, siamo chiamati a una maggiore solidarietà al servizio della missione. Tale chiamata richiede una solidarietà tra di noi – come Congregazione sparsa nel mondo –, e ci sfida anche ad approfondire una solidarietà più intensa con gli abbandonati e i poveri. In questo, siamo anche testimoni della differenza che provoca tale solidarietà quando viene vissuta con integrità e trasparenza.

Criteri per preparare il Piano Apostolico: DOVE E COME CI IMPEGNIAMO NEL MINISTERO?

67. Il XXV Capitolo Generale ha deciso che il Governo Generale darà inizio al processo di pianificazione apostolica offrendo i criteri per la nostra missione nel mondo di oggi. Il Governo Generale dovrà poi animare le Conferenze nel preparare un proprio Piano Apostolico impiegando questi criteri, attenti verso il mondo ferito in esse vivono. Questo Piano Apostolico verrà poi attuato in ciascuna Conferenza, con implicazioni per ciascuna (V)Provincia, Regione, Missione e comunità locale. Ancora una volta, è importante ritornare alle fonti per comprendere gli elementi essenziali del processo di pianificazione.

68. Le nostre Costituzioni (cf. 17, 18, 19) ed i nostri Statuti Generali (cf. 025) ci offrono indicazioni chiare su come tale processo di pianificazione e attuazione debba essere portato a termine. Prima di tutto, la corresponsabilità richiede che le decisioni debbano essere prese insieme, nelle Assemblee e nei Capitoli, e guidate dal Governo Generale. È importante in questo una valutazione regolare. Sia presa in considerazione la collaborazione con la chiesa universale e la chiesa locale, come pure i rispettivi programmi pastorali. Le nostre Costituzioni e i nostri Statuti sottolineano che la nostra pianificazione apostolica non sia compito dei singoli confratelli, ma sia un esercizio della comunità come ‘unico corpo missionario’. Questo processo deve impegnare la Conferenza, l’Unità e la comunità locale nel lavorare insieme in complementarietà e collaborazione. Inoltre, assemblee regolari e altri incontri saranno di aiuto per facilitare tale processo e assicurare che ciò costituisca, di fatto, il discernimento della comunità.

69. Dobbiamo, inoltre, ascoltare la chiamata dello Spirito al discernimento comunitario nelle Decisioni dei recenti Capitoli Generali. Nel 1979, il XIX Capitolo Generale decise che ciascuna (V)Provincia avrebbe fatto discernimento sulle proprie Priorità Apostoliche nei Capitoli e nelle Assemblee, per poi sottometterle al Governo Generale per l’approvazione. Nel 1997, il XXII Capitolo Generale incaricò ciascuna comunità locale di preparare un Piano di Vita Comunitaria (PVC), che avrebbe contenuto anche il piano pastorale per la comunità interessata. Nel 2009, il XXIV Capitolo Generale ha ristrutturato la Congregazione in cinque Conferenze per un ‘più ampio discernimento missionario’ e ciascuna Unità è stata esortata a valutare le proprie priorità apostoliche alla luce di quelle della Conferenza. Nel 2016, il XXV Capitolo Generale ha deciso che ciascuna Conferenza svilupperà un Piano Apostolico basato sui criteri offerti dal Governo Generale (Decisione 5), con una speciale applicazione nelle Conferenze d’Europa e del Nord America (Decisione 6).

70. Il criterio principale offerto dai recenti Capitoli Generali è un discernimento comune, fatto come un solo corpo missionario, animato dal Governo Generale, e coordinato dalle Conferenze e dai Coordinatori. Una parte importante di questo discernimento comunitario è la premurosa attenzione alla reale situazione di tutta la Congregazione, che è leggere i ‘segni dei tempi’. Il Consiglio Generale ritiene che il Documento di Lavoro e il Rapporto del Superiore Generale al XXV Capitolo Generale offrano delle valide informazioni e riflessioni sulla situazione attuale della Congregazione.

Criteri per il Processo di Ristrutturazione e Riconfigurazione della Congregazione

71. Per rispondere efficacemente alla sfida di individuare criteri che assistano nello sviluppo e nell’attuazione del Piano Apostolico di ciascuna Conferenza, è necessario includere criteri per andare avanti con il processo di ristrutturazione per la missione come richiesto dal XXV Capitolo Generale. Ciò comporterà la riorganizzazione e la riconfigurazione delle Unità e delle Conferenze della Congregazione, nonché un dialogo a livello di inter-Conferenza.

72. È importante mettere un’enfasi, ancora una volta, sul fatto che il processo di ristrutturazione è per la missione, per risvegliare e rafforzare la nostra identità missionaria, nonché per richiamare a una maggiore disponibilità missionaria in tutta la Congregazione. Il nostro obiettivo è quello di rafforzare le nostre Province e offrire strutture per una maggiore libertà e agilità nel servizio della nostra missione verso gli abbandonati e i poveri. Non cerchiamo di preservare o mantenere strutture esistenti o case che non rispondono più in modo efficace alla nostra vocazione missionaria. Come ci ricorda la Decisione 1.2 del XXIV Capitolo Generale “Non tutti i lavori apostolici, per quanto lodevoli in se stessi, possono essere identificati come espressione delle nostre priorità missionarie [o apostoliche]” (cf Cost. 13-17). Tale ristrutturazione e riconfigurazione possono creare in alcuni di noi un senso di paura e di insicurezza, ma allo stesso tempo esse rappresentano la sfida entusiasmante di rivitalizzare il nostro dinamismo missionario e di aprirci a nuove possibilità.

73. In aggiunta ai criteri che troviamo nelle Costituzioni e negli Statuti e alla priorità data a questo processo da parte dei precedenti Capitoli Generali, il XXIV e il XXV Capitolo Generale ci hanno dato chiari criteri e chiari principi guida: questi meritano la nostra attenzione, riflessione e preghiera, sia come individui che comunità. Essi sono stati articolati, ancora una volta, tra le Decisioni dei Documenti Finali del XXV Capitolo Generale, Fase II, Novembre 2016 (Decisioni 1 – 6).

74. Tra gli altri, questi criteri per la Ristrutturazione includono:
a. I Principi di Ristrutturazione e di Solidarietà Missionaria (Decisione 2, XXV Capitolo Generale).
b. Il coinvolgimento di tutte le Unità, per il bene della Missione (Decisione 1, XXV Capitolo Generale).
c. La creazione di Province, Vice Province, Regioni e Missioni più forti e agili, che siano in grado di portare a compimento, in modo più efficace, le Priorità Apostoliche.
d. I criteri articolati nello SG 088, riguardanti il numero minimo di confratelli e di comunità, così come la sostenibilità finanziaria.
e. Il dinamismo missionario e la libertà, da cui deriva la ‘disponibilità missionaria’ (Cost. 14-15).
f. La creazione di Comunità Apostoliche che siano interculturali e preparate ad attuare le Priorità Apostoliche e il Piano Apostolico, così come il Piano di Vita Comunitaria.
g. La ‘Formazione Comune’ che attui le Decisioni sulla Formazione del Consiglio Generale (10 aprile 2015).
h. La promozione di Vocazioni Missionarie, compresi i Missionari Laici e gli Associati.
i. I requisiti di Formazione per la Missione (Decisione 30, XXV Capitolo Generale).
j. La preparazione appropriata di un numero sufficiente di Formatori.
k. La collaborazione autentica con i partner laici nella missione, come collaboratori attivi e partecipanti alla vita apostolica della Congregazione (Decisione 60, XXI Capitolo Generale; Decisione 11, XXV Capitolo Generale).
l. Una Leadership e un’amministrazione efficace.

Parte IV: COMMISSIONE DELLA CONFERENZA PER IL PIANO APOSTOLICO E DI RISTRUTTURAZIONE

75. I criteri sopraccitati – per le Priorità Missionarie, le Priorità Apostoliche, il Piano Apostolico, il Piano di Ristrutturazione – serviranno per sviluppare il Piano Apostolico e di Ristrutturazione in ciascuna Conferenza.

76. Per assistere nel processo di sviluppo del Piano Apostolico e di Ristrutturazione di ciascuna Conferenza, il Consiglio Generale ha richiesto a tale proposito la nomina di una speciale Commissione. Essa sarà composta dal Coordinatore di Conferenza e dal/i Consultore/i della Conferenza, con almeno due membri proposti dall’Assemblea della Conferenza del 2017, e nominati dal Coordinatore di Conferenza e dal suo Consiglio.

77. Queste Commissioni hanno iniziato il proprio lavoro in ciascuna Conferenza con la III fase del XXV Capitolo Generale e con le Assemblee di Conferenza. Ciascuna Commissione preparerà una proposta delle Priorità Missionarie e Apostoliche della Conferenza, che saranno presentate alla propria Assemblea di Conferenza nel 2018. Per preparare tale proposta, ciascuna Commissione intraprenderà un’accurata analisi del ‘mondo ferito’ della Conferenza. Per guidare quest’analisi, la Commissione userà i criteri proposti in questa Communicanda.

78. Ciascuna Commissione preparerà inoltre una proposta per la ristrutturazione e la riconfigurazione delle Unità della Conferenza, nonché della Conferenza stessa, che verrà anche presentata all’Assemblea di Conferenza del 2018. Per preparare questa proposta i componenti della Commissione condurranno un’analisi della situazione e del dinamismo missionario di ciascuna Unità della Conferenza. Quest’analisi richiederà la cooperazione delle Unità, e utilizzerà i criteri di ristrutturazione offerti in questa Communicanda.

79. Durante ciascuna Assemblea di Conferenza del 2018 queste proposte verranno discusse ed emendate. Esse diventeranno la base per preparare la bozza del Piano Apostolico e di Ristrutturazione che verrà sottoposto all’Assemblea di Conferenza, all’incontro di metà sessennio, nel 2019. Durante questa Assemblea, la Conferenza discuterà, riesaminerà e adotterà il piano che verrà poi presentato al Governo Generale per l’approvazione. Se approvato, il Governo Generale inizierà l’attuazione nella Conferenza, assieme al Coordinatore e alle Unità della Conferenza.

80. Poiché formiamo un’unica Congregazione e un unico corpo missionario, il Consiglio Generale si rende conto che tali piani coinvolgeranno anche i rapporti fra le Conferenze. I Consultori Generali e i Coordinatori garantiranno tali rapporti e, quando necessario, favoriranno l’incontro di tutte le Commissioni di Conferenza per un’ulteriore riflessione, discussione e pianificazione.

Conclusione: ABBRACCIARE IL FUTURO CON SPERANZA, COME UN SOLO CORPO MISSIONARIO

“I Redentoristi, da uomini apostolici e veri figli di sant’Alfonso, seguendo con gioia il Salvatore Gesù, partecipano del suo mistero, lo annunziano con semplicità evangelica di vita e di parola e, rinnegando se stessi, sono sempre pronti ad affrontare ogni prova per portare agli uomini l’abbondanza della Redenzione.” (Cost. 20)

81. Il XXV Capitolo Generale ha riconosciuto che la Congregazione e l’intera Famiglia Redentorista stanno vivendo un momento critico nella vocazione missionaria. Affrontando, oggi, le sfide dell’evangelizzazione, e pienamente consapevoli delle nostre risorse limitate, Dio ci sta chiamando a testimoniare Gesù il Redentore, nel nostro mondo ferito, con coraggio e speranza – e a fare tutto ciò insieme, con rinnovato spirito di comunione e di solidarietà. Per questa ragione, il Capitolo Generale ci ha dato questo tema che trasmette ispirazione ed energia: Testimoni del Redentore: solidali per la missione in un mondo ferito. Che possiamo sentire in esso la chiamata di Dio a rinnovare e rivitalizzare oggi la nostra Vita Apostolica!

82. Il Capitolo Generale ha voluto tuttavia evitare il pericolo che il nostro tema resti solo a parole, incaricandoci di rispondere con azioni molto concrete. Ciascuna Conferenza deve sviluppare un piano apostolico basato su chiare priorità missionarie e apostoliche, e continuare il processo di ristrutturazione per il bene della missione. Il Consiglio Generale, in collaborazione con la III fase del Capitolo Generale, ha dato delle istruzioni secondo cui il piano apostolico e di ristrutturazione sia sviluppato e presentato per l’approvazione agli incontri di metà sessennio. In questo modo, ciascuna Conferenza sarà in grado di iniziare l’attuazione di questo piano per il 2019.

83. Ci rendiamo conto che impegnarsi pienamente in questo processo, senza conoscerne ancora tutte le implicazioni, possa incutere timore. Sembra chiaro che Dio ci stia chiamando ad andare fuori dalle nostre zone confortevoli e dalla nostra attuale realtà, per introdurci in un futuro che non è ancora chiaro. Tale chiamata è per una nuova disponibilità missionaria nella Congregazione, in ciascun confratello e in ciascuna comunità locale. Ciò richiede una solidarietà rinnovata verso gli abbandonati e i poveri del nostro mondo ferito. Questo ci sfida ad una nuova comunione con lo stesso ‘mondo ferito’, ascoltando attentamente il grido della Terra, la nostra casa comune (v. Laudato si’). In così tanti modi i ‘segni dei tempi’ ci rendono chiaro che Dio è attivo e vivo in mezzo a noi, inspirando i nostri cuori ad abbracciare questa visione e a iniziare questo viaggio insieme, confratelli e missionari laici, suore ed associati, nonché tutti coloro che condividono il nostro carisma missionario.

84. Questa Communicanda offre criteri per guidarci in questo nostro viaggio, che faremo insieme. In ogni modo, il Consiglio Generale è consapevole che ciò non ci proteggerà da errori, deviazioni e, forse, anche da alcuni vicoli ciechi lungo il percorso. Questa è stata anche l’esperienza di S. Alfonso, di S. Clemente, e di molti altri. Come è stato per loro, anche noi impareremo dalle nostre esperienze. Come un solo corpo missionario, siamo impegnati in un processo di discernimento guidato dallo Spirito Santo, nell’ascoltare con attenzione il mondo ferito e ascoltandoci gli uni gli altri. Lo Spirito Santo ci sta chiamando, oggi, a lasciare le nostre zone di comfort, i nostri piani e i progetti, in modo da poter accogliere il piano di Dio che già ci sta scuotendo. Come Maria, il nostro Perpetuo Soccorso, possiamo rispondere: “Siamo testimoni del Redentore. Sia fatto in noi secondo la tua Parola”. Nell’accogliere questa Parola con speranza, scopriremo una vita nuova e abbondante.

85. Possa Dio, che ci ha chiamati a seguire il Redentore, guidarci con la forza e la grazia dello Spirito Santo. Possano S. Alfonso e tutti i nostri Santi, Martiri e confratelli Beati accompagnarci nel viaggio, e ispirarci attraverso il loro esempio e le loro preghiere. Vi offro queste riflessioni a nome del Consiglio Generale. Continuiamo a pregare e a camminare insieme!

Vostro fratello nel Redentore,

Michael Brehl, C.Ss.R.
Superiore Generale

9 Novembre 2017
Giorno della Fondazione della Congregazione

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